L'editoriale in cui il presidente del PLR analizza i risultati di domenica scorsa
CAMORINO - "Non possiamo parlare di vittoria ma nemmeno di sconfitta. Dalle elezioni di domenica scorsa il PLR esce leggermente ridimensionato a vantaggio della Lega dei Ticinesi, certo. Ma i numeri vanno analizzati alla luce di elementi oggettivi, con onestà intellettuale e senza creare psicodrammi”. Questa è la premessa con la quale il presidente del PLR, Rocco Cattaneo, inizia la sua analisi sul voto del 10 aprile.
“Va infatti considerato – scrive nel suo editoriale su Opinione Liberale - che per la prima volta la Lega ha presentato una propria lista in diversi Comuni ed era logico pensare che avrebbe potuto ottenere parecchi seggi nei Municipi e nei Consigli comunali. Siccome i seggi quelli sono e quelli restano, era chiaro che qualche altra forza politica li avrebbe perduti. E’ la logica dell’economia: ogni nuovo concorrente conquista inevitabilmente una quota di mercato sottraendola agli attori già presenti. Nondi¬meno, anche l’alleanza strategica con l’UDC ha contribuito ad allargare il consenso elettorale della Lega”.
Nel complesso il nostro partito, prosegue Cattaneo, “ha mostrato un’ottima tenuta e rimaniamo pur sempre il primo partito, il partito di riferimento nelle amministrazioni comunali con il 30% degli eletti nei Municipi e nei Consigli comunali. È vero che la crescita leghista ha inte-ressato soprattutto il Sottoceneri e su questo ci sarà da fare un’approfondita riflessione. Ma a bocce ferme possiamo confermare il primato PLR nei Comuni, con una percentuale media di consensi attorno al 30%.
Per valutare inoltre il nostro risultato, dobbiamo anche chiederci in quale altro Cantone un partito è riuscito a conservare negli ultimi anni una forza di tali proporzioni di fronte all’avanzata dell’elettorato di opinione.
Detto questo, è d’obbligo che il nostro Partito faccia un’approfondita analisi sul risultato elettorale di domenica, ad ogni livello. Siamo di fronte a un movimento che negli ultimi anni si è dato una struttura organizzativa più solida e capillare, a un movimento che si sta trasformando in un partito. Questa evoluzione però non deve spaventarci ma deve al contrario stimolarci a perseverare l’impresa del rinnovamento generazionale che ha già dato ottimi risultati.
Voltiamo pagina e guardiamo al futuro con ritrovata fiducia. In due parole, direi: «Sveglia ragazzi!», che tra un anno c’è l’appuntamento elettorale nei comuni aggregati del Bellinzonese e lì dobbiamo davvero porci l’obiettivo della riconquista del sindacato della «nuova» Capitale.
Ma se vogliamo centrarlo dobbiamo iniziare e muoverci adesso, coinvolgendo militanti, simpatizzanti e soprattutto la larga fascia dei «senza partito» che va comunque alle urne, l’elettorato di opi¬nione insomma. Ora è tempo di mettersi al lavoro e ogni amministratore comunale dovrà cercare nei prossimi quattro anni di dare il meglio di se stesso per il bene della popolazione, perché questo deve essere lo scopo di tutti coloro che sono stati eletti”.