Scoppiettante intervista al vicesindaco di Lugano che, per la prima volta, dice la sua sulla scottante vicenda“Se il Cardiocentro dicesse che la soluzione proposta dall'EOC, non garantisce al 100% l’attuale standard di qualità, a me non andrebbe assolutamente bene”
Michele Bertini non ha tentennamenti nello schierarsi dalla parte dell’ospedale del cuore nella vertenza che vede opposto l’istituto fondato da Tiziano Moccetti all’Ente ospedaliero. D’altra parte il vicesindaco di Lugano ha subito aderito al Gruppo di sostegno “Grazie Cardiocentro”, lanciato negli scorsi giorni da alcuni esponenti politici e della società civile. Una posizione pro Cardiocentro e non contro l’EOC, tiene a precisare. “In quanto - sottolinea - anche all’interno dell’Ente c’è qualità e vi sono strutture che ci rendono fieri come ticinesi”.
Ma la questione è un’altra. “Il Cardiocentro - argomenta il vicesindaco di Lugano - si è guadagnato la sua reputazione, riconosciuta a livello internazionale, con i fatti e non con le chiacchiere. È partito da zero vent’anni fa e oggi è una struttura all’avanguardia e che funziona bene. Prima di mettere in discussione un modello vincente di questo tipo, bisogna pensarci molto ma molto bene. Non è possibile correre alcun rischio che possa, anche solo lontanamente, pregiudicare l’attuale qualità dell’ospedale del cuore”.
Per Bertini, nelle discussioni con l’EOC, c’è un punto di partenza non negoziabile: “Bisogna partire da chi il Cardiocentro lo ha realizzato. Dall’ascolto di chi ha avuto successo negli ultimi vent’anni. Non esiste nessuno di più autorevole, di più cognito, di chi il Cardiocentro lo ha costruito nell’indicare la strada migliore per mantenere la qualità odierna. Per trovare una soluzione occorre partire dalle loro indicazioni e dalla loro proposta di governance. Poi si può discutere, migliorare, limare. Si può trovare una soluzione anche all’interno dell’EOC. Ma da lì bisogna partire nelle trattative. È obbligatorio ascoltare il loro punto di vista”.
In questo senso, al municipale PLR, non è piaciuta la posizione espressa dal direttore dell’EOC Giorgio Pellanda sull’ultimo numero del Caffé: “Non si può dire "il Cardiocentro verrà acquisito dall’Ente”, punto e basta. È un atteggiamento di chiusura. Ho avuto l’impressione, leggendo le dichiarazioni degli altri intervistati in quell’articolo, che vi sia una sorta di grande voglia di rivincita da parte dei detrattori di un tempo. Delle persone che hanno osteggiato in ogni modo la nascita del Cardiocentro e oggi, davanti all’evidenza del successo, cercano una rivalsa aggrappandosi all’unica cosa che gli è rimasta: un contratto per un diritto di superficie. I patti vanno rispettati, per carità, ma qui parliamo di medicina di punta, di ricerca, di tecnologia, non si può ridurre la questione a una vicenda edilizia”.
“Prima della nascita del Cardicentro - osserva ancora Bertini - l’unica soluzione per i pazienti ticinesi era il treno per Zurigo…bisognerebbe che ce lo si ricordasse bene quando si parla dell’ospedale del cuore”.
“Il Municipio di Lugano - afferma il vicesindaco - ha deciso di schierarsi dalla parte del Cardiocentro. Ed è un fatto del tutto naturale. Quale Municipio non difenderebbe una realtà così preziosa del proprio territorio?
Ma se i negoziati tra EOC e Cardiocentro non portassero a una soluzione condivisa, lei cosa farebbe? “Se il Cardiocentro dicesse che la soluzione proposta, non garantisce al 100% l’attuale standard di qualità, a me non andrebbe assolutamente bene”.