All’indomani dello strepitoso successo di Slow up Ticino - che ha visto la partecipazione di 40’000 cittadini - a margine della manifestazione scoppia una polemica politica
Ad innescarla una proposta dei Verdi che chiedono l’istituzione di domeniche senz’auto mensili nelle varie regioni del nostro Cantone.
“Lo strepitoso e crescente successo di Slow up - si legge in una nota degli ecologisti -mostra chiaramente come i cittadini siano interessati a vivere una mobilità diversa, più dolce e incentrata sui rapporti interpersonali. I Verdi del Ticino, propongono d’istituire nel nostro cantone una domenica senz’auto al mese, da marzo a ottobre. In questo senso si potrebbe prospettare un’alternanza regionale dei luoghi dove limitare il traffico veicolare, affinché sia permesso di scoprire tutto il nostro territorio in sicurezza e al contempo si possa sensibilizzare sulle emergenze climatiche che siamo chiamati ad affrontare in questo secolo”.
Ma contro la proposta degli ecologisti si è subito schierato Lorenzo Quadri: “Ma che bravi i compagni verde-anguria (verdi fuori, rossi dentro) - ha scritto su Facebook il Consigliere Nazionale della Lega - che approfittano di un evento di successo (complimenti agli organizzatori), che si tiene una volta all'anno, per portare avanti la loro campagna ideologica contro gli automobilisti, criminalizzati come la causa di tutti i mali. Magari c'è chi di domenica lavora e ha bisogno dell'auto per spostarsi. Magari c'è un settore turistico e gastronomico che per vivere ha bisogno di essere raggiungibile: anche in auto e anche di domenica. Magari è ora di piantarla con la storiella che i ticinesi sarebbero degli sconsiderati che usano l'auto anche per spostarsi dalla cucina al salotto per il puro gusto di inquinare inutilmente. Ma soprattutto: con 65'500 frontalieri e migliaia di padroncini che entrano tutti i giorni in Ticino uno per macchina, i compagni verdi-anguria vengono a polverizzare i santissimi agli automobilisti ticinesi con le domeniche senz’auto?”
“Come mai - conclude Quadri - gli ecologisti nostrani non sono in prima linea nel combattere la libera circolazione e l'invasione da sud, date le nefaste conseguenze ambientali che esse comportano? La risposta è quella data all'inizio. Verdi fuori ma rossi - e spalancatori di frontiere - dentro”.