POLITICA E POTERE
Tassa di collegamento, le associazioni economiche dicono ancora no alla proposta di Zali: "È peggio della prima!"
“Assoluta contrarietà delle aziende ticinesi all’introduzione di un nuovo balzello che andrebbe a gravare ulteriormente sulle spalle delle aziende, dei lavoratori e dei consumatori"

LUGANO - Nell’ambito della procedura di consultazione le principali associazioni economiche ticinesi (Camera di commercio, AITI, DISTI e ASSEA) hanno indirizzato al Consiglio di Stato una presa di posizione congiunta che ribadisce “l’assoluta contrarietà delle aziende ticinesi all’introduzione di un nuovo balzello che andrebbe a gravare ulteriormente sulle spalle delle aziende, dei lavoratori e dei consumatori ticinesi, senza assicurare alcuna riduzione del traffico. Da qui il disilluso no ad una misura che persegue obiettivi puramente fiscali e finanziari, senza considerare le difficoltà che aziende e cittadini stanno attraversando in questo momento”.

Questa la presa di posizione delle associazioni economiche:

“I rappresentanti del mondo economico si vedono costretti a rimarcare che la nuova proposta risulta notevolmente peggiorativa rispetto a quella bocciata dal parlamento nel mese di dicembre dello scorso anno, imponendo il prelievo di importi che potrebbero giungere fino a 1'250.- CHF all’anno per i lavoratori. Contrariamente al mandato ricevuto dal parlamento, il governo non si è minimamente chinato sugli aspetti più controversi e, in particolare, non ha in alcun modo dimostrato la legalità e la proporzionalità della misura. È un fatto assolutamente sconcertante che, a tutt’oggi, permanga la più totale e assoluta incertezza sul numero di fondi e aziende toccate e che non sia stata fatta alcuna previsione sul gettito che il nuovo prelievo dovrebbe generare, né sugli effetti negativi per le aziende, che potrebbero peraltro portare a importanti riduzioni del gettito derivante dalle imposte ordinarie.

La proposta di nuova tassa di collegamento mira ad istituire l’assurdo meccanismo per cui lo stato potrebbe incassare dei proventi dall’uso di suolo privato da parte di privati. La misura che negli intenti sembrerebbe voler essere messa a carico unicamente dei proprietari dei fondi sui quali sono presenti più di 50 posteggi, andrà in realtà a colpire tutti i cittadini, sul posto di lavoro e quando vanno a fare la spesa. Le persone che già oggi pagano il posteggio sul posto di lavoro, si vedranno costrette a pagare una fattura notevolmente più cara.

Il mondo economico ticinese, esprimendo delusione per il fatto che il vero problema della diminuzione del traffico non viene così risolto, respinge la misura, ritenendola vessatoria e discriminatoria. Non è inoltre accettabile che una tassa di collegamento venga fatta pagare anche a chi non beneficia di alcun collegamento alla rete del trasporto pubblico. Il principio della causalità, ancorato nella prima versione del 1994, è ancora completamente trascurato.

Rispetto alla prima versione, le norme proposte prevedono la possibilità di imporre il pagamento della tassa a qualsiasi azienda, indipendentemente dal numero di dipendenti di cui dispone, per il semplice fatto che la stessa si trovi insediata in uno stabile che dispone di 50 posteggi.
L’introduzione della nuova tassa di collegamento (senza collegamento) comporterebbe inoltre la necessità di istallare un grande numero di barriere di accesso su fondi che non sono predisposti per accogliere questo tipo di istallazioni, con il rischio concreto di generare forti ingorghi e colonne dovute all’aumento dei tempi di attesa per accedere ai posteggi. Aspetti questi che il Governo, preoccupato solo di battere cassa, non ha minimamente considerato.

Anche i costi che si assumerà il Cantone con l’introduzione del balzello non sono stati valutati: l’importo netto a favore delle casse cantonali differirà infatti sostanzialmente dall’importo lordo incassato. Le associazioni economiche tornano a ribadire che per cercare di risolvere i problemi del traffico è indispensabile che tutti gli attori coinvolti, pubblici e privati, si siedano insieme allo stesso tavolo e procedano a ricercare delle misure effettivamente praticabili per cercare di raggiungere il risultato auspicato”. 

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