Intervista al presidente PPD alla viglia del congresso: "La partita è più aperta rispetto a qualche mese fa e la nostra squadra ha qualcosa in più rispetto alle altre. Ma ad aprile tutti i partiti rischiano di perdere qualcosa"
Giovanni Jelmini, sabato il PPD apre ufficialmente la sua campagna elettorale con il congresso cantonale. Una campagna in cui fin da subito voi avete voluto ritagliarvi un ruolo da protagonisti. Ora ci siamo: con quali sentimenti si avvicina ai nastri di partenza?
"Il congresso è l'occasione per dire quali sono i nostri obiettivi e per presentare il modello di società in cui crediamo e che vogliamo contribuire a costruire. Noi, anche secondo molti osservatori esterni, ci presentiamo con la lista più forte per il Consiglio di Stato e non si tratta di un fattore estetico; crediamo veramente nella possibilità di poter rafforzare la nostra presenza in Governo, pur consapevoli che sarà una contesa molto dura”.
Rispetto a quando avete presentato la lista, e ora che tutti i candidati sono noti, la sfida le sembra più aperta o più difficile?
"La partita mi sembra più aperta perché sicuramente la nostra squadra ha qualcosa in più rispetto alle altre. E credo che nei confronti politici che scandiranno la campagna elettorale, il fatto di avere dei candidati di grande competenza e profilo potrà fare la differenza a nostro favore".
La Lega ha spiegato perché è importante che la maggioranza relativa in Governo resti leghista. I liberali hanno dal canto loro argomentato sui motivi per cui sarebbe importante che la guida del Consiglio di Stato torni ad essere del PLR. Lei mi dice perché invece al Ticino converrebbe una maggioranza relativa PPD?
"Perché abbiamo le persone che hanno esperienza e competenza nell’ambito dell’attività politica e sono in grado di occuparsi della conduzione del Cantone. Del resto, nel passato il PPD aveva due rappresentanti in Governo e, secondo l’opinione di molti, allora la politica funzionava meglio…"
Quattro anni fa ci fu quello che lei definì lo tsunami che portò a una nuova maggioranza in Governo. Quattro anni dopo a suo giudizio cosa ha prodotto quello scossone politico? Cosa ha portato di diverso la maggioranza relativa leghista rispetto a quella liberale?
"È difficile dare un giudizio sul Governo facendo astrazione dal Parlamento. La maggiore frammentazione del Gran Consiglio e la perdita di collegialità nel Consiglio di Stato non sono state certo d'aiuto per la conduzione del Cantone. Anche il fatto che spesso le decisioni prese all'unanimità dal Governo non hanno avuto seguito da parte dei gruppi parlamentari rappresentanti in Consiglio di Stato ha rappresentato un ulteriore ostacolo. Nel Governo è mancato talvolta lo sforzo da parte dei cinque consiglieri di Stato di concordare, condividere e promuovere le riforme più importanti, rendendole di fatto più deboli e attaccabili già in partenza".
PLR e Lega sono più forti o più deboli rispetto a 4 anni fa?
"In questa legislatura, dove non si è riusciti a produrre grandi riforme, escono indeboliti entrambi."
Nel corso della legislatura le critiche più severe le ha mosse nei confronti di Laura Sadis e Manuele Bertoli. Lasciando perdere Sadis, che ha deciso di non ripresentarsi, conferma i suoi giudizi particolarmente critici verso il ministro socialista: è stato il peggiore secondo il suo punto di vista in Governo?
"Non mi piacciono le classifiche dei migliori e dei peggiori. Tuttavia credo che un Consigliere di Stato debba essere al servizio di tutti i cittadini e le cittadine del Cantone e debba essere capace di rispettare, e quando richiesto applicare, la volontà popolare. Su questo compito non può prevalare la propria posizione ideologica personale. E qui Bertoli è mancato clamorosamente".
Nella legislatura che sta per chiudersi si è spesso parlato di un asse privilegiato fra voi e la Lega. Anche negli ultimi giorni si è parlato di una riunione tra i vertici dei due partiti per trovare degli accordi puntuali. Accordi che sembrerebbero saltati dopo la decisione di Paolo Beltraminelli di appoggiare la segnalazione per le famose fuga di notizie dall'interno del Governo, in opposizione ai due ministri leghisti. Cosa mi dice di questa faccenda?
"Guardi, sui pettegolezzi non perdo tempo a rispondere. Quello che posso dire è che la frammentazione dello scenario politico attuale ti impone di cercare delle alleanze su temi specifici con gli interlocutori con cui puoi parlare. Abbiamo portato avanti progetti con la Lega e altri con il PLR (vedi ultimo preventivo) e, soprattutto a inizio legislatura, con entrambi i partiti. E questo, a mio parere, è un modo pragmatico, l'unico possibile in questo momento, per realizzare qualche progetto".
Ma si trova meglio con il PLR di Cattaneo o con la Lega?
"Io con Cattaneo vado d'accordo, né ho mai nascosto alcune affinità con la parte liberale del PLR presente nella dirigenza, meno nel gruppo parlamentare dove la "r", contrariamente a quanto afferma Ducry, non mi pare sia scomparsa. Personalmente ho comunque buoni rapporti sia con aderenti del PLR che della LEGA, che incontro più o meno regolarmente e con i quali discuto volentieri."
Le faccio una domanda da esperto e da appassionato di politica e non da presidente di partito: secondo lei coma va a finire ad aprile?
"Grazie per l’esperto. Come appassionato e come presidente di partito – mi è difficile separare i due ruoli – credo che ad aprile qualcosa perderanno un po' tutti i partiti; guadagnerà ulteriormente la scheda senza intestazione. E questo a causa di un processo di disaffezione che è già in auge da diversi anni ma anche a causa si una litigiosità più accentuata rispetto al passato che produrrà ricadute negative per tutte le forze politiche. La politica deve tornare al più presto a parlare alla gente ma deve farlo con serietà e responsabilità".
Un'ultima domanda: perché un elettore che non ha mai votato un partito storico dovrebbe questa volta scegliere il PPD?
"Per le capacità, l’entusiasmo e la passione delle persone che presenta in questa competizione elettorale e, perché no, per la simpatia del suo presidente...”
AELLE