Intervista al presidente del PPD che parla a ruota libera del rapporto tra il suo partito e le associazioni economiche: "Penso che l’illegalità non sia in questa iniziativa, ma nel comportamento di chi offre paghe da fame ai lavoratori. Combatteremo senza esclusione di colpi gli approfittatori. Il PLR? Ha sposato la linea della destra economica..."
Il presidente del PPD si riferisce ai commenti dei vertici del mondo dell’economia, AITI e Camera di Commercio, giunti all’indomani della decisione del Gran Consiglio di sostenere l’iniziativa Fonio. Iniziativa, ricordiamo, che mira a introdurre controlli sistematici sui contratti di lavoro prima del rilascio dei permessi.
Il PPD, così come il PLR, ha tradizionalmente un legame stretto con le associazioni del mondo economico. Diversi rappresentanti del partito siedono ad entrambi i tavoli. E per questo la recente frattura rappresenta in qualche modo una novità. Una novità che potrebbe essere episodica oppure rappresentare una prospettiva diversa per il futuro. Ne abbiamo discusso con Fiorenzo Dadò.
“La polemica - esordisce ai microfoni di Liberatv il presidente del PPD - mi ha molto sorpreso ed è stata innescata in particolare dal direttore dell’AITI Modenini. Da parte sua sono arrivate dichiarazioni inaccettabili che francamente non mi aspettavo. Con la nostra iniziativa sui permessi non vogliamo in alcun modo minare il lavoro degli imprenditori onesti, ma scovare chi se ne approfitta e mette in difficoltà i lavoratori”.
A Dadò chiediamo se sia rimasto particolarmente dispiaciuto del fatto che gli attacchi siano venuti da AITI, che è presieduta dal Consigliere Nazionale Fabio Regazzi: “Certo che ci dispiace”. Ma con Regazzi ne ha parlato? “No, ma non c’è nessun problema. Lui è presidente di AITI in quanto imprenditore e non in quanto deputato del PPD. Fa il suo mestiere come noi facciamo il nostro. Il partito però, come ho detto a chiare lettere la sera che ho assunto la presidenza, non è ostaggio di nessuno e da nessuno si farà mettere i bastoni tra le ruote per condurre le battaglie che ritiene giuste in favore dei ticinesi”.
Chiarito questo aspetto, il presidente del PPD tiene comunque a mettere l’accento sul rapporto tra il suo partito ed il mondo economico: “Noi siamo attenti ai bisogni degli imprenditori e sosteniamo l’economia sana. Quell’economia portatrice di quei valori fondamentali che hanno reso grande il nostro Paese. Ma combatteremo senza esclusione di colpi gli approfittatori. Anche a tutela di quegli imprenditori che non meritano di essere infangati dai comportamenti disonesti di chi sfrutta la manodopera. In tal senso auspico che dal mondo economico non arrivino ricorsi contro quanto abbiamo votato in Gran Consiglio”.
Il punto, la contestazione di fondo, però riguarda la legalità di ciò che il Parlamento ha approvato. Non solo il mondo dell’economia, ma ad esempio anche il Governo, ha contestato l’iniziativa Fonio su questo punto: vìola la Libera circolazione delle persone. È un rimprovero molto concreto: come la mettiamo? “Noi cerchiamo di attuare delle misure a tutela della popolazione ticinese. Io penso che l’illegalità non sia in questa iniziativa, ma nel comportamento di chi offre paghe da fame ai lavoratori. Questo è la vera illegalità! Dopodiché noi siamo politici e dobbiamo dare delle risposte politiche. I tribunali, eventualmente, daranno delle risposte giuridiche”.
Il problema della legalità, tuttavia, è stato sollevato anche dal PLR in Gran Consiglio: “I liberali sposano il discorso della destra economica, si sono posizionati nel centrodestra. La nostra linea, invece, è social conservatrice, come dice il nostro presidente nazionale. Ci sono ormai troppe persone in Ticino che soffrono delle conseguenze della Libera circolazione. E noi come politici siamo chiamati a dare delle risposte”.
Ecco, su questo punto: l’UDC ha recentemente lanciato un’iniziativa che chiede di cancellare questo accordo chiave del pacchetto dei bilaterali. Fiorenzo Dadò è sempre stato contro la Libera circolazione: ha cambiato idea? “Assolutamente no. Io resto contrario a questo trattato per come funziona oggi. La Libera circolazione ha prodotto effetti nefasti nelle regioni di frontiera come il Ticino. E, soprattutto, ci ha tolto la possibilità di intervenire con delle misure per riparare alle storture. Ormai sembra che non si può più fare nulla senza violare questo accordo. L’iniziativa dell’UDC permetterà di aprire un dibattito serio e schietto sulla questione. E ho tutta l’intenzione di farlo…”.
AELLE