Il ministro delle finanze: "Auspico una presa di coscienza collettiva sulla necessità di operare scelte anche dolorose, ma necessarie per liberare risorse fondamentali, che permettano al nostro Cantone di far fronte ai bisogni prioritari della società"
BELLINZONA – Vi proponiamo in versione quasi integrale l’intervento odierno del ministro delle finanze Christian Vitta nell’ambito del dibattito parlamentare sul preventivo. Un intervento che va oltre il presente e richiama a una presa di coscienza tutti i ticinesi per affrontare la delicata e allarmante situazione economica e finanziaria.
di Christian Vitta
Il preventivo 2016 è il primo della presente legislatura e il secondo soggetto al vincolo del freno ai disavanzi, approvato dal popolo il 18 maggio 2014.
Il contesto entro il quale si inserisce è chiaramente allarmante se pensiamo che la situazione finanziaria contingente pone il Cantone Ticino nel contesto nazionale con il disavanzo maggiore per l'anno 2016.
Questa situazione di diffusa fragilità richiama un incisivo intervento a favore delle finanze pubbliche. In un contesto economico generale non facile e dove occorre mantenere delle condizioni quadro favorevoli alla nostra economia. Infatti, un tessuto economico sano e competitivo costituisce il primo importante freno all’evoluzione della spesa pubblica, con particolare riferimento agli ammortizzatori sociali che intervengono automaticamente soprattutto in situazioni di difficoltà sul mercato del lavoro.
Il preventivo 2016 del Cantone presenta un disavanzo d’esercizio di quasi 88 milioni di franchi. Il disavanzo totale ammonterà quindi nel 2016 a quasi 106 milioni di franchi con un conseguente incremento del debito pubblico che si assesterà a fine 2016 attorno ai 2 miliardi di franchi. Questi dati negativi porteranno il capitale proprio a raggiungere alla fine del 2016 la
preoccupante cifra di 600 milioni di franchi. È senz’altro quest’ultimo il dato più sintomatico di una situazione non più sostenibile e non più perpetuabile, che richiama la necessità di adottare reali misure a carattere strutturale: occorre invertire una rotta che ha generato nel corso degli ultimi anni un importante disavanzo strutturale valutato attorno ai 100 milioni di franchi all’anno.
Ricordo a tal proposito che l’equilibrio strutturale delle finanze cantonali, dopo essere stato ritrovato attorno al 2008, è stato rotto a partire dal 2011, in particolare a conseguenza della riforma del finanziamento delle spese ospedaliere, della riduzione della quota cantonale sull’utile della Banca Nazionale Svizzera e del risanamento della cassa pensioni, oltre che del passaggio transitorio del Ticino tra i finanziatori del fondo perequativo.
Di fronte a questa situazione il Cantone non è riuscito a trovare soluzioni concrete per compensare questi nuovi oneri annunciati da tempo e questo nonostante le buone intenzioni contenute nel Decreto legislativo urgente concernente il programma di risanamento finanziario denominato Roadmap e votato nel dicembre 2012.
Non ha inoltre aiutato a raggiungere il pareggio dei conti la persistente divaricazione tra la naturale evoluzione dei costi e quella delle entrate. Infatti, in questi anni la spesa pubblica sta crescendo a ritmi sostenuti e ben superiori a quelli delle entrate dello Stato. Abbiamo oggi una parte dei costi caratterizzata da una dinamica sempre più condizionata da
automatismi legislativi che per essere corretti presuppongono un voto da parte del legislatore cantonale.
Questo disavanzo strutturale non si risolverà certamente da solo. In questo senso sarà necessario consolidare un insieme di misure di rientro nell’ambito del pacchetto di risanamento finanziario che il Governo intende presentare entro la prossima primavera.
Premessa indispensabile per la riuscita di questo esercizio è l'adozione del preventivo 2016 che rappresenta un primo concreto passo nel percorso di risanamento che dovremo affrontare nei prossimi anni.
Un preventivo, quello presentato, articolato su alcune importanti misure, che inevitabilmente hanno creato reazioni da parte di chi sarà toccato dai singoli interventi proposti. Interventi anche di una certa incisività, ma che sono imprescindibili per risanare le finanze cantonali e ritrovare i necessari margini di manovra finanziari per far fronte alle priorità di questo Cantone. Un preventivo comunque articolato e basato su un contenimento delle spese correnti e un aumento mirato delle entrate; un preventivo, che così come presentato, ha raccolto l’unanimità dei consensi all’interno del Consiglio di Stato, in cui sono rappresentati ben quattro partiti di quelli presenti in quest’aula. Questo a testimonianza della consapevolezza da parte del Governo della gravità della situazione finanziaria in cui versa il nostro Cantone.
Il rapporto di maggioranza elaborato dal deputato Michele Guerra considera che il percorso di risanamento avviato con questo preventivo
rappresenta un dovere nei confronti dei cittadini e prende atto che il risultato presentato è accettato soltanto se costituisce un primo passo verso un risanamento duraturo delle finanze cantonali. Il rapporto condivide la scelta di differire la presentazione del piano finanziario alla prossima primavera, purché la scelta serva realmente a presentare un pacchetto di misure capace di riportare in equilibrio i conti dello Stato senza far leva sul coefficiente fiscale.
Il Consiglio di Stato si sta proprio impegnando in questa direzione, ma per raggiungere questo obiettivo è necessaria un'assunzione di responsabilità collettiva. Il Governo da solo non può raggiungere questo obiettivo. È un risultato che può essere raggiunto solo se vi sarà la collaborazione e la determinazione anche da parte del Parlamento. Solo se si porrà come obiettivo condiviso e prioritario quello del risanamento dei conti, sarà possibile raggiungerlo coerentemente con il volere del popolo ticinese che ha adottato, a livello costituzionale, una precisa norma che richiede alle autorità politiche di questo Cantone un accresciuto rigore nella gestione finanziaria.
Questo nostro impegno, come già detto in precedenza, presuppone dunque un'assunzione di responsabilità da parte di tutte quelle forze politiche che hanno a cuore il futuro finanziario del nostro Cantone. Risanare i conti dello Stato comporta inevitabilmente scelte non popolari che potranno anche chiamare alle urne i cittadini se alcune misure dovessero essere oggetto di referendum. Solo se vi è un obiettivo
condiviso sarà possibile superare gli inevitabili ostacoli che sono presenti sul percorso del risanamento finanziario. Il preventivo 2016 rappresenta un primo passo che dovrà essere seguito da nuove misure necessarie per riportare in pareggio i conti del Cantone entro la fine della legislatura. Un’operazione che è utile ricordarlo:
- ammonterà a circa 180 milioni di franchi,
- pertanto altamente impegnativa,
- che richiederà inevitabilmente delle misure ancora più incisive rispetto a quelle proposte con questo preventivo,
- che richiederà, infine, rinunce da parte di tutti.
Un conto è operare pianificando le misure secondo un approccio che sia il più possibile condiviso, un altro conto è invece minare alla base la ricerca di un compromesso, andando allo sbaraglio con misure, come per esempio l’aumento generalizzato della pressione fiscale, che non farebbero che rendere più fragile il contesto economico in cui ci muoviamo.
Veniamo ora alla velata accusa contenuta nel rapporto di minoranza di aver volutamente nascosto un risultato peggiore inserendo le entrate relative alla tassa di collegamento e alla quota sull’utile della BNS nel preventivo. In proposito, il Governo non può che ribadire quanto più volte indicato in risposta alle domande poste dalla Commissione della gestione, ricordando che nel preventivo devono confluire tutte le operazioni che si fondano su una base legale o che perlomeno sono oggetto di un messaggio governativo.
In questo senso, per quanto concerne la tassa di collegamento, il Consiglio di Stato ha semplicemente inserito quanto da esso proposto nello specifico messaggio, senza esprimere ipotesi e congetture sul fatto che questa tassa possa essere oggetto o no di referendum e ricorsi, ritardandone all’anno successivo l’entrata in vigore. Altre misure contenute nel preventivo potrebbero essere oggetto di contestazioni ma non per questo non devono essere considerate nel preventivo. Non inserire questi introiti avrebbe chiaramente richiesto misure di risanamento supplementari ed esposto di conseguenza il Governo alla critica inversa rispetto a quella contenuta nel rapporto di minoranza: ossia, quella di aver richiesto sacrifici eccessivi, non inserendo delle entrate che erano state pianificate e nel frattempo anche avvallate dal Parlamento.
Per quanto riguarda gli introiti sugli utili della BNS, le entrate previste si basano su una convenzione tra la stessa BNS e la Confederazione; nessun elemento oggettivo ci permetteva al momento dell'elaborazione del preventivo di dire se la BNS conseguirà o meno utili, ragione per cui il Ticino, come un numero importante di altri Cantoni e la Confederazione, ha inserito l’introito ordinario nel preventivo consapevole del rischio che questo cespite d'entrata potrà non realizzarsi. Nel caso si dovesse avverare questo scenario peggiore, si dovranno fare sforzi supplementari nell'ambito del pacchetto di risanamento strutturale.
Tornando al rapporto di maggioranza, prendo atto, come i miei colleghi, delle proposte di risanamento formulate e ci promettiamo di valutarle nell’ambito dell’allestimento della manovra di risanamento che accompagnerà il piano finanziario.
È positivo rilevare come il rapporto evidenzi una condivisione di responsabilità da parte della Commissione nell'arduo compito di riequilibrio finanziario. Il suo invito a valutare a 360° gradi la spesa cantonale, senza riserva alcuna e con la consapevolezza che sarà inevitabile agire con convinzione soprattutto sul fronte delle spese di trasferimento e dei suoi automatismi legislativi eccessivi è un elemento che sarà tenuto in considerazione da parte del Governo. Questa consapevolezza evita infatti di porre vincoli a priori sulla natura delle misure da proporre, evitando peraltro pure di nutrire eccessive pretese di riduzioni della massa salariale e delle spese per beni e servizi, rimaste in questi ultimi anni sotto controllo così come rilevato nel rapporto di maggioranza.
Sapere quindi che anche il Parlamento non pone tabù permetterà al Consiglio di Stato di ragionare con maggiore libertà, rafforzato nella sua convinzione che occorrerà ripartire i sacrifici su tutte le componenti della società, prestando comunque attenzione alle fasce più deboli.
L'esercizio che dovremo insieme affrontare nei prossimi anni è delicato e complesso. Non esistono in effetti delle ricette semplici e indolori per migliorare i conti dello Stato. Occorre proseguire con determinazione e perseveranza il difficile cammino di riequilibrio dei conti iniziano nel 2012. Di ciò occorre essere consapevoli ed essere pronti ad accettare anche un ridimensionamento dell’offerta pubblica in taluni settori. Agire altrimenti significherebbe semplicemente ritardare il raggiungimento dell’obiettivo del risanamento finanziario e quindi operare al di sopra delle nostre possibilità, ciò che a termine richiederebbe delle misure di intervento ancora più dolorose e drastiche rispetto a quelle ora necessarie.
Concludo quindi questo mio intervento auspicando una presa di coscienza collettiva sulla necessità di operare scelte anche dolorose, ma necessarie per liberare risorse fondamentali, che permettano al nostro Cantone di far fronte ai bisogni prioritari della società. Solo così riusciremo a far fronte a un compito tanto difficile quanto indispensabile per dare delle prospettive alle future generazioni del nostro Paese.