Argo1, Corriere e Regione all'unisono: "Governo, se ci sei batti un colpo!". E Matteo Caratti torna a chiedere il dimezzamento del ministro Beltraminelli: "Tradito o consapevole, questa misura si impone"
I commenti dei due quotidiani sul caso Argo. Il Corriere del Ticino: “L’incapacità del Consiglio di Stato di determinarsi su 18 pagine di un rapporto che è nelle mani dell’Esecutivo da prima di Natale è preoccupante. Oggi va detto forte e chiaro: Governo, se ci sei batti un colpo. Non si può dare torto ai partiti che sollecitano in tal senso i cinque ministri”.
foto: TiPress/Alessandro Crinari
BELLINZONA - Il titolo è identico: “Ora il governo batta un colpo!”. Sul caso Argo1,
condotta dall’ex procuratore pubblico Marco Bertoli, il Corriere del Ticino e Regione chiedono al Consiglio di Stato di uscire allo scoperto.
Il direttore del quotidiano bellinzonese va oltre: “Siamo seri – scrive il direttore, Matteo Caratti -: il tempo è più che scaduto e il rapporto Bertoli sufficientemente esplicito. Per noi il dimezzamento di Beltraminelli (tradito o consapevole?) in ogni caso si impone. Come altrimenti fare definitivamente chiarezza e le pulizie di primavera al Dss? Che il governo batta un colpo”.
“Il mandato alla Argo 1 è stato assegnato in modo non conforme alla legge – scrive invece sul Corriere Gianni Righinetti -, ad una ditta che non era in regola al momento dell’attribuzione, che aveva violato la Legge sulle attività private di investigazione e sorveglianza, quando non vi era più alcuna emergenza profughi e togliendo progressivamente il lavoro all’altra ditta alla quale nulla è stato rimproverato. Perché è stato fatto questo da parte dei due alti funzionari? E perché tanto imbarazzo nel dire e ammettere come sono andate le cose?”.
Questi sono fatti gravi, che squalificano l’Amministrazione. “L’incapacità del Consiglio di Stato di determinarsi su 18 pagine di un rapporto che è nelle mani dell’Esecutivo da prima di Natale è preoccupante. Oggi va detto forte e chiaro: Governo, se ci sei batti un colpo. Non si può dare torto ai partiti che sollecitano in tal senso i cinque ministri”.