Intervista al deputato della Lega: "L'aumento delle stime immobiliari è già stato deciso per decreto dal Governo, ora serve da parte del Gran Consiglio un passo altrettanto significativo sui costi del Cantone"
BELLINZONA - "La manovra di risanamento finanziaria così non va bene. Serve più coraggio sulle spese. E serve qualcosa di leghista". Boris Bignasca, parafrasando Nanni Moretti, mette il carico da 11 nel dibattito sul piano governativo per sistemare i conti pubblici attualmente al vaglio del Gran Consiglio.
Per il deputato leghista il progetto proposto dal Consiglio di Stato è troppo sbilanciato sul fronte delle entrate. Bignasca ritiene dunque necessario riequilibrare il pacchetto tagliando sulle spese. Questa è la tesi che intende portare avanti con forza all'interno del suo gruppo parlamentare. Gruppo che, peraltro, sembra già comunque piuttosto orientato in questa direzione. "Dobbiamo riuscire a diminuire il peso dello Stato. L'aumento delle stime immobiliari è già stato deciso per decreto dal Governo, ora serve da parte del Gran Consiglio un passo altrettanto significativo sui costi del Cantone. E questo non solo con l'obbiettivo del risanamento, ma anche con quello di riuscire ad abbassare il carico fiscale per le persone fisiche in modo da riportare il Ticino in media nazionale".
"Tutti i ticinesi – prosegue Bignasca nel suo ragionamento - devono tirare la cinghia in questo momento di crisi. E altrettanto deve fare il Cantone incidendo sugli uffici cantonali e sulle spese superflue". Il deputato leghista ha già qualche proposta concreta. Cominciamo dall'Amministrazione pubblica: "I costi della Cancelleria stanno esplodendo. E anche al CSI, all'informatica, per intenderci. E in particolare a questo aumento dei costi non corrispondo risultati tangibili a livello di risparmio. L'informatizzazione dovrebbe infatti produrre questo risultato economico. Invece, penso ad esempio alle tassazioni, siamo ancora all'età del fax. Qualcosa non torna".
Altre proposte di risparmio di stampo tipicamente leghista. "Sugli asilanti i costi di gestione del problema stanno aumentano a dismisura. La nostra proposta sarà quella di non spendere un centesimo in più di quello che la Confederazione ci rimborsa. Il Cantone, insomma, non deve spendere un franco".
E ancora: "Chi vive in Ticino con il permesso B deve mantenersi da solo e non deve gravare sull'assistenza sociale. Proporremo che appena uno non può più far fronte al suo sostentamento non gli venga rinnovato il permesso. E questa misura è già applicata all'interno di alcuni Paesi dell'Ue con cittadini dell'UE. Non vedo perché non dovremmo farlo noi".
In tutto questo però non si può evitare una domanda: questa manovra è stata proposta da un Consiglio di Stato a maggioranza relativa leghista. E quindi come la mettiamo? "Il Consiglio di Stato fa il suo lavoro. Tutti i ministri hanno svolto il compito di risparmiare all'interno dei rispettivi Dipartimenti. Ma il compito del Gran Consiglio, che rappresenta tutti i ticinesi, è un altro ed è proprio quello di fare in modo che questa manovra risulti più equilibrata e accettabile per tutta la popolazione. Aggiungo una cosa: il messaggio che vogliamo mandare a tutti i ministri, compresi quelli della Lega, è quello di non farsi condizionare dagli alti funzionari per quanto riguarda il taglio delle spese. In questo senso l'apporto del Parlamento può essere importante perché i deputati sono meno condizionabili dagli alti dirigenti pubblici. Infondo quello che chiedo è semplice: iniziamo questa legislatura con più coraggio".
E il discorso per risanare i conti potrebbe ampliarsi anche a visioni più strategiche: "Dobbiamo riorganizzare i servizi anche pensando a come sta cambiando il nostro Cantone. Tra poco tempo, con Alptransit, Lugano e Bellinzona saranno collegate in 12 minuti. E allora mi chiedo: avrà ancora senso avere due biblioteche cantonali a pochi minuti di distanza? Questo è solo un esempio tra decine che si potrebbero fare. Ma dobbiamo riflettere anche su questi aspetti".