POLITICA E POTERE
Inaugurato l'Anno giudiziario. Norman Gobbi ai magistrati: "La giustizia è indipendente: ma non dall’efficienza. La buona gestione deve venir prima di tutto. Mi rammarico ancora una volta dell’assenza di indicazioni sulla durata dei procedimenti..."
Il ministro: "La valutazione dell’efficienza, non può unicamente fondarsi su dati lusinghieri, occorrendo analizzare ulteriori indicatori per un’analisi puntuale del settore della giustizia in termini di efficienza: la durata e la percentuale dei casi di conferma della decisione nel successivo grado di giudizio, come pure la percentuale delle sentenze impugnate per rispetto a quelle emesse"
Foto: TiPress/Gabriele Putzu
di Norman Gobbi (discorso pronunciato all’inaugurazione dell’Anno giudiziaio) *

Oggi si apre il nuovo anno giudiziario. È questo il momento in cui spetta a me fornire unresoconto ai rappresentanti della magistratura, delle istituzioni e alla collettività, dell’attività legata all’amministrazione della giustizia svolta nel nostro Cantone alla luce dei risultati raggiunti formulati nel Rendiconto della Magistratura 2016. Il momento quindi di indicare i rimedi e le iniziative che, ad avviso del Dipartimento delle istituzioni, sono suscettibili di migliorare la risposta di giustizia che i cittadini attendono.

Sapete che il Progetto “Giustizia 2018” che si prefigge di dotare il nostro Cantone di un apparato giudiziario moderno, efficace ed efficiente, che sappia rispondere in modo sempre soddisfacente e puntuale alle esigenze dei cittadini segue il suo corso. Con qualche ritardo rispetto alla tabella di marcia prefissata, ritardo dovuto a progetti concomitanti del Governo e del Dipartimento, in particolare legati al Pacchetto di misure di risanamento delle finanze cantonali. Faremo il punto i prossimi mesi.

Nel frattempo, a questo progetto se ne è aggiunto uno fondamentale ai fini dell’efficienza, derivante dalla nuova Legge stipendi degli impiegati dello Stato. Nuova legge che porterà a partire dal prossimo anno, l’implementazione di un sistema di valutazione delle prestazioni dei collaboratori dell’Amministrazione cantonale e quindi anche della Magistratura, giocoforza definendo a monte gli obiettivi complessivi del rispettivo ufficio che sia amministrativo o giudiziario.

La giustizia è indipendente: ma non dall’efficienza. La buona gestione deve venir prima di tutto. E questo non è un discorso da non affrontare, trincerandosi dietro il principio della separazione dei poteri e dell’autonomia della Magistratura. La valutazione del personale legata a un giudizio sulle prestazioni, definite dagli obiettivi, è determinante per migliorare le prestazioni in qualsiasi organizzazione, così da orientare l’attività verso una sempre migliore partecipazione dei singoli al raggiungimento degli obiettivi definiti dall’ufficio. Una sfida questa, che è stata colta dai Presidenti delle Magistrature permanenti nel corso del primo incontro avvenuto con il Dipartimento il 16 maggio scorso a Bellinzona, i quali hanno dato il loro consenso a costituire nei prossimi mesi un gruppo di lavoro che procederà all’elaborazione di un sistema unico di valutazione del personale da introdurre in Magistratura, declinato alle esigenze delle singole Autorità giudiziarie.

Un aspetto centrale della nuova Legge stipendi degli impiegati dello Stato, che presuppone un rafforzamento della cultura dei colloqui regolari e della valutazione per obiettivi generali della singola Autorità giudiziaria e, di conseguenza, della valutazione più specifica degli obiettivi legati ai singoli collaboratori.

I dati statistici relativi all’anno 2016 che si è concluso di cui al Rendiconto della Magistratura 2016, evidenziano per il Consiglio della Magistratura una situazione che, dal profilo dei numeri, è definita dal “risultato lusinghiero”. Me ne rallegro.

Ma esaminando il Rendiconto, mi rammarico ancora una volta dell’assenza di indicazioni sulla durata dei procedimenti, come pure di un monitoraggio degli incarti prescritti. Dati riconosciuti e conosciuti ormai in tanti Paesi e Cantoni, che in Ticino non sembrano ancora aver assunto quell’importanza che meritano. Dati tuttavia che assumono un’importanza decisiva quando l’Esecutivo e il Legislativo devono determinarsi sui correttivi a eventuali disfunzionamenti – relativi – della giustizia, che vanno a concludersi sempre con potenziamenti organizzativi.

La valutazione dell’efficienza, non può unicamente fondarsi su dati lusinghieri, occorrendo analizzare ulteriori indicatori per un’analisi puntuale del settore della giustizia in termini di efficienza: la durata e la percentuale dei casi di conferma della decisione nel successivo grado di giudizio, come pure la percentuale delle sentenze impugnate per rispetto a quelle emesse. E l’Esecutivo e il Legislativo, quando decidono un potenziamento – e lo faranno ancora prossimamente – devono poter valutare innanzitutto l’impegno e la professionalità dei magistrati e dei loro collaboratori.

Inoltre, devono poter valutare se i ritardi sono ascrivibili a carenze e lacune nell’organizzazione e nell’impiego delle risorse, oppure a situazioni conclamate legate a responsabilità personali che citava il già Consigliere di Stato Alberto Lepori. Questa modalità di monitoraggio è in uso presso l’Amministrazione cantonale, perché non in tutta la Magistratura? Perché non estendere la conduzione efficace che conoscono alcune autorità giudiziarie cantonali a tutto il potere giudiziario?

La giustizia è un elemento centrale dello Stato di diritto. È quindi fondamentale che essa si modernizzi nell’organizzazione e nella gestione e, in particolare nella conduzione del suo personale, se intende assicurare a lungo termine la propria funzione con qualità, nel rispetto delle garanzie costituzionali e convenzionali, a costi ragionevoli per la collettività.

Sulla conduzione del personale, ribadisco la necessità di definire gli obiettivi da raggiungere, aspetto che non può prescindere da una rilevazione di tutti gli incarti pendenti presso le varie autorità giudiziarie, così da poter determinare le priorità di intervento.

Un primo importante passo per ragionare in ottica di efficienza. Tanto semplice, quanto efficace una volta concretizzato nell’attività giudiziaria. Connesso a questo tema, vi è quello delle attività accessorie svolte dai magistrati a tempo pieno segnalato dal Consiglio della Magistratura. Un tema che verrà affrontato prossimamente dal Dipartimento, anche per le ripercussioni, non solo sull’indipendenza e l’imparzialità della Magistratura, ma anche, richiamando quanto appena detto, sull’efficienza dell’operato del potere giudiziario.

Altro ambito che mira all’ammodernamento della gestione dell’apparato giudiziario è l’introduzione degli eDossier, i dossier elettronici. Ed è proprio il Tribunale federale che ha dato un impulso di rilievo verso l’automatizzazione delle procedure di giustizia in materia civile, penale e amministrativa. E il Dipartimento delle istituzioni, intende aderire, a questa ulteriore sfida che deve affrontare la Magistratura. Un tema importante, quanto  inevitabile, vista l’evoluzione della nostra società, che discuteremo in occasione dei prossimi incontri tra Magistratura e Dipartimento, incontri che vedranno la partecipazione a dipendenza dei temi, anche di interlocutori terzi del potere giudiziario.

È stato scritto negli scorsi mesi che l’anno giudiziario che si è chiuso, andrà ricordato come l’anno della riduzione dei giudici dei provvedimenti coercitivi e quello delle partenze dei magistrati al Ministero pubblico. Non direi proprio. Anzi.

L’anno che si chiude deve essere ricordato come l’anno dell’inizio di un proficuo dialogo, costante e regolare, tra Potere esecutivo e giudiziario, grazie alla formalizzazione, avvenuta con un primo incontro lo scorso maggio, di un tavolo di discussione e di dialogo costruttivo sui temi della giustizia, nella pur sempre fisiologica dialettica delle rispettive posizioni.

Termino il mio intervento odierno, con un ragionevole auspicio. Ovverosia quello di poter constatare in futuro che quel tribunale o quell’altra autorità giudiziaria, ha incrementato fortemente la produttività, contraendo in maniera drastica le pendenze e ciò, non a discapito della qualità delle decisioni.

Come? Grazie a una conduzione efficace da parte del Presidente, alla condivisione di personale, a riorganizzazioni dei flussi di lavoro e a un’accresciuta collaborazione tra gli attori della giustizia, soprattutto.

Rendere la giustizia efficace attraverso l’efficienza costituisce un obiettivo di lunga durata per le Istituzioni di uno Stato moderno, anche in funzione di una politica di crescita e di sviluppo. Da qui l’importanza e la necessità di affrontare il tema seriamente, in maniera partecipata e costantemente.

* direttore del Dipartimento Istituzioni

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