Un anno fa l'Esecutivo aveva deciso che la sede dell'autogestione non può più essere l'ex Macello. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti
LUGANO - Il Municipio di Lugano ha scritto settimana scorsa all’assemblea del centro sociale autogestito (CSOA) “Il Molino”. Formulando una precisa richiesta: “Chiediamo alla vostra assemblea di definire un incontro con i nostri rappresentanti per uno scambio di opinioni inteso a chiarire alcuni aspetti relativi alla vostra permanenza presso l’attuale sede e una valutazione circa possibili scenari futuri”. Della lettera ha dato notizia il Corriere del Ticino.
Va ricordato che con il 19 aprile dell’anno scorso il Municipio aveva deciso a maggioranza (sei voti contro uno) che “l’ubicazione del CSOA non può più essere l’ex Macello”, che ha un elevato pregio architettonico.
Insomma, l’Esecutivo ha deciso già da tempo il principio di “mettere a beneficio della collettività” quegli spazi, cercando con gli attuali “inquilini” una soluzione “alternativa, possibilmente condivisa”. Anche se pare che gli attuali inquilini non siano disposti a grandi trattative. Quindi che fare? Si andrà verso uno scontro e il conseguente sgombero?
“Il Municipio – ha dichiarato al Corriere il capo dicastero Polizia Michele Bertini – non vuole che un luogo così pregiato venga lasciato a se stesso e non venga destinato a nessuna progettualità solo perché occupato. L’Esecutivo su questo è coeso. Siamo coscienti che in qualsiasi realtà urbana possano esserci realtà di aggregazione alternative e non saremo noi a vietarle. Però non siamo più disposti a tollerare questa occupazione e la totale mancanza di rapporti con l’autorità”. Quindi, se non ci sarà un’apertura al dialogo si andrà alla prova di forza e allo sgombero forzato? “È una decisione che dovrà prendere il Municipio. Per quanto mi riguarda però sì. Non accettiamo i ricatti”, ha concluso Bertini.
red