Di conseguenza, anche se, dal profilo formale ed oggettivo, le suddette note a protocollo non sono state adottate dal Parlamento, dal profilo soggettivo i consiglieri di Stato erano legittimati a ritenere che il Parlamento fosse perfettamente informato della situazione, e che la mancata formalizzazione dipendesse unicamente dal fatto che il Gran Consiglio intendesse regolare definitivamente la questione nell’ambito della riforma complessiva del trattamento salariale e pensionistico tutt’ora in fase di discussione. Il fatto stesso che il Parlamento, malgrado le ripetute segnalazioni, abbia ritenuto di intervenire (nel febbraio 2015) unicamente sulle trattenute previdenziali (…), era atto a suffragare il convincimento dei consiglieri di Stato di agire legalmente e con l’avallo parlamentare”.