POLITICA E POTERE
La Svizzera esporta armi verso l'Arabia Saudita e gli altri Paesi che finanziano l'Isis. Una sola parola: vergogna!
L'ANALISI - La decisione del Consiglio Federale di consentire l'esportazione di materiale bellico verso l'Arabia Saudita e ad altri ricchi regimi della penisola arabica, fa venire il voltastomaco e grida vendetta al cielo

di Andrea Leoni

È una vergogna. Un inno all'ipocrisia più disgustosa. E un tragico errore. La decisione del Consiglio Federale, denunciata ieri dal PS ticinese, di consentire l'esportazione di materiale bellico verso l'Arabia Saudita - patria dell'islamismo più radicale e in aperto conflitto con lo Yemen - e ad altri ricchi regimi della penisola arabica, fa venire il voltastomaco e grida vendetta al cielo. 

Vergogna!

Hai voglia a piangere lacrime per le vittime del terrorismo, se poi si riforniscono di materiale bellico Paesi che hanno sostenuto in ogni modo l'ISIS, nell'ambito di una lotta intestina all'interno del mondo islamico tra sunniti e sciiti. Hai voglia ad indignarsi giustamente perché due studenti musulmani si rifiutano di stringere la mano alla maestra, quando queste sono le "lezioni" del Governo. Hai voglia a strillare contro l'immigrato, se poi si fanno affari indecenti che puntellano governi che partecipano attivamente alla destabilizzazione della regione, cioè fanno o fanno fare le guerre che sono all'origine delle migrazioni di massa che stiamo vivendo. La Siria e la Libia sono gli esempi che possiamo osservare semplicemente affacciandoci alla finestra di casa.

Vergogna!

A questi Paesi non bisognerebbe vendere neanche le pistole ad acqua. Anzi bisognerebbe interrompere qualsiasi relazione commerciale. 

Tutti gli analisti più illuminati affermano che non si può combattere il terrorismo senza tagliare il flusso di armi e di denaro che dall'Occidente scorre verso il Califfato, proprio tramite Paesi come l'Arabia Saudita, o il Qatar o la Turchia (che l'Unione Europea ha riempito di soldi per fargli fare i poliziotti cattivi con gli immigrati). E invece noi continuiamo imperterriti a percorre questa strada che porta al suicidio. Quasi fossimo kamikaze di noi stessi. Non è realpolitik, è realsuicide! 

Vergogna!

Secondo i calcoli esposti ieri dal PS questa esportazione ci frutterà 180 milioni di franchi. Ma non c'è il costo che il nostro Paese dovrà sostenere in termini di accoglienza e di sicurezza nazionale. Che nel breve e nel lungo sarà molto più gravoso.

L'auspicio è che alla sacrosanta indignazione dei socialisti ticinesi si aggiunga quella di molti altri cittadini che, prima di tutto, vogliono bene a questo Paese. 

Vergogna!

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