I capi Dicastero polizia insorgono contro la decisione e i modi con cui il Governo ha comunicato l’intenzione di procedere alla creazione di un Corpo unico di polizia entro il 2021: “Hanno dimostrato poca se non nessuna considerazione di Comuni e Poli"
LUGANO – Per come è stato comunicato l’intento di arrivare entro il 2021 alla creazione della Polizia unica, il Governo ha scavalcato e dimostrato di tenere in scarsa considerazione la voce dei Comuni. Questa in sostanza l’accusa che i capi Dicastero polizia rivolgo al Consiglio di Stato, chiedondo “un incontro in tempi brevi e la disponibilità a riconsiderare la procedura, in particolare posticipando una decisione al processo di creazione di consenso, e non viceversa”.
La lettera, firmata dai capi Dicastero Michele Bertini (Lugano), Tiziano Broggini (Ascona), Mario Branda (Bellinzona), Norma Ferrari Conconi (Biasca), Roberta Pantani Tettamanti (Chiasso), Marco Nobile (Giubiasco), Alain Scherrer (Locarno) e Samuel Maffi (Mendrisio), comincia con la constatazione, amara, di aver appreso dai media la decisione dell’Esecutivo cantonale di introdurre un Corpo di Polizia unico a partire dal 2021: “Riteniamo che le modalità e i contenuti della comunicazione resa pubblica nella risposta alla mozione presentata dal deputato Giorgio Galusero siano state inadeguate e intempestive, in particolare alla luce della collaborazione e dell’impegno finora profuso dalle Polizie comunali e dai Capidicastero Polizia di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano, Mendrisio, Ascona, Biasca e Giubiasco”.
Ma soprattutto, comunicando la decisione di procede all’istituzione di un corpo di polizia unico nella risposta alla mozione, “il Consiglio di Stato scavalca il rapporto istituzionale fra Cantone e Comuni e dà per acquisita una decisione che non è stata né concordata né approfondita rispettivamente condivisa con i referenti regionali. In questo modo, riteniamo che il Cantone pregiudichi il rapporto di fiducia istaurato fino a oggi dimostrando poca se non nessuna considerazione dei Comuni e dei Poli”.
Se la decisione è presa, incalzano i capi dicastero, quale allora lo scopo della Conferenza cantonale consultiva sulla sicurezza (il gruppo di lavoro interregionale istituito per seguire l’implementazione della Legge sulla collaborazione fra la Polizia cantonale e le Polizie comunali)? “Ci auguriamo che non si sia trattato di un mero esercizio alibi da parte del Cantone, in quanto dai Comuni interessati, il lavoro è stato affrontato con la massima serietà e trasparenza, con l’unico obiettivo di raggiungere il risultato più efficace a garanzia della sicurezza del territorio nel rispetto dell’impiego oculato delle risorse”.
Nella lettera, si torna poi a mettere l’accento sulla necessità, “prima di procedere a una decisione inappellabile”, di sciogliere i dubbi e le perplessità che l’introduzione di una Polizia unica ha suscitato. “Pensiamo, in particolare, alle ricadute finanziarie e alla gestione della sicurezza sul territorio. L’impressione è quella di una fuga in avanti ancora prima di aver raccolto i dati e qui ci riferiamo in particolare a quelli concernenti l’efficienza e l’efficacia del dispositivo Regionale, la cui valutazione potrà avvenire solo dopo la sua definitiva entrata in funzione, rispettivamente dopo un periodo di attività di almeno 5 anni. Non si vorrebbe quindi che le chiare difficoltà che la ricordata comunicazione creerà nella ricordata implementazione in corso, persegua lo scopo di accelerare la visione del Dipartimento, evidenziando il mancato successo del progetto”.
“Occorre tenere conto del fatto – concludono – che attualmente sono in corso nelle nostre regioni una serie di processi di convenzionamento tra i Comuni, un’operazione particolarmente delicata anche sulla scorta dell’impatto finanziario su comuni e che quindi necessita di essere seguita con la giusta attenzione e nel rispetto delle peculiarità e sensibilità di ognuno. La determinazione e la propositività delle Polizie e dei rispettivi Capidicastero nel concludere questo processo entro i termini di legge secondo criteri di razionalità ed efficienza, non sono certo incentivati dalle modalità decisionali e comunicative emerse negli scorsi giorni”.