POLITICA E POTERE
Piero Marchesi sulla riapertura dell'ex caserma San Giorgio ai richiedenti d'asilo: "Giusto che vinca la democrazia, ma la politica promossa da Sommaruga non deve trovare spazio in Ticino. E su Soldati e Pinoja..."
Il presidente UDC ritiene inoltre che "Losone e il Ticino abbiano già dato e contribuito molto a favore della migrazione, sia per il centro di registrazione di Chiasso che con il sacrificio che la popolazione losonese ha già espresso negli ultimi anni"
© Ti-Press / Davide Agosta
LOSONE – Il giorno della votazione per la riapertura del Centro richiedenti asilo presso l'ex caserma San Giorgio a Losone si avvicina inesorabilmente. E il tema continua a spaccare in due l'opinione pubblica e i partiti politici in gioco.

Il prossimo 10 giugno, sarà, ovviamente, la popolazione di Losone a decidere se (ri)accogliere positivamente o meno l'iniziativa promossa dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga, ma la campagna di favorevoli e contrari sembra ormai essere entrata nel vivo.

Attraverso le pagine del Cdt, il municipale di Losone e coordinatore dell'UDC Alfredo Soldati si è schierato a favore della riapertura dell'ex caserma, sostenendo che "in queste settimane che precedono il voto, i losonesi hanno purtroppo dovuto subire un bombardamento di falsità, di imprecisioni, di scorrettezze e di sospetti con l'unico scopo di confondere loro le idee a scopi elettorali".

"A Losone – si legge nell'opinione di Soldati – si deve soltanto decidere se, sulla scorta della precedente esperienza, la popolazione vorrà riconoscere come opportunità e non come tragedia concedere alla SEM l'utilizzo della ex caserma per altri tre anni".

La presa di posizione di Soldati non ha spiazzato il presidente UDC Piero Marchesi, che a Liberatv spiega però di non comprendere, né condividere la mossa del collega. "Con Soldati e Daniele Pinoja (anche lui municipale a Losone e membro dell'UDC) – dichiara Marchesi – siamo in contatto da mesi sul tema. Chiaramente loro analizzano la situazione con il cappello dell'amministratore comunale, evidenziando i benefici economici e occupazionali del progetto, ma dimenticano che l'attitudine del buon funzionario può avere delle conseguenze politiche estremamente controproducenti".

E ancora: "A mio avviso, nel loro caso, avrebbero dovuto vestire i panni dei politici UDC quali sono, e attribuire un peso ben maggiore ai principi che stanno alla base della politica migratoria cantonale e federale del nostro Partito. L'UDC combatte infatti da anni l'azione del Dipartimento diretto dalla Consigliera Federale Sommaruga perché propenso ad accogliere in particolare dei migranti economici, cioè quelli che nulla hanno a che fare con le persone in pericolo di morte. Un Sì di Losone non farebbe altro che favorire questa politica sbagliata e contradditoria che rende il nostro Paese meta attrattiva agli occhi dei migranti economici. La Svizzera deve impegnarsi ad accogliere chi è minacciato nella propria incolumità e scappa da conflitti, non certo chi va alla ricerca di condizioni migliori di vita. La Svizzera non può e non deve ospitare migranti economici. Per questo motivo reputo l'azione dei nostri colleghi di Losone incoerente, anche se riconosco loro la buona fede e il rispetto per le Istituzioni".

Il presidente UDC ritiene inoltre che "Losone e il Ticino abbiano già dato e contribuito molto a favore della migrazione, sia per il centro di registrazione di Chiasso che con il sacrificio che la popolazione losonese ha già espresso negli ultimi anni".

Piero Marchesi giudica "corretta la scelta del Municipio di fare decidere alla popolazione. Viviamo in un paese democratico – continua – ed è giusto che vinca e venga rispettata la democrazia".

“Onestamente – conclude il presidente UDC –, mi auguro che la popolazione rifiuti la riapertura dell'ex caserma, dimostrando che la politica promossa da Sommaruga e dal suo Dipartimento è sbagliata e non deve trovare spazio in Ticino. Se Losone dicesse Si, purtroppo, non contribuirebbe ad arrestare questa deriva".

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