SALUTE E SANITà
Quella girandola di mail sulla geriatria e i dubbi sulla pianificazione ospedaliera. Le picconate del direttore della Clinica Luganese: "Un pasticcio con regole imposte dalla politica"
Le dure critiche di Christian Camponovo al progetto che il Gran Consiglio si appresta a dibattere

LUGANO - Negli ultimi giorni ci sono state girandole di e-mail sull’assegnazione dei mandati di medicina specialistica in vista del dibattito parlamentare odierno sulla pianificazione ospedaliera. 

In particolare, il direttore della Clinica Luganese, Christian Camponovo, ha sollevato perplessità sul mandato di geriatria acuta. Una specialità che il suo istituto gestisce da oltre dieci anni con buona soddisfazione dei pazienti. Ma che, nell’ultima versione del decreto legislativo che attribuisce i mandati di prestazione, sembra essere assegnata unicamente al Locarnese, nell’ambito di una collaborazione tra Ospedale La Carità e Clinica Santa Chiara.

Bixio Caprara, presidente della Commissione parlamentare che ha esaminato e adattato il progetto di nuova pianificazione varato nella primavera dello scorso anno dal Consiglio di Stato, ha risposto alle perplessità di Camponovo, precisando che la decisione sulla geriatria acuta è frutto di un ragionamento effettuato recentemente dai funzionari del Dipartimento sanità che seguono il dossier.

Una decisione che ha preoccupato anche la direzione dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio, uno degli istituti che ha più duramente criticato il progetto governativo. Nello scambio di mail sono stati coinvolti pure i funzionari del Dipartimento, i quali hanno assicurato che oggi le cose andranno a posto. Ma il fatto solleva ulteriori dubbi sulla chiarezza del progetto che il Gran Consiglio si appresta a dibattere.

“Fatti del genere – dice Camponovo a liberatv -non possono non sollevare il dubbio che si voglia pilotare lo sviluppo della sanità con criteri politici: in assenza di criteri chiari e oggettivi le decisioni lasciano infatti troppo spazio alle interpretazioni”.

Questo ultimo avvenimento legato al mandato di geriatria, aggiunge il direttore della Clinica Luganese, “conferma che il progetto finale sull’assegnazione dei mandati non è accettabile. Non sono stati definiti chiari criteri di attribuzione, e le decisioni sono state modificate nel tempo, dando luogo a un pasticcio, come accade quando i dossier si trascinano così a lungo”. 

Camponovo ricorda a questo proposito che sono trascorsi oltre cinque anni da quando, era il luglio del 2010, viene costituita dal Governo la commissione dei tecnici incaricata di rivedere la pianificazione ospedaliera. E precisa che le critiche al progetto che oggi arriva in Parlamento sono condivise da tutte le cliniche private almeno su tre punti di fondo.

“Riteniamo che manchino delle regole chiare per l’assegnazione dei mandati, regole che dovrebbero poi fare evolvere ed eventualmente correggere la pianificazione ospedaliera; che sul piano della continuità delle cure (quindi sui letti di media e lunga degenza), la proposta oggi i discussione non sarà applicabile; pensiamo infine che nell’ambito delle collaborazioni tra istituti pubblici e privati vengano posti troppi paletti, e che nell’ambito di questi paletti è sempre il modello di funzionamento del pubblico a essere preso come riferimento”. 

Per questi e altri motivi riteniamo che il progetto dovrebbe essere rinviato al Consiglio di Stato, anche se sappiamo che probabilmente non accadrà, aggiunge Camponovo.

“Quello che ci va più stretto è la parcellizzazione della sanità, sulla base di un modello che nessun altro cantone applica.
Faccio un esempio: nella nostra Clinica l’ortopedico potrà intervenire per una frattura o un trauma, ma se c’è una protesi da fare dovrà trasferire il paziente altrove. Questo vale, non solo per noi, ma anche, ad esempio, per l’ospedale San Giovanni di Bellinzona”.

In questi mesi ci sono state molte voci critiche sul territorio, che sono state trasversali, e sono giunte anche da medici non ospedalieri, o che non sono più attivi professionalmente, osserva Camponovo. E sulle responsabilità di un progetto così controverso, dice: “Non può essere che di chi ha gestito il dossier, quindi del Dipartimento. La Commissione parlamentare presieduta da Caprara ha cercato di rimediare ad alcune storture e ha prestato attenzione alle segnalazioni giunte dal territorio. Ma si è poi resa conto che rimettere mano all’elenco dei mandati non era suo compito e che comunque tentare di farlo avrebbe ulteriormente ingarbugliato la situazione”.

In tutti gli altri cantoni, spiega il direttore della Clinica Luganese, “ci si è limitati a stabilire le regole sulla cui base si possono ottenere o mantenere i mandati. In Ticino il Governo ha invece varato una pianificazione calata dall’alto. Il che diventa problematico, sia per gli ospedali pubblici sia per le cliniche private. L’Ente ospedaliero avrà più facilità a trasferire specialità da una sede all’altra, ma per le singole sedi, in particolare quelle periferiche, i problemi ci saranno. Il risultato finale sarà che il paziente sarà molto limitato nella scelta della struttura in cui farsi curare in Ticino e tenderà a rivolgersi a istituti fuori Cantone dove ha invece piena libertà di scegliere, e dove si stanno facendo investimenti impressionanti nel settore ospedaliero, sia pubblico sia privato”.

L’istituto che porta a casa più mandati specialistici con questo modello è sicuramente l’Ospedale Civico, conclude Camponovo, “ma anche noi come Clinica Luganese beneficeremo di mandati esclusivi che vengono tolti ad altri istituti. E questo non ci fa piacere: ci sarà meno sana competizione per allineare verso l’alto la qualità della medicina ticinese”.

emmebi

 

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