“Il dibattito attuale sul futuro del Cardiocentro non può essere considerato un problema di interpretazione di una convenzione, né tantomeno l’oggetto di una trattativa tra il governo e la fondazione Cardiocentro. Le implicazioni di questa discussione hanno un carattere politico di fondo e investono la politica sanitaria del Cantone, nonché la pianificazione ospedaliera cantonale. Non si capisce bene a nome di chi e investito di quale autorità il governo stia negoziando con la fondazione Cardiocentro, facendo proposte e controproposte che nessuno lo ha autorizzato a fare”, prosegue, chiedendo che siano Gran Consiglio e eventualmente cittadini a decidere sul tema (e il piano B in caso di non accordo per “Grazie Cardicoentro” dovrebbe proprio essere la chiamata alle urne).