"Quando gli ispettori del lavoro si presentano per un controllo, l’azienda può rifiutarsi di farli entrare? La Philipp Plein si è rifiutata di lasciare effettuare controlli?"
Il caso dello stilista Philipp Plein, che ha reagito stizzito a un controllo degli ispettori del lavoro alle 23.25 nella sua azienda, suscita alcuni interrogativi sulle condizioni di lavoro e sui reali controlli che possono essere effettuati nel settore della Moda.
Stando al Quotidiano del 28.03.2018, lo stilista tedesco pare non abbia nemmeno lasciato entrare gli ispettori che volevano effettuare un controllo. Il portavoce ha negato che siano mai stati commessi abusi sul lavoro, ma le dichiarazioni degli ex dipendenti dicono l’esatto contrario. Si parla di riunioni sempre organizzate di sera, di straordinari non pagati durante intere notti e di licenziamenti ingiustificati. Una ex dipendente ha raccontato ai giornalisti di essere stata costretta a lavorare tutto il fine settimana pasquale nella casa dello stilista a Cannes, altri hanno dovuto assistere a riunioni fino alle 5 o alle 6 del mattino a Milano ed erano comunque obbligati a presentarsi alle 9 regolarmente in ufficio. Pratiche incomprensibili visto che si suppone che la Philipp Plein, al momento del suo trasferimento a Lugano, sia stata messa al corrente della legislazione sul lavoro in vigore in Svizzera, giudicata comunque da tutti una della più liberali al mondo.
Oltre ai sospetti di lavoro notturno e domenicale senza deroghe, al mancato pagamento degli straordinari e al non rispetto delle ore di lavoro, emergono anche testimonianze di alcuni anni fa in cui si parla di stage offerti a persone formate e con tre anni di esperienza pagati 800 franchi al mese: una pratica che potremmo facilmente chiamare lavoro gratuito. Anche su portali di valutazione delle aziende i dipendenti sono molto critici e denunciano uno stress permanente, la sotto-dotazione di personale, il mancato pagamento degli straordinari, un turnover costante e bassi salari.
Il settore della Moda è stato giudicato dal Consiglio di Stato uno dei settori promettenti sui quali puntare in futuro. Rimangono ancora però molti interrogativi sulla qualità dei posti di lavoro in questo settore, che sembra prettamente orientato verso l’estero e senza reali legami con il territorio cantonale.
Chiediamo pertanto al Lodevole Consiglio di Stato:
La Philipp Plein ha fatto sapere di aver creato 140 posti di lavoro a Lugano. Quanti sono i posti di lavoro (ETP) a Lugano e quanti di questi dipendenti lavorano effettivamente in Ticino?
Quale è la percentuale di stagisti sul totale dei posti di lavoro?
La Philipp Plein ha inoltre affermato di realizzare un fatturato di 300 milioni di franchi. Quale è effettivamente la parte di utile generata a Lugano? Come varierà l’imponibile dell’impresa di moda una volta entrati in vigore gli standard BEPS che impongono alle imprese di pagare le imposte nei paesi dove creano valore aggiunto?
Quando gli ispettori del lavoro si presentano per un controllo, l’azienda può rifiutarsi di farli entrare? La Philipp Plein si è rifiutata di lasciare effettuare controlli?
Quali e quanti controlli sono stati effettuati in questi anni dall’Ispettorato del lavoro nel settore della Moda in Ticino? Sono emersi abusi e di che genere?
Come è possibile per gli ispettori controllare il rispetto dei tempi di riposo e dei giorni festivi se le riunioni a cui devono partecipare i dipendenti avvengono all’estero?
quanti sono i posti di lavoro nel design della moda presenti in Ticino e quali sono le retribuzioni d’uso in questo settore?
Come sono regolati gli stage nel settore della moda, in particolare per quanto riguarda il designer?
Il sindaco di Lugano Marco Borradori e il vicesindaco Michele Bertini si sono offerti di fare da intermediario per “flessibilizzare” le disposizioni in materia di protezione dei lavoratori. Il Consiglio di Stato ritiene che questa sia la soluzione più adeguata o sarebbe meglio favorire il partenariato sociale e introdurre un Contratto collettivo di lavoro nel settore?
Dal Registro di commercio risulta che il Sig. Plein ha trasferito il domicilio a Lugano nel maggio del 2017. Avendo diverse proprietà nel mondo intero, il Sig. Plein beneficia della tassazione a forfait riservata ai globalisti?
*capogruppo PS
Interrogazione sottoscritta anche dai deputati socialisti Gianrico Corti, Milena Garobbio, Gina La Mantia, Carlo Lepori e Daniela Pugno Ghirlanda