Con il presidente della Cc-Ti abbiamo approfondito il nuovo strumento per le imprese presentato oggi in conferenza stampa
BELLINZONA – La Camera di Commercio Ticinese (Cc-ti), insieme al supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) ha presentato oggi un nuovo strumento per agevolare le imprese a redigere e ‘tracciare il proprio rapporto di sostenibilità per un’accresciuta responsabile sociale (vedi articoli correlati).
“Il nuovo strumento – si legge nel comunicato – ha lo scopo di agevolare le imprese, comprese quelle piccole e medie, nel redigere il proprio rapporto di sostenibilità ed è disponibile sul portale TI-CSRREPORT.CH. La responsabilità sociale delle imprese è un tema di grande attualità, dibattuto non solo a livello politico ma anche nel contesto delle ricerche di lavoro. Non sono unicamente le Autorità a chiedere sempre più responsabilità sociale alle imprese, anche il mercato ne sta facendo un fattore di competitività rilevante e viene considerato con molta attenzione. Un fattore diventato preferenziale in molti legami commerciali”.
La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc- Ti), quale associazione-mantello dell’economia ticinese, sta dedicando molte risorse a questo tema e ha sviluppato, col supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), un modello online di rapporto di sostenibilità, che è disponibile dal 1° marzo 2022 sul portale ti-csrreport.ch. Ne abbiamo parlato con il presidente della Cc-Ti Andrea Gehri.
“Viviamo – dice – in un’era dove parlare di sostenibilità incontra sensibilità accresciute, soprattutto dopo la pandemia e con il conflitto tra Russia e Ucraina in atto. Il nuovo strumento permettere di coniugare il concetto di sostenibilità anche a livello aziendale. A dire la verità, tantissime aziende fanno già parecchio in questo senso, ma spesso in modo inconscio o inconsapevole”.
“Si tratta di uno strumento che permette di tracciare e capire nero su bianco cosa fa un’azienda per il rispetto e la tutela dell’ambiente, nella valorizzazione delle risorse umane o per le pari opportunità. Si tratta di un rapporto dove ogni impresa può dimostrare di essere ben radicata nel territorio e di adoperarsi a livello sostenibile”.
E ancora: “È un processo in divenire che dovrà crescere. Nel settore dell’edilizia, per esempio, la sostenibilità è un criterio per l’aggiudicazione di appalti pubblici. La fase pilota si concluderà entro l’estate, poi analizzeremo le correzioni da attuare con l’aiuto del DFE e a cascata tutti gli altri settori saranno coinvolti in questo processo di verifica circa le proprie responsabilità”.
Gehri ci tiene a specificarlo. “Non si tratta di un nuovo carico burocratico. L’economia non ne ha bisogno. Vogliamo pensarlo come uno strumento per dare una positiva visibilità alle aziende nell’approccio delle attività quotidiane. Può essere usato anche come strumento promozionale per promuovere un’immagine positiva dell’azienda”.