POLITICA E POTERE
"La proposta del Cardiocentro è una boiata pazzesca". Giorgio Pellanda cita Fantozzi e va al contrattacco dopo le critiche di Borradori e Cassina. E afferma convinto: "L'ospedale del cuore funzionerà meglio sotto l'EOC"
Sia il sindaco di Lugano Marco Borradori, che il professore Tiziano Cassina - fra gli autori della proposta bollata da Pellanda con la citazione fantozziana - nelle ultime ore si erano lamentati del fatto che l’Ente aveva completamente ignorato questo progetto di nuova governance. Ebbene, ora la risposta c’è ed è di quelle che gettano benzina sul fuoco
© Ti-Press / Davide Agosta
LUGANO - “La proposta del Cardiocentro è una boiata pazzesca”. È questa la risposta ufficiale che arriva dall’Ente ospedaliero sull’ipotesi di nuova governance avanzata dall’ospedale del cuore per il futuro dell’istituto fondato da Tiziano Moccetti.
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Ma la risposta dell’Ente, per bocca di Giorgio Pellanda, è quella che vi abbiamo riportato all’inizio. Il direttore generale dell’EOC, interpellato da Ticinoline, risponde citando una celebre battuta di Fantozzi (che però nella versione originale era “una cagata pazzesca”).

 

Sia il sindaco di Lugano Marco Borradori, che il professore Tiziano Cassina - fra gli autori della proposta etichettata conla citazione fantozziana da Pellanda - nelle ultime ore si erano lamentati del fatto che l’Ente aveva completamente ignorato questo progetto di nuova governance. E anche il vicesindaco Michele Bertini aveva affermato che era necessario partire da quell'ipotesi di lavoro. Ebbene, ora la risposta c’è ed è di quelle che gettano benzina sul fuoco e lasciano presagire uno scontro sempre più aperto fra le parti.

 

“Penso che, citando Fantozzi - afferma Pellanda a tio.ch - che questa proposta sia una boiata pazzesca. Lo scriva pure. Si vorrebbe inserire una sorta di consiglio di fondazione sotto il consiglio di amministrazione del Cardiocentro. Non abbiamo bisogno per garantire l’autonomia di un consiglio di fondazione. Serve invece un consiglio di direzione operativo, ma fortissimo, formato dai medici stessi che vanno a dirigere questo Cardiocentro. Con il nostro modello, che è quello dello Iosi, noi abbiamo garantito questa autonomia, che è un’autonomia clinica, gestionale. Evidentemente non può essere un’autonomia finanziaria, perché se sono inquadrati nell’Ente devono rispondere al quadro che è dato dalla legge sull’Ente, che beneficia anche della garanzia finanziaria dello Stato”

 

Pellanda poi risponde direttamente al sindaco Borradori che, dalle colonne di Liberatv, aveva criticato l’EOC, accusandolo di fare il gioco delle tre carte: “Assolutamente no! Abbiamo informato il municipio compiutamente prima di Natale sul modello di collaborazione che avevamo proposto. Modello scaturito da quel rapporto dei medici primari che hanno lavorato tre mesi per discutere i potenziali scenari di sviluppo di questa collaborazione. E avevano concluso che lo scenario migliore non era di andare avanti così, ma di cercare delle potenziali sinergie tra Cardiocentro ed Ente su diversi mandati di prestazione non solo di cardiologia o cardiochirurgia”.

 

Ma sul rapporto medico le interpretazioni tra Cardiocentro e EOC divergono pesantemente. Tanto è vero che il dottor Cassina - primario di cure intense e professore all’Università di Ginevra - ha dichiarato al nostro portale: “Tutto si traduce in una grande delusione, con un approccio da parte dell’Ente che già definisce quello che dovrebbe essere il futuro del Cardiocentro. Questo lavoro non possa essere realizzato nell’ambito di un’ottusità amministrativa e politica”

 

Ma torniamo al progetto di nuova governance. La chiusura di Pellanda è totale: “Non può esistere in un’azienda normale. Perché non riesco ad immaginare come un consiglio d’amministrazione, che deve rispondere ad una legge e al suo proprietario che è il Cantone, possa lasciare ad una sua nuova entità operativa qualsiasi margine di apprezzamento e di manovra. Non esiste”

 

Ma non è tutto. Il direttore dell’EOC si dice infatti convinto che sotto l’Ente ospedaliero il Cardiocentro “funzionerà meglio” di oggi. Perché? “Perché - spiega Pellanda ai colleghi di Tio,ch - nel panorama svizzero vent’anni fa c’erano 5-6 cardiocentri. Erano quelli degli ospedali universitari. Oggi ogni cantone, in pratica, ha il proprio Cardiocentro”.

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