POLITICA E POTERE
Più scettici che entusiasti, ma in Gran Consiglio passa la "tassa sui posteggi". Tanti sì a denti stretti in attesa del probabile referendum. Mentre il PPD promette un'iniziativa popolare
La tassa di collegamento passa con 64 sì, 6 no e 13 astensioni. Gli interventi di Zali, Savoia, Dadò, Pinoja, Caverzasio, Caprara, Durish e Morisoli

BELLINZONA – Alla fine, dopo tre ore di dibattito, la tanto discussa, controversa, vituperata tassa di collegamento, è passata. Un anno dopo il voto con cui il Gran Consiglio accolse il principio ma rinviò il progetto al Governo chiedendogli di rivederlo.

Oggi la tassa sui posteggi dei grandi generatori di traffico, che porterà nelle casse del Cantone circa 18 milioni di franchi, e verrà applicata a tutte la aziende che hanno più di 50 posteggi, è stata approvata a larga maggioranza del Parlamento: 64 i sì, 6 i no, 13 le astensioni. Le astensioni sono arrivate principalmente da deputati del PPD, mentre i no dall’UDC e da La Destra.

Ma sulla tassa di collegamento ci sarà referendum, come hanno già fatto intendere le associazioni economiche, che si sentono colpite da questo nuovo balzello proprio in un momento di crisi. Sono infatti i proprietari dei posteggi i dell’aggravio fiscale, anche se potranno ribaltare la tassa sui loro dipendenti, chiamandoli a pagare circa 850 franchi all’anno, o sui loro clienti, nel caso di negozi e centri commerciali.

Sulla revisione della legge sui trasporti pubblici approvata oggi, e in particolare sulla tassa, pende anche una spada di Damocle giuridica: si tratta di una tassa o di un’imposta? In quest’ultimo caso non potrebbe essere prelevata con il preciso scopo di finanziare un servizio specifico, come il trasporto pubblico. Ma questi sono aspetti che andranno chiariti in seguito.

Da parte sua, il PPD, che si è visto bocciare tutti gli emendamenti proposti, ha già annunciato il lancio di un’iniziativa popolare per reintrodurre i principi che ha perorato nel dibattito odierno. Va detto che tra i deputati erano più gli scettici degli entusiasti, e che molti hanno approvato la tassa di collegamento a denti stretti. Il che potrebbe rappresentare un altro elemento di fragilità se la misura verrà sottoposta al voto popolare. Ma veniamo alle posizioni principali emerse nel dibattito.

L’intervento di Sergio Savoia

Il primo a prendere la parola è stato il verde Sergio Savoia, relatore del rapporto di maggioranza: “Perché una tassa di collegamento? Perché è uno degli elementi con cui il Ticino cerca di affrontare l’emergenza del traffico, che in diverse regioni è al collasso, con i relativi costi per la salute degli abitanti e per l’economia. La disponibilità di posteggi è determinante nella scelta degli spostamenti del trasporto privato. Agire sui parcheggi e sui relativi costi ha dunque un impatto sulla mobilità”.

Questa misura, ha aggiunto Savoia, rientra in una politica dei trasporti coordinata. “Questa tassa non sarà la panacea di tutti i mali, non è una legge perfetta ma un semplice tassello di una politica integrata della mobilità per la quale non possiamo più attendere, perché siamo in una situazione di pre-collasso. Questa è una proposta semplice, facilmente applicabile e misurabile”.

Come commissione,  ha concluso Savoia, “abbiamo accolto due emendamenti: introdurremo un periodo di prova di tre anni, dopo il quale il Governo verrà chiamato a dimostrare gli effetti della tassa. L’altro emendamento limita il prelievo della stessa tassa a tre franchi e mezzo anziché a cinque franchi al giorno. Facciamo, in questo dibattito, un atto di fede verso chi non ha interesse finanziario rispetto a chi ne ha di più, vale a dire gli oppositori che fanno capo al mondo economico”.

L’intervento di Fiorenzo Dadò

Ha poi preso la parola Fiorenzo Dadò, capogruppo del PPD, e relatore di uno dei due rapporti di minoranza. “Porto l’adesione del mio gruppo – ha detto -, nonostante si tratti di una nuova tassa, e nonostante si sia cercato e si cerchi di manipolare la verità. Proponiamo però emendamenti, dunque correzioni, tanto semplici che le capirebbe anche il Gigi da Viganello. L’accettazione acritica di quanto proposto dal Governo non ci va. I nostri emendamenti intendono evitare di penalizzare chi vive nelle zone periferiche e non ha a disposizione un trasporto pubblico efficace, cittadini per cui chiediamo l’esenzione”.

I 18 milioni di gettito di questa tassa, ha aggiunto Dadò, “verranno prelevati per due terzi ai ticinesi, quindi non parliamo di una tassa per i frontalieri. Inoltre, le tasche alleggerite non saranno quelle di banchieri, medici, avvocati, che non verranno minimamente tassati. Tartassati saranno invece i lavoratori delle regioni periferiche, e ci chiediamo come la maggioranza del Gran Consiglio possa accettare una cosa del genere. L’abitante di Dalpe che lavora a Biasca pagherà 850 franchi all’anno, mentre l’abitante di Biasca che lavora a Dalpe non pagherà nulla”.

Ditemi, ha concluso il capogruppo del PPD, “dove sono le misure che tolgono non diecimila ma anche solo cento auto dalle strade. Dato che qualcuno lancerà un referendum contro la tassa di collegamento, sarebbe bene che il Gran consiglio la rendesse più accettabile di fronte all’opinione pubblica. Vedremo se l’ammucchiata bulgara affosserà i nostri emendamenti… Se così sarà li riproporremo con un’iniziativa popolare”.

L’intervento di Gabriele Pinoja

Gabriele Pinoja, presidente dell’UDC e relatore del secondo rapporto di minoranza, ha ribadito l’opposizione netta del suo partito alla tassa di collegamento. “Il traffico è al collasso, lo sappiamo tutti, ed è apprezzabile che il Dipartimento del territorio se ne stia occupando. Ma se gli obiettivi sono quelli di ridurre il traffico, allora questa proposta è un fallimento. Se invece lo scopo è introdurre un nuovo balzello, allora la tassa di collegamento raggiungerà i propri scopi. Riteniamo che ci voglia una politica condivisa, anche con gli ambienti economici, per ridurre il traffico. Ma anche la rete stradale va migliorata e ampliata. D’altra parte, di dubbi che questa tassa non sia la soluzione ideale ne avete un po’ tutti”.

C’è stato un anno di tempo, ha aggiunto Pinoja, riferendosi al voto parlamentare del dicembre scorso, che bocciò la proposta governativa ma approvò il principio, “per fare una proposta sostenibile e condivisibile. Negozi e centri commerciali, già confrontati con la concorrenza italiana dovrebbero far pagare il posteggio ai clienti? Ma siamo masochisti? Un altro merito ce l’ha questa tassa: procurerà 18 milioni di franchi, neppure netti, alle casse dello Stato, su tre miliardi che perdiamo. E grazie a questi 18 milioni eviteremo di far scattare il moltiplicatore d’imposta. Signori, sveglia! Se vogliamo sistemare le finanze dobbiamo agire sulla spesa e non sulle entrate”.

L’aspetto giuridico, ha concluso, è poi il muro più fragile di tutto il castello. “In questo cantone non so quante volte abbiamo chiesto perizie ad eminenti professori… forse era il caso di chiederne una anche in questo caso. Il principio del finanziamento del trasporto pubblico lo condividiamo ma solo se sostenuto da un progetto efficace e giuridicamente solido”.

L’intervento di Bixio Caprara

Bixio Caprara, ha parlato a nome del gruppo PLR:
“Appoggiamo il rapporto di maggioranza – ha detto  - ma il nostro sostegno è stato deciso non senza sofferenza, perché diversi sono gli aspetti problematici. Ogni proposta che possa contribuire a risolvere la situazione drammatica del traffico andrebbe accolta. Ma non possiamo sottacere la forte connessione tra questa tassa e il preventivo. Forte è stata la sensazione di essere stati messi con le spalle al muro”.

Questo modo di fare, ha detto Caprara rivolgendosi al ministro Claudio Zali, “rispetta poco i ruoli istituzionali. Queste prove di forza non vanno bene. L’aspetto giuridico della tassa è un altro aspetto problematico. Sappiamo inoltre che, se va bene, la tassa di collegamento sarà pagata almeno per la metà dai ticinesi. Il nostro gruppo non ama nuove tasse, e sia chiaro che questo sarà un credito a termine”.

L’intervento di Daniele Caverzasio

Per la Lega è intervenuto il capogruppo Daniele Caverzasio, che ha pure portato l’adesione al rapporto di maggioranza: “Il traffico è al collasso e produce enormi costi sull’economia, oltre che sulla salute, e questa proposta va inserita nel contesto di una strategia a 360 gradi. Diversi potenziamenti di trasporti pubblici sono stati nel frattempo attuati e altre iniziative stanno per nascere sul piano della mobilità aziendale. C’è stata una lotta ai posteggi abusivi: quasi la metà dei posteggi del comparto San Martino a Mendrisio lo erano. C’è poi il progetto delle corsie preferenziali per il car-pooling…”.

Insomma, ha detto Caverzasio, il Dipartimento del territorio sta lavorando. “Inoltre, la possibilità di prelevare una tassa sui grandi generatori di traffico è già prevista nella legge da vent’anni. E alla fine non andremo a tassare l’utente finale. Se una ditta vuole ribaltare la tassa sui suoi lavoratori frontalieri, lo faccia, e non diremo di no, ma il soggetto fiscale sarà il proprietario del posteggio”. Nel 90% dei casi, ha concluso Caverzasio, i  frontalieri viaggiano in auto da soli e l’84% di loro ha il posteggio gratuito sul posto di lavoro. 

L’intervento di Ivo Durish

Ivo Durish è intervenuto a nome dei socialisti: “Il Sottoceneri e in particolare il Mendrisiotto sono il fanalino di coda nella lotta contro l’inquinamento. Ogni viaggio in auto finisce in un posteggio: la disponibilità di parcheggi favorisce dunque chiaramente il traffico. Studi internazionali hanno dimostrato che una politica di controllo sui parcheggi incide sul traffico. Il costo dei parcheggi ha un effetto profondo sulle abitudini di mobilità. Quella che serve oggi è una politica coordinata e condivisa. Il Dipartimento ci lavora da due anni, ma i risultati sono ancora pochi. Il voto di oggi sarà solo il primo passo: bisognerà poi convincere l’opinione pubblica che occorre risolvere in fretta il grave problema del traffico. Chiedo anche alle associazioni economiche un atto di responsabilità sociale”.

L’intervento di Francesco Maggi

Francesco Maggi ha preso la parola a nome dei Verdi: “Bisogna fare scelte anche coraggiose contro un tipo di economia che aumenta a dismisura gli spostamenti. Dal 2006 ad oggi il Dipartimento del territorio ha steso praterie di carote cercando di convincere l’economia ad adottare misure in favore della mobilità aziendale, e adesso è ora di usare il bastone”. 

L’intervento di Sergio Morisoli

Sergio Morisoli, per la Destra, si è schierato contro la tassa: “Proprio non ci vuole. Il preventivo 2016 fa da cavallo di Troia per sdoganare tasse varie, come questa di cui stiamo discutendo.  Chi ha i soldi paga, e gli studi hanno dimostrato che non è con i balzelli che si risolvono i problemi ambientali. Come si fa a pensare che questa tassa disincentiverà i frontalieri dal venire a lavorare in Ticino o dall’usare l’auto imponendo loro di pagare tre franchi al giorno, con tutto il vantaggio che hanno rispetto ai salari italiani? Diteci che è una nuova tassa e basta. Chi lascerà a casa l’auto perché deve pagare un posteggio tre franchi al giorno? Nessuno. La domanda vera è: preferite farvi togliere i soldi dalla tasca destra o dalla sinistra? Questo è il problema: preferite morire per impiccagione o ghigliottina?”, ha concluso riferendosi al fatto che i 18 milioni “salveranno” un preventivo a suo avviso inaccettabile.

L’intervento di Claudio Zali

Alla fine è intervenuto il ministro Claudio Zali.”La tassa di collegamento – ha ricordato - è stata introdotta nel 1994, ed era un provento destinato al potenziamento del trasporto pubblico. I grandi generatori di traffico secondo la legge di allora erano tenuti a partecipare ai costi. Ma allora la definizione di grandi generatori era applicata solo ai centri commerciali, e quindi si è pensato che il problema fosse risolvibile semplicemente potenziando singole linee di trasporto in direzione dei poli commerciali. Oggi il congestionamento della rete viaria è invece diventato una questione endemica. Gli spostamenti sistemici da e per il luogo di lavoro provocano quotidianamente il collasso del traffico”.

Chi genera importanti correnti di traffico, ha spiegato il direttore del Dipartimento del territorio, “è tenuto a contribuire al finanziamento dei trasporti pubblici. Oggi non siamo qui a dibattere di un nuovo principio, ma di quello che è presente nella legge di oltre vent’anni fa e che è stato ribadito l’anno scorso dal Gran Consiglio. I soggetti fiscali sono i proprietari dei posteggi e non i singoli utenti. La tassa di collegamento non è una misura finanziaria, ma di politica del traffico, che si propone di disincentivare l’uso dell’auto per gli spostamenti sistemici. Troppi dipendenti dispongono oggi di un posto auto riservato sul luogo di lavoro e troppi ce l’hanno gratuito”.

Quelle che viviamo, ha concluso Zali, “sono le derive di un modello di sviluppo che molti hanno sottoscritto. Quanti migliaia di metri quadrati di capannoni vogliamo ancora costruire in Ticino? Quanti frontalieri  vogliamo ancora portare nel nostro mercato del lavoro? La tassa è una prima e piccola misura per riequilibrare questo sistema che l’economia e i suoi lobbysti difendono. Sia comunque chiaro che senza tassa di collegamento la manovra di rientro finanziario della prossima primavera sarà di 200 milioni e non di 180, perché questi 18 milioni ci servono per promuovere il trasporto pubblico. Senza la tassa di collegamento li pagheremo tutti noi ticinesi, come gli altri 180 che ci servono, e dai frontalieri non avremo alcun contributo”.

emmebi

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