Intervista al Consigliere Nazionale PPD, relatore oggi nell'aula del Nazionale a favore dell'allentamento delle sanzioni sulla circolazione stradale: "Le mani sporche di sangue? Respingo al mittente le dichiarazioni del tutto fuori luogo della direttrice dell'UPI!"
In particolare è stato deciso di stralciare la pena detentiva minima per i così detti pirati della strada. Oltre a cassare l’introduzione, prevista per il 2019, dell’etilometro blocca-motore per le persone già sanzionate per guida in stato di ebbrezza. Una revisione sostenuta anche dal Consiglio Federale e che oggi, nell’aula del Nazionale, è toccato proprio a Regazzi difendere in qualità di relatore della Commissione trasporti.
“Quello di Via Sicura - ricorda Regazzi - è stato uno dei primi temi che avevo affrontato dopo la mia elezione al Nazionale. E confesso che ero un po’ spaesato alle prime riunioni della Commissione. Forse anche per questo, io come altri, ci siamo fatti inizialmente ammaliare da questo pacchetto. Poi, passato qualche anno, sono cominciate ad emergere le prime criticità nell’applicazione di Via Sicura. Se l’obbiettivo di fondo era e resta pienamente condivisibile - ovvero un forte contrasto a comportamenti pericolosi sulle strade - passati al lato pratico ci si è resi conto che questo codice produceva delle pene sproporzionate. Penso soprattutto a quelle comminate a persone “normali”, con la fedina penale immacolata, che si sono ritrovate a pagare duramente un’infrazione, magari anche grave, ma frutto di una distrazione e non certo di un’attitudine criminale”.
Di qui la necessità di una svolta light: “Il pacchetto Via Sicura presenta due grosse pecche. Da un lato non tiene conto del principio della proporzionalità della pena, che deve valere anche gli automobilisti. Segnalo a questo proposito che un conducente che viaggia a 190 km/h in autostrada, magari di notte e con una buona visibilità, senza che provochi un incidente, viene punito con la stessa pena detentiva minima di chi commette uno stupro. Per il sequestro di persona, invece, la pena è addirittura inferiore. È evidente che qualcosa non torna. La seconda grande pecca, invece, riguarda il potere di apprezzamento dei giudici. Questo problema è stato denunciato da tutti i principali attori della giustizia, dai procuratori al Tribunale federale. Oggi come oggi il giudice è infatti costretto a comminare la pena minima, senza alcuna possibilità di valutare le circostante ed eventuali attenuanti. Con la decisione odierna il Parlamento ha posto rimedio a queste due storture”.
Affinché la decisione si tramuti in legge servirà del tempo. Almeno un anno, se le cose andranno veloce. Il Consiglio Federale dovrà infatti presentare un messaggio che dovrà seguire il consueto iter: consultazione e poi valutazione e approvazione da parte delle Camere. “E non possiamo escludere un referendum”, sottolinea Regazzi. Tuttavia il Consiglio Federale ora difende questa linea soft e, confessa il Consigliere Nazionale PPD, “mi fa ovviamente piacere, ma se ripenso a quello che ho dovuto sentire quando presentai un’iniziativa in cui chiedevo le stesse cose, mi viene anche un po’ da sorridere…”.
Infine a Regazzi chiediamo un commento sulle parole durissime che la direttrice dell’UPI Brigitte Burhmann ha rilasciato prima del dibattito: “Se la revisione dovesse passare - ha detto - i lobbisti dell’automobile avranno le mani sporche di sangue”.
“Si tratta - ribatte Regazzi - di affermazioni del tutto fuori luogo, poco eleganti e che rispedisco al mittente. Talvolta quelli dell’UPI tendono ad andare un po’ lunghi con le esternazioni. Non è la prima volta che accade. Loro sono un istituto indipendente chiamato a fornire delle valutazioni tecniche. Possono naturalmente esprime la loro opinione, ci mancherebbe, senza tuttavia trasformare queste prese di posizioni in attacchi strumentali ed ideologici”.