La denuncia dell'Associazione impegnata a favore della vita umana: “In Svizzera il tema dell’aborto legale è uno dei tabù di questo millennio. Le interruzioni di gravidanza avvengono nella totale indifferenza della popolazione e delle istituzioni"
LUGANO – Sono 252 i bambini che non hanno potuto nascere nel nostro Cantone nel 2021. 302 nell’anno precedente. Un numero impressionante, e ancora troppo elevato. L’Associazione "Sì alla Vita”, che da mezzo secolo si batte per il diritto alla vita nascente e contro le interruzioni volontarie di gravidanza in Ticino, offrendo aiuto concreto alle madri in difficoltà, intende sensibilizzare sulla drammaticità di questi dati.
La sentenza della Corte Suprema, che dopo mezzo secolo annulla la legalizzazione federale dell'aborto negli USA ridando ai singoli Stati la facoltà di legiferare, può essere l'occasione per riflettere sulla vita, sulla tutela degli indifesi e degli scartati, sui diritti delle donne, sulla tutela della maternità.
“La nostra Associazione – spiega il presidente Carlo Luigi Caimi nell’ultimo bollettino d’informazione - è una piccola realtà che si impegna da 47 anni a favore della vita nascente in un territorio esiguo, la Svizzera italiana. Nulla a che vedere con altri Stati, dove le interruzioni volontarie di gravidanza sono centinaia di migliaia ogni anno. Non siamo gli Stati Uniti d’America, dove sono in corso violenti polemiche e scontri anche fisici contro la decisione della Corte Suprema, che ha cancellato la sentenza Roe vs. Wade, che nel 1973 aveva stabilito l’esistenza di un diritto costituzionale all’aborto, annullando le leggi che lo vietavano in vari Stati”. E ancora, si legge nel bollettino: “In Svizzera e nel Cantone Ticino non si parla più di aborti legali, si tratta di uno dei nuovi tabù di questo millennio. Le interruzioni legali di gravidanza (le cosiddette “Ivg”) secondo la legge detta "dei termini" avvengono nella totale indifferenza della popolazione e delle istituzioni”.
Nel 2021 le Ivg in Ticino sono state 252, nel 2020 erano 302. Negli ultimi cinque anni i bambini abortiti volontariamente sono ben 1447. Questi i dati pubblicati nel Rendiconto 2021 del Consiglio di Stato del Cantone Ticino. Quelli di dettaglio, riportati di seguito, provengono invece dall'Ufficio del Medico cantonale.
Metodo utilizzato
Per 55 donne è stato utilizzato il metodo chirurgico, per 189 pazienti quello farmacologico e in 89 casi sono stati necessari entrambi i metodi.
Fasce d'età
18 Ivg sono state effettuate da ragazze sotto i 20 anni, 42 da donne con età tra 20 e 24 anni, 44 con età tra 25 e 29 anni, 69 con età tra 30 e 34 anni, 48 con età tra 35 e 39 anni, 27 con età tra 40 e 44 anni, 3 con età tra 45 e 49 anni, 1 da una donna tra 50 e 54 anni.
Settimana di gestazione al momento dell’Ivg
Su 252 Ivg, 243 sono state effettuate entro la 12esima settimana di gestazione (soluzione dei termini, senza possibilità di conoscere le motivazioni) e 9 oltre la 12esima (1 per motivi psichiatrici, 8 perché il bambino era malformato: di questi 7 bimbi sono stati abortiti tra la 13esima e la 17esima settimana, 1 alla 20esima settimana).
Residenza al momento dell’Ivg
Le donne residenti in Ticino erano 240 (148 svizzere e 92 di altra nazionalità), 6 residenti all'estero (5 straniere) e 6 residenti nel resto della Svizzera (3 svizzere e 3 di altra nazionalità).
Luogo e tipo di intervento
11 Ivg sono state eseguite in clinica privata, 187 negli ospedali pubblici dell'EOC, 54 in studio medico. In 242 casi sono state eseguite in ambulatorio, in 10 con ricovero.
Da tempo l’Associazione “Sì alla Vita” avanza richieste ai responsabili politici e socio-sanitari del Cantone Ticino volte a ridurre ulteriormente il numero di bambini eliminati prima della nascita e per assicurare un aiuto efficace alle loro mamme e famiglie:
- Concentrare gli interventi e gli aiuti sulle donne residenti e rafforzare il ruolo propositivo sia dei CoSS (Consultori Salute Sessuale presso l'EOC) che delle altre organizzazioni che offrono sostegno e alternative all'Ivg, con una consulenza più propositiva, che sottolinei la positività e le opportunità straordinarie offerte da un bambino che si affaccia alla vita.
- Che lo Stato, l'Ente Ospedaliero Cantonale e i CoSS siano maggiormente impegnati a favore di un'azione a sostegno della vita umana nascente e delle famiglie che la accolgono, perché aspettare un bambino non è una malattia.
Dal canto suo l’Associazione, presente a livello nazionale, ha allestito il servizio di aiuto immediato "SOS - Madri in difficoltà", dedicato alle neomamme o future mamme che prima o dopo la nascita del bambino si trovano in situazione di disagio. Gli aiuti erogati sono di ordine economico (direttamente o tramite gli enti preposti), medico, psicologico e morale, giuridico. Nella fase post Covid-19, “Sì alla Vita” ha aiutato un centinaio di mamme e famiglie, sostenendole finanziariamente, moralmente e con aiuti in natura.
Per l’anno in corso, sono già tre i bambini nati grazie a questo prezioso sostegno, mentre altri due nasceranno entro fine 2022. Per altre famiglie con bambini piccoli vengono regolarmente forniti aiuti indispensabili a dare loro un po' di serenità.
“Ogni contributo per i casi che seguiamo, anche piccolo, è preziosissimo”, è l’appello dell’avvocato Caimi e di sua moglie Biancamaria. “Il mare è composto da tante piccole gocce. Grazie infinite a tutti voi che, dal 1975, ci permettete di compiere incredibili miracoli! Perché di questo si tratta, anche se forse non ce ne rendiamo sempre conto”.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito dell’Associazione: www.siallavita.org