Popolo e Libertà dedica la prima pagina alle forze dell'ordine. Il deputato: "Proporremo misure per garantire un adeguato riconoscimento a chi è chiamato a mantenere la sicurezza di tutta la popolazione"
BELLINZONA - Il settimanale del PPD dedica oggi la prima pagina alla difesa della Polizia, con un fotomontaggio che parla da solo (nella foto). Gli spunti sono diversi, e il riferimento è all’inasprimento della violenza e al rischio criminale con cui sempre più spesso gli agenti si trovano confrontati. L’editoriale, che riportiamo qui sotto, è firmato dal deputato e sindacalista Lorenzo Jelmini.
di Lorenzo Jelmini *
Davvero singolare la professione dei funzionari di polizia, un compito spesso ingrato. Ai nostri occhi non sono quasi mai al posto giusto. Ritenuti troppo pochi quando ci troviamo in difficoltà o vittime di qualche reato, furto o incidente, ma sempre troppi quando invece incappiamo in un controllo, magari alla
guida del nostro veicolo. Luoghi comuni a parte, è innegabile che tra la popolazione ci sia l’auspicio che la sicurezza aumenti.
Certamente non si può pensare che tale sicurezza si ottenga solo attraverso l’agire delle forze dell’ordine. Una società è tanto più sicura quanto la ricchezza e il benessere risultano equamente distribuiti. Tuttavia è fondamentale che lo Stato tuteli i cittadini anche sotto il profilo del mantenimento dell’ordine e del diritto, sempre nel rispetto delle libertà di singoli. La percezione d’insicurezza è presente nella società, anche se a volte eccessivamente enfatizzata dai fatti di cronaca proposti dai media.
Non si può, tuttavia, negare l’aumento delle violazioni di norme di legge, come pure l’incremento di atti violenti nella nostra società. Per far fronte a queste situazioni, sono a disposizione della popolazione i vari corpi di polizia; presenti su tutto il territorio e confrontati con un aumento del carico di lavoro e con l’incremento di circostanze difficili e disagevoli in cui operare, specchio di una società che spesso non propone la sua immagine migliore. Contemporaneamente, le forze dell’ordine sono pure sotto i riflettori per le mancanze di alcuni agenti che, con tutta evidenza, hanno trasgredito ai loro impegni. Chi viene scelto per far rispettare la legge ha obblighi maggiori e deve rispettare a sua volta le norme in vigore, come pure assumere atteggiamenti consoni al servizio che presta, evitando di andare “sopra le righe”, sia quando indossa la divisa sia nella vita privata.
Si tratta di vicende che non possono essere liquidate semplicemente parlando di “poche mele marce”. Certo, sono delle eccezioni, poiché la maggior parte degli agenti di polizia, a qualsiasi livello, compie impeccabilmente il suo servizio. Ma queste situazioni sono anche dei campanelli d’allarme che ci ricordano come la realtà sia mutata, non sempre in meglio, e che la polizia, chiamata ad operare in condizioni vieppiù difficili, deve avere adeguato appoggio.
Non possiamo dimenticare che il funzionario di polizia non è una macchina infallibile, ma una persona come tutti noi, che ha le sue esigenze e che si assume pure responsabilità famigliari, per le quali ha bisogno di tempo ed energie. Per questo, se da una parte è necessario disporre di personale adeguatamente
formato - condizione oggi certamente adempiuta - dall’altra occorre anche avere collaboratori convinti del loro compito e soprattutto motivati, che possano percepire il sostegno e il riconoscimento della società.
Perché non, allora, considerare anche sotto l’aspetto rimunerativo le mutate condizioni in cui operano? Perché non valutare se le circostanze difficili o le attività più a rischio sono adeguatamente ricompensate? Vale la pena affrontare la questione anche sotto questo punto di vista, affinché questa importante funzione mantenga adeguata attrattività.
Per questi motivi è intenzione del Gruppo PPD e GG in Gran Consiglio proporre delle misure che vadano a garantire un adeguato riconoscimento a chi è chiamato a mantenere la sicurezza di tutta la popolazione.
* deputato PPD