Il dibattito si è acceso quando si è affrontato il rischio di retrocessione del FC Lugano e del finanziamento di stadio e palazzetto con prestiti bancari
MELIDE - Scintille, ieri sera in coda al dibattito di Matrioska dedicato alla votazione sul Polo sportivo e degli eventi in agenda il 28 novembre, tra Fulvio Pelli, esponente di spicco del fronte che si oppone al progetto, e il senatore Marco Chiesa, che invece lo sostiene. Le scintille sono scoccate quando si è parlato del rischio che il Football Club Lugano venga retrocesso in B il caso di bocciatura del PSE.
“Lo stadio si può fare anche se il progetto verrà respinto in votazione popolare – ha detto l’ex consigliere nazionale e ora consigliere comunale a Lugano - e questo impedirà alla Lega calcio di prendere decisioni imbecilli, perché quella di relegare il Lugano in B sarebbe una decisione imbecille che loro non faranno mai”.
“Ma se la prende lei la responsabilità? Lei non ha mai visto una partita del Lugano”, ha replicato Chiesa.
Ecco una sintesi del battibecco.
Pelli: “Ma cosa ne sa lei di cosa faccio io? Chiesa perché scende a questo livello? Pensa che io non sono mai andato allo stadio a vedere il Lugano?”
Chiesa: “Lei dà delle garanzie senza avere elementi per farlo…”
Pelli: “Non sto dando garanzie, sto solo dicendo che per lo stadio c’è una domanda di costruzione che in caso di bocciatura del PSE non bisogna cambiare ma solo approvare”.
Chiesa: “Lei sta dando la patente di imbecille alla Lega nazionale di calcio che per anni ha tollerato a Lugano una situazione intollerabile”.
Pelli: “Ma smettetela di usare questi argomenti, stiamo parlando di un investimento di centinaia di milioni e voi arrivate con la decisone della Lega calcio, ma basta… Basta deviare l’attenzione dai veri problemi per concentrarla sul FC Lugano”.
Chiesa: “È lei che sta vendendo utopie e false certezze”.
Pelli: “Chiesa ti stimavo un po’ di più prima di questa sera. Discuti del progetto invece di continuare a parlar male di me, che l’hanno già fatto in tanti. Non serve. Le mie idee io le difendo fino in fondo, e vi dico che la domanda di costruzione il Municipio non ha che da approvarla e il Lugano avrà la sua licenza e la Lega aspetterà, come ha aspettato tutti questi anni, e si avrà finalmente un progetto condiviso da tutti e non osteggiato per lo meno dalle 5'000 persone che hanno firmato il referendum”.
Sul tema è intervenuto in chiusura anche Filippo Lombardi, municipale di Lugano, parlando della sua esperienza con l’Ambrì: “La Lega non prende decisioni imbecilli, o per cattiveria, ma deve applicare la parità di trattamento: ci sono diverse squadre che amerebbero militare in A e che hanno stadi molto performanti e se desiderano prendere il posto di una società che gioca in uno stadio vecchio di 70 anni non c’è argomento per negarglielo. Il Lugano ha avuto le sue proroghe, come le ha avute l’Ambrì nel suo campo, ma a un certo punto le proroghe finiscono”.
Scintille, durante il dibattito, anche tra Pelli e Michele Foletti.
“Possiamo decidere da qui al 2025 come finanziare l’operazione, si potrebbe pensare a una formula di finaziamento misto”, ha detto il sindaco di Lugano parlando del controverso leasing che la Città dovrebbe sottoscrivere con i promotori per finanziare la costruzione di stadio e palazzetto dello sport.
“Questo è il contrario di quello che ci state dicendo da quando è iniziata questa campagna, cioè che non avete i soldi per finanziare l’operazione. Basta chiedere un prestito pubblico e li avete”, ha replicato Pelli.
E Foletti di rimando: “Fulvio, quando Lugano non aveva i soldi per pagare gli stipendi tu eri presidente di BancaStato e ci hai detto che non ce li prestavi perché eravate sovrasposti con la Città. Ora dici che basta andare in banca a chiederli, ma il primo a non darceli sei stato tu nel 2014. Oggi Lugano ha un problema di sovraindebitamento e per portare avanti questo progetto dovevamo trovare una soluzione che ci garantisse la possibilità di partire nel 2025”.
Secca la risposta di Pelli: “Trovo del tutto inappropriati questi accenni all’attività di BancaStato senza la presenza della Banca, è una caduta di stile assolutamente inaccettabile”.