Durissima presa di posizione del Movimento guidato da Franco Cavalli: "La Polcantonale trasformata in polizia politica. Combatteremo in ogni modo questo scempio"
BELLINZONA - “La nuova legge sulla polizia è una vergogna istituzionale”. È durissimo il commento di Forum Alternativo - il movimento guidato dall’ex Consigliere Nazionale Franco Cavalli - contro i nuovi poteri che ieri il Gran Consiglio ha varato a favore delle forze dell’ordine.
“Grazie alla nuova legge - scrive Forum Alternativo - tutti i cittadini potranno essere considerati dei sospetti per dei crimini di cui potrebbero macchiarsi in futuro. O che potrebbero non commettere mai. Gobbi manda in soffitta un caposaldo del nostro diritto – la presunzione d’innocenza – per fare spazio alla sorveglianza preventiva. Pratiche che fino a ieri erano adottate dalla polizia in modo illegale, perché contrarie al diritto del nostro paese, da oggi avranno una copertura”.
“Siamo di fronte - prosegue la nota -a una legge che non colpisce la criminalità, ma che rende dannatemente difficile organizzare la protesta. I cittadini che esprimono pubblicamente il loro dissenso verso delle leggi ingiuste, i collettivi che organizzano pacifiche manifestazioni di protesta, le persone che non hanno che la piazza per far sentire la propria voce, come studenti e migranti, sono apertamente il bersaglio del Consigliere di Stato. La repressione voluta da Gobbi ricorda così quella messa in atto da Macron contro i gilet gialli: sono due faccie della stessa medaglia”.
“E non dimentichiamo - aggiunge Forum Alternativo - che la LPol è una legge che fa acqua da tutte le parti. Giuridicamente è un pasticcio, è inefficace nella lotta alla criminalità, e soprattutto è anticostituzionale. Al riguardo, ricordiamo a Gobbi e al Gran Consiglio che il Ticino è ancora in Svizzera, un paese dove le garanzie costituzionali valgono per tutti. Le norme accettate ieri non introducono strumenti nuovi per perseguire i crimini commessi in Ticino. Per questo siamo già equipaggiati, per esempio con il Codice di procedura penale”.
“Non possiamo accettare - si legge ancora nella presa di posizione - l’instaurazione di una società del sospetto reciproco, sotto il controllo costante di una polcantonale divenuta polizia politica. La P-26, che tanto piace a Gobbi, si realizza in parte nella polizia del Canton Ticino. Ma il ministro leghista non si illuda: le forze di sinistra e democratiche di questo cantone non staranno a guardare. Non è escluso infatti il ricorso a tutte le misure legali possibili per impedire questo scempio e tutelare così le libertà di tutte e di tutti. Gli estremi per un ricorso al Tribunale Federale ci sono tutti”.
“Non dimentichiamo però - termina il comunicato - che Gobbi non è il solo colpevole. Il Gran Consiglio si vergogni di avere accettato una legge maldefinita che può prestarsi ad abusi e soprusi e che restringe gli spazi di agibilità democratica”.