E se qualcuno dei 65mila frontalieri e delle svariate migliaia di padroncini che entrano in Ticino quotidianamente (ovviamente uno per macchina) si sente discriminato e perseguitato dai ticinesi razzisti, non ha che da trovarsi un lavoro nel Belpaese. E poi, ovviamente, pagare le tasse come i suoi connazionali che lavorano in Italia. Perché è magari il caso di ricordare che quelli che continuano a protestare per qualsiasi cosa (forse ringalluzziti dai recenti isterismi di taluni politicanti e giornalai d'oltreconfine) sono pure dei privilegiati fiscali".