PPD Lugano: il caso Sara Beretta Piccoli. È la più votata ma non la fanno neppure vice capogruppo. E lei si sfoga: "Maschilismo: non vedo altri motivi"
La deputato esprime tutta la sua amarezza: "Devo accettare la decisione ma non posso essere d’accordo. Ma resto nel partito con le mie idee, anche se per qualcuno possono risultare scomode"
LUGANO - Né capogruppo e neppure vice, nonostante abbia ottenuto più voti di tutti sulla lista del PPD per il Consiglio Comunale a Lugano, sia prima subentrante in Municipio e sieda in Gran Consiglio. In effetti il caso di Sara Beretta Piccoli è piuttosto bizzarro. E la diretta interessata non ha certo digerito la scelta del suo partito di tagliarla fuori dalle cariche nel gruppo nel Legislativo luganese. L'esponente azzurra si sfoga dalle colonne della Regione: "Devo accettare la decisione ma non posso essere d’accordo. Sono stata la più votata, sono la subentrante in Municipio, sono l’unica del gruppo in Gran Consiglio, sono la presidente cantonale dell’Associazione donne Ppd e ho portato a termine per intero la legislatura. Più di così... Perché allora, mi chiedo, non posso avere l’onore di fare la capogruppo?". Già, perché. La Gran Consigliera abbozza il tema del maschilismo come ipotesi: "Potrei anche sbagliarmi, ma non trovo altra spiegazione. Tanto più che non sono nemmeno stata nominata vice capogruppo". In effetti è strano. E l'amarezza è comprensibile. Ma la delusione non è tale da provocare strappi. Sara Beretta Piccoli ha le idee chiare sul futuro: "Io nel partito ci resto con le mie idee, anche se per qualcuno possono risultare scomode".