“Non essendoci ordinazione da parte dello Stato e non essendoci rischio economico di quest’ultimo, la Legge sulle Commesse Pubbliche non è applicabile"
Parliamo di un messaggio controverso e politicamente incandescente, dove è in atto da mesi una duro scontro tra PPD e PLR. Ci sono due opzioni: l’acquisto degli spazi come proposto dal Governo oppure l’affitto degli stessi. Stamane nella casella di posta elettronica dei commissari della Gestione è arrivata una lettera da parte di Evita immobiliare, firmata da Flavio Petraglio, ex sindaco liberale radicale di Cadenazzo e presidente del Rabadan.
“Purtroppo - si legge all’inizio della missiva - nelle scorse settimane abbiamo assistito, ad un susseguirsi di informazioni fuorvianti, apprese dai vari media, che riteniamo abbiano messo in ombra la vera opportunità rappresentata dall'acquisto delle PPP all'interno del Centro Evita”.
Evita ripercorre la genesi dell’operazione che ha portato il Governo a dare luce verde alla proposta per l’acquisto degli spazi. Quindi i promotori vanno al nocciolo del problema: “A seguito della pubblicazione del messaggio governativo, sono sorti dei dubbi in merito all’applicabilità della Legge sulle Commesse Pubbliche per il progetto in esame. Ciò avrebbe potuto avere un influsso sulla tempistica dell'intera operazione. Per una nostra valutazione dei rischi abbiamo pertanto fatto allestire un parere giuridico in merito, ad uno studio legale specializzato, che ha fugato qualsiasi dubbio in tal senso”.
Perché, annota Petraglio nella lettera, “non essendoci ordinazione da parte dello Stato e non essendoci rischio economico di quest’ultimo, la Legge sulle Commesse Pubbliche non è applicabile. Riteniamo pertanto data, sia la fattibilità giuridica, sia l'opportunità di insediare presso il Centro Evita l'Istituto della Formazione Continua, il deposito centralizzato del mobilio e delle attrezzature d'ufficio dello Stato e la Città dei Mestieri in una posizione geografica al centro del Cantone nonché allacciata in modo ottimale alla rete dei trasporti privati e pubblici”.
“Dopo 8 mesi di discussioni dall'uscita del messaggio governativo - si legge ancora nello scritto - ci è stata richiesta dapprima la lista degli artigiani che hanno lavorato sul cantiere (documento prontamente inviato con l'indicazione delle circa 25 ditte, tutte ticinesi) e in seguito una quantificazione del canone di un'eventuale locazione . Con lettera del 30 maggio abbiamo formulato la nostra proposta, a premessa della quale abbiamo precisato che “facciamo pervenire la nostra proposta preliminare per l'affitto delle superfici del Centro di cui all'oggetto, posto che per noi tale soluzione può entrare in linea di conto. Preferibile resta comunque la proposta di vendita così come strutturato nei mesi scorsi. Una variante con affitto per un periodo iniziale e in seguito l’acquisto è pure percorribile".
Fino ad oggi, affermano i promotori di Evita, non è arrivata una risposta su quale sia l’opzione preferita. L’invito rivolto ai deputati da parte dell’immobiliare è quello di prendere una decisione durante la prossima sessione del Gran Consiglio.