CRONACA
Evelina Sgarbi rifiuta il GF VIP e papà Vittorio si arrabbia di brutto
Il critico d'Arte: "Le avevano offerto 100'00 Euro e non si sputa sui soldi. Si è comportata da stronza"

MILANO - Sua figlia Evelina ha rifiutato di partecipare al Grande Fratello VIP. Per alcuni genitori sarebbe stato motivo di vanto. Ma non per lui, anzi…Vittorio Sgarbi l’ha presa malissimo e in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato i motivi della sua arrabbiatura.

Ma prima cominciamo dalle motivazioni del rifiuto della ragazza, 22 anni, secondogenita del critico d’arte, nata dalla relazione con una raffinata signora di Torino (Barbara), ha studiato all'istituto Marangoni di Milano ed è un'appassionata di moda e stile e naturalmente di arte. Evelina ha detto “no” al GF VIP “perché nella casa si fanno troppi pettegolezzi e comunque mi chiamano soltanto perché sei mio padre”, ha spiegato al genitore.

“Roba da matti - reagisce Vittorio dalle colonne del Coserà - Alfonso Signorini e i suoi autori l’hanno cercata e ricercata e lei non rispondeva nemmeno al telefono, si è data alla nebbia, così quelli poi venivano da me. Tutti le dicono che è stata brava, eroica, un genio, una virtuosa, per aver resistito alla tentazione. E invece no, si è comportata da stronza, ecco cosa, furba per sé e dannosa per gli altri. Su questa storia abbiamo litigato e non ci siamo parlati per mesi. Poi è ricomparsa tutta affettuosa, ve lo dico io perché...per la borsa”.

Sulla borsa ci torniamo. Sgarbi, nel racconto fatto al quotidiano, ha spiegato che la figlia ha dato addirittura buca agli appuntamenti per i provini della prossima edizione: “Temeva la pubblicità negativa, le chiacchiere, non le sembrava un programma degno di lei. Balle, se una ha un carattere forte sa come difendersi, anche in un ambiente degradato, altrimenti significa che non ha una gran considerazione di sé. Tanto poi di quello che succede in tv, delle liti, delle figuracce, la gente si dimentica in fretta. Quando nel 1991 mi scritturarono per Il Gioco dei Nove, mi pagavano cinque milioni di lire per fare il fesso. Ovviamente ho accettato e ho fatto bene. A lei avevano offerto 100 mila euro, che ci sputi sopra?”.

E sui soldi non si sputa, insiste Sgarbi: “Quando guadagni dei soldi, è sempre moralmente giusto. Per una come lei che frequenta l'ambiente della moda, anche sfiorare il mondo dello spettacolo le avrebbe fatto comodo, si faceva conoscere. Si pagava i conti. E non veniva a mettere in croce me per farsi comprare una borsa di Dior da duemila e 800 euro”. Una Saddle, per l'esattezza. 

“Con quel cachet - aggiunge Vittorio - avrebbe potuto permettersela, non pretenderla da me. Ha buttato via un'opportunità perché la considerava dannosa per la sua immagine, resta pur sempre una forma di spreco. Bah, alla fine le ho pure presentato il Ceo di Dior che è mio amico, e la borsa è arrivata”.

Così come la riconciliazione tra padre e figlia.  

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