Da due mesi sindaco di Taormina, “Scateno” è pronto a candidarsi alle Europee. La sua ultima sortita risale all’altro giorno, quando ne ha dette di cotte e di crude al comico Angelo Duro, perché... VIDEO
Di Lillo Alaimo
Ricordate Giuliano Bignasca prima maniera?! Tra i banchi del Nazionale con un piccone. In Tribunale con la toga, ma sul banco degli imputati, imitando il Di Pietro di Mani Pulite. O sul suo giornale a incitare, con una taglia, la distruzione dei radar fissi.
Bene, in Sicilia c’è un politico alla stregua di “Nano” Bignasca. Cateno De Luca, da due mesi sindaco della località turistica fra le più note al mondo, Taormina. Deputato nel Parlamento siciliano con una lista, Sud chiama Nord, data nell’isola al 15/20%. E presente nel Parlamento nazionale con due rappresentanti.
Non è tutto. Cateno De Luca - per tutti ormai “Scateno” - é pronto a candidarsi alle Europee. E “alle sue mutande”, come ha scritto l’altro giorno un quotidiano nazionale italiano, stanno attaccati gli “Olio&Olio” del Terzo Polo: Carlo Calenda e Matteo Renzi.
E Scateno - che aspira a diventare, così va dicendo, “Imperatore del Regno delle due Sicilie - ha pensato bene di volersi candidare nel “Regno del Berlusca”, Monza. La “tana del lupo”, lui la definisce. In Brianza a sfidare Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan.
“QUESTO TROGLODITA LO CACCIO A CALCI”
Bene, ricordate Giuliano Bignasca prima maniera?! “Scateno” é tale e quale. L’ultima sortita é dell’altro giorno. Ha rincorso per tutta Taormina un comico siciliano emergente, Angelo Duro (a maggio si è esibito anche a Locarno), perché con una pensata a dir poco singolare, per le vie della cittadina aveva imbrattato con falli d’ogni colore i propri manifesti pubblicitari. Quelli che annunciavano uno spettacolo, di lì a poche ore, al Teatro Greco. Lo ha rincorso “armato” di due bombolette spray: “A questo troglodita i c…i glieli disegno io sul petto e poi lo caccio a calci” (GUARDA IL VIDEO).
Lo ha multato! Seicento euro per “attentato al decoro urbano”. Lo ha denunciato alla Procura e… Beh, quel che gli ha mandato a dire pubblicamente trasforma in “mammolette” i falli con cui Duro aveva imbrattato i manifesti.
Ieri sera, il 7 agosto, lo spettacolo si è svolto regolarmente nonostante le minacce e Duro si è guardato bene dal fare satira sul sindaco.
“Non ho chiesto di annullare la serata perché ho avuto rispetto per i suoi fans e per chi aveva acquistato il biglietto”, ha detto Scateno che, comunque, poco prima aveva respinto e cacciato da Taormina il furgone del merchandising di Duro.
Chissà che avrebbe fatto, vien da pensare, se fosse stato sindaco a Locarno quando anni fa i Volo - anche loro siciliani e che al Teatro Greco sono di casa - fecero di tutto e di più nelle camere dell’albergo occupate sul lungo lago in occasione di un loro concerto.
IN MUTANDE IN PARLAMENTO
Se Giuliano Bignasca si è presentato in Parlamento con il piccone, Scateno qualche anno fa si è messo in mutande. Avvolto nella bandiera siciliana ha protestato per l’esclusione da una Commissione. In mano un Pinocchio, nell’altra la Bibbia.
E il piccone? Non se l’è fatto mancare. Nei primi due mesi da sindaco a Taormina (in Sicilia lo è stato già cinque volte, la penultima Messina) ha rivoltato la città come un calzino. Sta smontando - così racconta ai suoi concittadini che l’hanno eletto con il 65% dei voti – il “Sistema Taormina”. Abusi e privilegi, tasse comunali non pagate da decenni. È così con un codazzo di collaboratori e in diretta Facebook, è uscito dal palazzo comunale brandendo un piccone. Aveva scoperto che una sorta di chiosco, adibito a negozio di fiori, in pieno centro, da sempre non pagava la tassa annuale per il suolo pubblico. Duemila e cinquecento euro l’anno. Un’assurdità se si pensa che un negozio in centro arriva a pagare di affitto anche venti, trenta mila euro al mese. Per quel chiosco nessuno aveva mai, ma proprio mai pagato. E così Scateno ha iniziato la demolizione. Tempo qualche giorno il chiosco è sparito del tutto. Come sono spariti dalle strade – a partire dalle 6 del mattino di ogni giorno – montagne di rifiuti e di camion di corrieri e fornitori. Scateno pretende che le strade del centro vengano lavate tutti giorni. Taormina come una piccola Svizzera del sud a cui, dice, farò presto riprendere il volo.
“AGLI ALBERGHI VADO IO A TAGLIARGLI L’ACQUA”
Come? Ha iniziato ad alleggerirgli il fardello di debiti che dalla scorsa estate hanno fatto andare in “dissesto” l’Amministrazione comunale. Ottanta milioni da pagare a destra e a manca. È così Scateno appena nominato sindaco ha annullato le ferie dei dipendenti comunali, ha messo mano al bilancio e soprattutto ai cassetti impolverati con i nomi di centinaia di debitori. Ha calcolato tasse non pagate (suolo pubblico, rifiuti, acqua, imposta sulla casa, tassa di soggiorno) per 25 milioni. Anche grandi alberghi con debiti di 300 e 400 mila euro. Ha fatto partire oltre 12 mila lettere per riscuotere i tributi comunali non incassati negli ultimi cinque anni. “In questi giorni andrò io stesso con le cesoie a tagliare l’acqua ad alberghi e ristoranti. Mentre ai privati, come prevede la legge, sarà ridotta al minimo indispensabile”.
I fuchi per Bignasca erano i dipendenti statali? Qui a Taormina lui ha scoperto che 80 "fuchi" su 120 non erano in regola con le tasse comunali. Gli sta togliendo il dovuto dagli stipendi di agosto...
Scateno è uno che il diritto amministrativo lo conosce. È Avvocato, specializzato in cause di lavoro, e da vent’anni in politica. Mastica norme e codici come pochi. Ha risanato Messina e all’ultimo suo Consiglio comunale prima dell’addio ha elencato i suoi successi parlando più o meno ininterrottamente per tredici ore. “Io mi candido e faccio il sindaco per cinque anni, una legislatura. Non un giorno di più”. Lascia il segno, sceglie un successore (immancabilmente eletto) e se ne va.
“QUI LA SEDE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE”
Ora a Taormina ha un programma da vero Imperatore. Addirittura ha individuato la sede del nuovo Regno delle due Sicilia. Palazzo Corvaja, una storica dimora dove nel 1410 si riunì il Parlamento siciliano. Sfida quel che è rimasto dell’opposizione con idee provocatorie. “A Palazzo Corvaja farò anche la sede del nuovo casinò”. Non scherza, tanto che a Roma i due rappresentanti del suo partito hanno presentato un disegno di legge per riaprire a Taormina una casa da gioco.
Ricorda Bignasca ma anche la Lega di Bossi prima maniera. Quello con l’ampolla d’acqua ai piedi del Monviso. A fine luglio Scateno ha organizzato – nel suo paesino natale a due passi da Taormina – la prima “festa” di Sud chiama Nord. E a simboleggiare l’orgoglio siciliano non un’ampolla ma… un tuffo collettivo nel fiume. C’era anche Vittorio Sgarbi, critico d’arte e politico, che in Sicilia è stato sindaco. Ma soprattutto sostenitore di alcune idee del nuovo Imperatore.
A SALVINI UNA SCATOLA DI LEGO
Scateno come Sgrabi. Tutti e due critici verso il progetto del Ponte sullo Stretto. “Fa parte del festival delle minchiate”, taglia corto il sindaco di Taormina che a Matteo Salvini – ministro leghista e grande sostenitore del Ponte – ha inviato una scatola di Lego. Tieni, piuttosto gioca con questa! Qui in Sicilia, sostiene Cateno De Luca, prima del Ponte abbiamo bisogno d’altro. Strade, autostrade, ferrovie, porti…
Il neo imperatore del Regno delle due Sicilie (che nel suo omonimo governatore della Campania ha un valido sostenitore) è un decisionista. Come lo era Bignasca della prima ora. Scateno è un decisionista da vent’anni perché, come si dice nella sua terra, “Cchiù longa è a pinsata, cchiù grossa è a minchiata”.
Ora non gli resta che sperare che il Nord risponda alla chiamata del suo Sud.