Il Mattino torna col tritacarne e ci mette dentro la Giustizia. Il domenicale attacca frontalmente il PLR per il suo sostegno ad Andrea Pagani. Che però piace anche ad alcuni deputati leghisti. E sulla nomina del procuratore generale il pasticcio sfocia i
L’altro giorno abbiamo scritto che la nomina del nuovo procuratore generale, che verrà eletto domani, lunedì, dal Gran Consiglio, è sfociata in un pasticciaccio politico… In uno spettacolo francamente poco edificante, e indegno dell’importanza istituzionale di questa carica. Oggi abbiamo avuto l’ennesima conferma: ormai siamo alla bagarre
, che verrà eletto domani, lunedì, dal Gran Consiglio, è sfociata in un pasticciaccio politico… In uno spettacolo francamente poco edificante, e indegno dell’importanza istituzionale di questa carica.
Oggi abbiamo avuto l’ennesima conferma: ormai siamo alla bagarre. Il Mattino ha attaccato frontalmente il PLR, per il suo sostegno ad Andrea Pagani (candidato di area liberale), e il presidente del Gran Consiglio, Walter Gianora, pittato in prima pagina con un grembiulone da macellaio mentre aziona il tritacarne con dentro la dea della giustizia.
Il titolo è infatti “L’ex partitone vuole tritare la giustizia”. E il tema è la decisione dell’Ufficio presidenziale del Parlamento di non distribuire ai deputati in vista del voto di domani i risultati dell’assessment effettuato dall’istituto Zhaw di Zurigo sui quattro candidati a procuratore generale.
Una perizia che, ormai lo sa anche la foca di Piazza Governo, è sfociata nei seguenti giudizi: Emanuele Stauffer raccomandato, Antonio Perugini e Moreno Capella raccomandati con riserva, Andrea Pagani non raccomandato.
Poi si può discutere sui metodi di ‘esame’, e sul valore da attribuire a quelle perizie. Come si può discutere sul rapporto della Commissione di esperti che valuta magistrati e aspiranti magistrati, la quale ritiene invece Perugini il candidato migliore per la successione a John Noseda.
Si può discutere di tutto e su tutto, ma alla fine è il Parlamento che decide chi nominare. Infatti i candidati sono stati ‘auditi’ dai gruppi parlamentari, che alla fine hanno fatto sapere su chi punteranno: il PPD sostiene il “suo” Perugini, il PLR, appunto, Pagani (che gode tra l’altro di un rilevante appoggio all’interno del Ministero pubblico), il PS Stauffer, che è di area socialista. Queste, almeno, sono le indicazioni ufficiali espresse dai partiti, perché nessuno dei candidati fa l’unanimità nei rispetti gruppi.
E la Lega? La Lega è spaccata: una frangia minoritaria sostiene Stauffer, altri deputati Perugini, altri ancora Pagani. Già, avete capito bene: Pagani.
Ora, leggendo il Mattino di oggi ci si chiede quale sia l’orientamento del movimento di via Monte Boglia. Va bene che il Mattino è una cosa e la Lega un’altra, come abbiamo sentito ripetere spesso. Ma il domenicale rimane comunque l’organo del movimento, dove trovano spazio tutti: ministri, deputati, sindaci e municipali leghisti.
Comunque, prima di concludere che la nomina del nuovo capo della Procura è un solenne pasticcio politico, avevamo anche scritto che su questa elezione ci volevano chiarezza e trasparenza assolute. E che i risultati degli assessment avrebbero dovuto essere messi a disposizione dei deputati, in forma debitamente riassunta. Non per promuovere uno o l’altro candidato, ma per dovere di trasparenza, appunto.
Infatti, il pasticcio politico nasce proprio dalla decisione dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di commissionare un assessment esterno per “professionalizzare” la nomina, alla luce della sua importanza, senza stabilire come “incrociarlo” con i giudizi della Commissione di esperti, per poi definirlo “un semplice test” (Gianora dixit) una volta avuti i risultati, e alla fine “secretarlo”. Ecco cosa succede quando si pasticcia. Si finisce nella logica del mercato dei tappeti…
Per il direttore del Mattino, Lorenzo Quadri, la nomina del nuovo procuratore generale non è solo un “pasticciaccio”. È uno scandalo. Quadri rilancia dunque la soluzione dell’elezione popolare: “A questo punto è pacifico che la facoltà di nomina va tolta ai politicanti, dato il cattivo uso che ne fanno, e attribuita ai cittadini tramite elezione popolare dei magistrati”.
Personalmente ritengo, e l’ho scritto, che la nomina del procuratore generale vada sì tolta al Gran Consiglio, che per la prima volta da molti anni si è trovato di fronte a più di una candidatura, visto che sia Noseda sia i suoi predecessori, Bruno Balestra e Luca Marcellini, erano candidati unici, e non è riuscito a gestire la questione con il decoro che quella carica richiederebbe… Personalmente ritengo, dicevo, che la nomina del procuratore generale vada affidata al Governo, come avviene in diversi cantoni. Poi il sistema sarebbe da studiare, anche per capire come scegliere gli altri magistrati… Ma una riflessione va comunque fatta.