POLITICA E POTERE
"La Vallemaggia terreno di caccia di Locarno". "No, i controlli vanno bene così". I radar ancora una volta accendono il Gran Consiglio
Una risicata maggioranza del Gran Consiglio ha deciso di dare compito al Consiglio di Stato di segnalare tutti i radar mobili sia della cantonale che della comunale. A favore Lega, PPD e la Destra. Contrari PLR, PS e Verdi. Ecco come è andato il dibattito
BELLINZONA – I radar mobili vanno segnalati oppure no? Alla fine si è giocato tutto qui l'ennesimo dibattito andato in scena in Gran Consiglio sui controlli di velocità. Perché se anche le mozioni in discussioni firmate da Fiorenzo Dadò e Marco Chiesa (ora al Nazionale) non esplicitavano tale richiesta, il rapporto presentato da Fabio Badasci e sostenuto dai deputati di Lega, PPD e La Destra l'ha messa nero su bianco. Così: "Introdurre l’obbligo di segnalare le postazioni di radar mobile 200 metri prima della sua posizione su tutto il territorio cantonale anche per le polizie comunali". Questo il compito, seppur non vincolante, affidato al Consiglio di Stato. E una risicata maggioranza del Gran Consiglio (40 voti favorevoli, 37 contrari e un astenuto) ha deciso di sostenere questa tesi. Il dibattito si è svolto in modo piuttosto pacato anche se non sono mancate affermazioni affilate da una parte e dall'altra. Perché in sostanza si sono confrontati due mondi opposti: quelli che ritengono che talvolta si fa un uso esagerato del radar con l'intento di far cassetta, e quelli che invece pensano che i controlli vanno bene così e anzi se ce ne fosse qualcuno in più non guasterebbe.Val la pena precisare che coloro che hanno sostenuto una linea più soft per i controlli hanno in particolare puntato il dito contro le polizie comunali, più che contro la cantonale. Detta male e fuori dai denti: se le casse del Comune piangono un radar stile "trappola" aiuta a dare una boccata d'ossigeno. A questo proposito Dadò, in un intervento in generale dai toni prudenti e pacati, ha affermato che la "Vallemaggia ormai è divento terreno di caccia della Città Locarno", dove talvolta si assiste a una vera e propria "persecuzione dei lavoratori". Senza enfatizzare troppo il tema, il capogruppo PPD ha detto che la maggioranza desidera semplicemente dei correttivi a favore di una migliore prevenzione e di un equilibrio sull'utilizzo del radar. "Non si può negare che sia necessario un intervento in questo senso", ha chiosato Dadò. Il PLR si è invece fermamente opposto: "In Ticino ci sono in media sei controlli radar al giorno – ha spiegato il capogruppo Alex Farinelli – e non mi pare quindi che ci sia un eccesso nell'utilizzo di questo strumento. Il radar fisso, di cui tutti conoscono l'esistenza, serve a scongiurare una situazione di pericolo. Il radar mobile, invece, serve all'educazione dell'automobilista. Se fossero segnalati questo principio verrebbe meno e i controlli risulterebbero inefficaci".Dello stesso tenero l'intervento del socialista Saverio Lurati: "Come molti ticinesi ho preso parecchie multe nella mia vita e se con il passare degli anni ho prestato più attenzione alla guida è anche grazie a questo deterrente che mi ha fatto capire che la mia vita e quella degli altri è più importante di una velocità eccessiva. Se i radar mobili fossero segnalati questo effetto deterrente andrebbe a farsi benedire".Favorevole invece Boris Bignasca: "Non siamo – ha affermato il deputato leghista - un cantone di delinquenti. Sul nostro territorio ci sono strade libere, con una buona visibilità, per nulla pericolose, in un cui magari uno va un po' più veloce del consentito e certe polizie comunali, magari in vista dei consuntivi, proprio lì mettono i radar, in punti non pericolosi ma in cui è facile fare cassetta". Bignasca ha altresì annunciato che presenterà una mozione affinché i proventi delle multe di velocità vengano destinati a un fondo per il recupero dei giovani in disoccupazione: "Così sarà più piacevole pagare la multa".Molto severo, infine, l'intervento della verde Tamara Merlo: "Da una parte ci sono le vittime della strada e dall'altro il vittimismo di chi ha violato la legge. Chi ritiene sbagliata la politica dei radar ha un formidabile strumento di boicottaggio: rispettare i limiti di velocità". A chiudere il dibattito l'intervento del Consigliere di Stato Norman Gobbi: "La volontà di fare informazione che cerchiamo di portare avanti non deve farci perdere di vista una politica che è fissata nelle legge federale e cantonale. Prevenzione non significa annullare la forza dei controlli. Ogni tanto abbiamo bisogno di essere sanzionati. Nessuno in Svizzera segnala dove ci sono i controlli radar mobili. Altri Paesi lo fanno, ad esempio l'Italia, che però non è un buon esempio da seguire essendo terzultima posizione nella classifica europea per i morti sulle strade. I controlli nel nostro Cantone sono comunque più esigui rispetto agli altri Cantoni".
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