POLITICA E POTERE
Laura Sadis non si ripresenta, che cosa riserverà il futuro al Plr?
Gli editoriali dei tre maggiori quotidiani danno delle letture diverse dell’annuncio fatto ieri dalla direttrice del DFE, ma tutti riconoscono i meriti, passati o presenti, alla ministra uscente

BELLINZONA – Che la notizia avrebbe rubato la scena anche e addirittura al risultato di votazioni cantonali e federali importanti lo avevamo scritto ieri, e oggi la conferma arriva dai tre editoriali dei tre maggiori quotidiani, dedicati tutti all’annuncio di ieri della ministra liberale Laura Sadis, che in conferenza stampa ha comunicato l’intenzione di non ricandidarsi in vista delle elezioni del 2015. 

Sulla Regione il direttore Matteo Caratti , in un editoriale intitolato "La lezione di un addio", rende onore a Laura Sadis, preconizzando un futuro non proprio roseo per il “partitone”, a forte rischio populismo secondo la visione del direttore del quotidiano bellinzonese. 

"Laura Sadis esce di scena forte – scrive Caratti –, con fresca in tasca la vittoria in due importanti votazioni" prosegue il direttore de La Regione. "Col suo addio risponde così alla nuova presidenza PLR che ha fatto di tutto e di più per mostrare anche in pubblico i dissidi interni. Un addio prova del nove (dolorosa) che la consigliera liberale-radicale non è mai stata una ministra incollata alla poltrona, ma seriamente interessata a risolvere i problemi del Cantone."

"Che dire? Che effettivamente – continua l’editoriale – , in otto anni, il modo di far politica in genere e le dinamiche interne al PLR sono radicalmente cambiati. Nell’arena politica si deve sempre più far di conto col populismo, che ogni domenica ti fa il contropelo (…). In Governo sono stati eletti ministri in perenne campagna elettorale: Gobbi, Zali (prima Borradori) e Beltraminelli. Politici molto impegnati sul fronte pubblico a far sapere cosa stanno facendo anche attraverso le nuove tecnologie, mentre lei Laura Sadis (come del resto il suo collega Bertoli) sono fatti di un'altra pasta, interessata più al fare che all'apparire."

Caratti ripercorre poi la storia politica della ministra delle finanze, ricordando in particolare lo scontro con Marina Masoni, che l’ha vista uscire vincente, facendola diventare “l’uomo forte del Plr”. 

"Come già scritto sabato ora per il PLR – conclude Caratti – , orfano di una onesta, tenace e (troppo) modesta signora ministra, la strada del raddoppio è più che mai in salita e le sirene del populismo ancor più allettanti. Speriamo di sbagliarci".

Sul Cdt il condirettore Fabio Pontiggia titola invece un più concreto “La ministra vince e se ne va”, rendendo inizialmente merito alla scelta dei tempi con i quali comunicare la decisione, sottolineando infatti l’importanza della duplice vittoria di ieri e riconoscendo grande coerenza a Sadis.

"Si può condividere o meno la sua linea politica e il suo metodo – scrive Pontiggia – . La si può criticare per quanto è riuscita a realizzare in oltre sette anni di presenza in Governo e per quanto invece non ha saputo concretizzare. Ma in ogni caso va riconosciuto in tutta onestà che la rinuncia alla candidatura (con rielezione praticamente certa), in largo anticipo sul termine imposto dal pressing del presidente Rocco Cattaneo, non è da tutti. Al contrario: la coerenza e il coraggio sono merci sempre più rare in politica."

Pontiggia come detto commenta poi l’importante doppia vittoria di ieri su amnistia fiscale e freno ai disavanzi, due misure, in particolare la seconda, per le quali Sadis si è battua pressoché da sola in Governo, sottolineando l’operatività della direttrice del DFE che, a differenza del Gran Consiglio, si è chinata sul problema e una soluzione per la gestione delle spese e delle uscite ma anche delle entrate con il moltiplicatore cantonale, ancora tutta da verificare secondo Pontiggia, l’ha prodotta. 

Infine Pontiggia scrive che la rinuncia di Sadis “ripropone due questioni di fondo: a) il nostro sistema, fondato sulla concordanza (tutti i maggiori partiti nell’Esecutivo, collegialità) schricchiola sempre di più per lasciare spazio alla logica del tutti contro tutti; b) la dialettica interna al Partito liberale radicale non riesce ancora a togliersi di di dosso i panni della faida che continua a mietere vittime. Tutto questo – conclude Pontiggia –  pone l'ex partitone in una condizione particolarmente difficile in vista del 2015".

Infine sul Giornale del Popolo è il vicedirettore Gianmaria Pusterla a firmare l’editoriale intitolato "Quale stagione si apre per il PLR?"

"In questo momento – scrive Pusterla – non si capisce bene se abbia fatto più un favore a se stessa o al suo partito". "Letta così – prosegue –, la rinuncia di Sadis fa il gioco di Cattaneo e della sua visione sul futuro del partito. Se poi tale impostazione si rivelerà davvero vincente ancora non è dato sapere."

Pusterla torna anche lui sul passato e sullo scontro con Marina Masoni, che l’ha fatta emergere come la rappresentante dell’ala radicale, ruolo che le stava stretto e che ora sicuramente alleggerirà la ministra uscente, "tenuto conto che in quella pelle non si è mai trovata a suo agio."

"Un abito cucitole addosso – scrive Pusterla – per affrontare in duello Marina Masoni in quella campagna elettorale del 2007 che ha segnato un rientro in forze della corrente radicale ai vertici del partito, provocando sconquassi manifestatisi poi con la perdita della maggioranza relativa nelle successive elezioni del 2011."

Secondo Pusterla Sadis ha individuato correttamente "uno degli andazzi più preoccupanti cui assistiamo in Ticino", quella perdita di coerenza della politica criticata ieri dalla direttrice del DFE. Infine, riallacciandosi al titolo dello scritto Pusterla torna sul futuro del partito liberale e, nonostante giudichi positivamente la volontà di Cattaneo di staccarsi dalle logiche di potere che hanno logorato il partito negli ultimi anni, chiude con un avvertimento: "Se sarà così ben venga, anche se i coltelli sotto il tavolo sono sempre affilati..."

red

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