Fiorenzo Dadò sul caso Bomio: "I soldi del pedofilo e la libertà. Inaccettabili i congedi e il regime di semilibertà di cui gode il predatore che con il suo agire criminale ha sconvolto il Ticino e fatto soffrire molte persone"
Il presidente del PPD su Popolo e Libertà: "Durante il processo è emerso a cosa servissero i soldi. Furono processati madre e figlio che avevano ricevuto 250'000 franchi in cambio del silenzio. Oggi apprendiamo che Bomio ha prestato nella primavera del 2016 cinquantamila franchi al marito di una funzionaria dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa..."
di Fiorenzo Dadò (editoriale del nuovo numero di Popolo e Libertà) *
Tra il 1998 e il 2011 Flavio Bomio, il tristemente noto presidente della Società Nuoto Bellinzona, abusò sessualmente di almeno 15 ragazzi. Un gravissimo caso di pedofilia che sconvolse il Ticino.
Se “tanti sapevano”, allora perché non si indagò?
“Tra il silenzio della connivenza e il silenzio della convenienza. Tra chi sapeva, ma ha preferito tacere, e chi non ha parlato per trarne un vantaggio. Oggi si sta facendo pure luce su silenzi e ricatti che allargano lo scandalo e, semmai fosse possibile, rendono ancora più squallido l'orrore della pedofilia. A raccapricciare sono gli ultimi sviluppi dell'indagine: madre e figlio indagati per estorsione nei confronti di Bomio”. Così scriveva il 25 maggio 2012 Patrizia Guenzi su Il Caffé. Ma cosa ci celasse dietro a Flavio Bomio, qualcuno lo sapeva? Come mai, nonostante il vociferare dentro e fuori dalla piscina della capitale, nessuno, nemmeno la stampa, indagò?
Un macigno sulla coscienza
Che ci fosse chi dubitava del comportamento “particolare” emerge da alcune testimonianze, come quella dell’ex giudice del nuoto che su La Regione, affermò: “Bisogna ammettere, con coraggio, di non aver guardato abbastanza o di non aver voluto vedere, sia per sudditanza psicologica sia per quieto vivere... vi era un chiaro sentore che c’era qualche cosa di strano riguardo alla persona di Bomio”.
Durante il processo è emerso a cosa servissero i soldi. Furono processati madre e figlio che avevano ricevuto 250'000 franchi in cambio del silenzio. Oggi apprendiamo che Bomio ha prestato nella primavera del 2016 cinquantamila franchi al marito di una funzionaria dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa.
Il ruolo della funzionaria
Tra i suoi compiti ci sarebbe quello di redigere dei preavvisi riguardanti le richieste di congedo dei carcerati. Una funzionaria senza potere decisionale, si dice, ma il cui parere viene tenuto in considerazione dai giudici per decidere sui congedi. Come quello di cui Bomio ha potuto beneficiare alla fine del 2016, qualche mese dopo il prestito.
Bene ha fatto il Governo a sospendere la funzionaria e ad aprire un’inchiesta. Quel che è inaccettabile sono i congedi e il regime di semilibertà di cui gode il pedofilo-predatore che con il suo agire criminale ha sconvolto il Ticino e fatto soffrire molte persone.