Lettera del papà del Cardiocentro: "Ora vedremo, se e in quale modo, tutto questo sentimento popolare verrà recepito dall’Ente ospedaliero. Quello che io chiedo all’EOC è chiarezza. Una chiarezza che purtroppo è venuta a mancare in tutti questi anni e anche nei tempi più recenti. Preferisco che mi dicano “vogliamo disfare il Cardiocentro”, piuttosto che continuare su questa strada fatta di rinvii e tentennamenti"
con la lettera che avete indirizzato a me e al Cardiocentro, siete riusciti perfettamente a cogliere il senso di preoccupazione che nutro per il futuro del nostro istituto. Un sentimento che avevo espresso attraverso un appello ai pazienti lanciato nelle scorse settimane negli studi di Falò e che, in effetti, era un po’ caduto nel vuoto.
Caro Andrea, grazie alla tua lettera, e alla sua diffusione tramite Liberatv, si è capito finalmente qual è la problematica con la quale siamo confrontati. Il tuo scritto ha infatti suscitato un’attenzione e una reazione popolare tanto grande quanto per me inattesa.
Credo che questo sia il risultato innanzitutto delle tue capacità professionali, e in seconda battuta del fatto che, tuo malgrado, sei una persona particolarmente qualificata a parlare di questo tema, avendo provato in prima persona, in qualità di paziente, l’importanza di avere il Cardiocentro in Ticino.
Un’importanza, mi piace sottolinearlo sempre, che si rivela non solo dal profilo medico, scientifico e tecnologico, ma anche per quanto attiene la sfera umana.
Per tutto questo desidero ringraziarvi. E colgo l’occasione, attraverso voi, per ringraziare di cuore i moltissimi che, dopo la vostra lettera, hanno manifestato affetto e gratitudine a me personalmente e a tutto il Cardiocentro. Grazie davvero, mi avete commosso!
Ora vedremo, se e in quale modo, tutto questo sentimento popolare verrà recepito dall’Ente ospedaliero. Quello che io chiedo all’EOC è chiarezza. Una chiarezza che purtroppo è venuta a mancare in tutti questi anni e anche nei tempi più recenti. Preferisco che mi dicano “vogliamo disfare il Cardiocentro”, piuttosto che continuare su questa strada fatta di rinvii e tentennamenti.
Desidero essere il più chiaro possibile. Da parte mia non esiste alcuna opposizione al fatto che il Cardiocentro diventi un ospedale pubblico sotto il cappello dell’Ente ospedaliero. Quello che chiediamo, però, è di salvaguardare quell’autonomia gestionale che in tutti questi anni ci ha permesso di realizzare risultati, credo, apprezzabili.
Penso di aver dimostrato in tutta la mia vita di essere una persona aperta al dialogo e disponibile a trovare degli accordi. In questo senso saluto con favore i segnali positivi che mi giungono dal corpo medico, rispetto alla necessità di trovare un modello di indipendenza per rafforzare il Cardiocentro. Un modello che, in futuro, potrebbe ad esempio essere riproposto anche per altri istituti.
Quello che non accettiamo è invece di essere semplicemente assorbiti e dissolti all’interno dell’EOC, addirittura con l’ipotesi di uno smembramento dei reparti del Cardiocentro. Lo ripeto: se ciò avvenisse sarebbe davvero come volerci umiliare. Credo che non lo meritiamo.
In molti, dopo la tua lettera, mi hanno scritto per chiedermi cosa possono fare aiutarci. Tra questi anche deputati ed ex deputati. Per il momento chiedo a loro semplicemente di starci vicini, in attesa di un chiarimento, spero definitivo, da parte dell’EOC sulle sue reali intenzioni.
Mi permetto di chiedere vicinanza e attenzione anche al Municipio di Lugano. È davvero importante che la Città ci sostenga in questa fase delicata e sia al nostro fianco in questo percorso complicato. Bellinzona, del resto, come tu giustamente hai scritto, lo ha sempre fatto quando le sue strutture, dalle Officine ai centri specializzati, hanno attraversato un momento di difficoltà. Sono sicuro che Lugano farà lo stesso per noi.
Ma non voglio confinare questo piccolo appello nel perimetro del Luganese. Penso che anche i deputati e i vari rappresentanti istituzionali delle altre regioni del Ticino, nel Sotto Ceneri come nel Sopra Ceneri, comprendano l’importanza del nostro istituto per tutti i cittadini. C’è infatti un motivo se questo ospedale non si chiama “Cardiocentro Lugano” ma “Cardiocentro Ticino”. Ed è proprio quello di rivolgersi, come abbiamo fatto fin dall’inizio, a tutto il territorio ticinese e alla sua gente.
Caro Andrea, concludo rinnovando il ringraziamento a tutti coloro che in queste ore si sono fatti vivi manifestandomi il loro calore. Restiamo in contatto e speriamo presto di poter annunciare una soluzione che sia positiva per tutto il nostro sistema sanitario e, soprattutto, per i pazienti ticinesi.
Ti saluto con affetto e grazie per la mano!
Tiziano Moccetti