SECONDO ME
Regazzi: "La legittima difesa non incentiva la violenza"
"Il miraggio di un aiuto finanziario non avrà dunque alcun influsso su chi si troverà nella situazione di dover difendere sé stessi o terzi da un’aggressione, perché in simili casi si agisce di istinto e non v’è certo il tempo di pensare ai costi"

di Fabio Regazzi*

Nell’opuscolo informativo dedicato alla votazione sull’iniziativa concernente la legittima difesa il Consiglio di Stato invita i cittadini a votare contro la stessa perché, a parer suo, “la nuova legge rischia di legittimare comportamenti violenti e di incentivare i cittadini a farsi giustizia da sé, facendo libero uso della armi”. Questa argomentazione, oltre a essere iniqua e offensiva nei confronti dei pacifici membri del comitato promotore, è assurda e ridicola.

L’iniziativa cantonale non propone infatti – né potrebbe farlo – alcuna modifica del Codice penale federale atta a potenziare il diritto alla legittima difesa. Essa si limita a chiedere che lo Stato rimborsi integralmente i costi dell’avvocato di fiducia alle persone che hanno commesso reati in stato di legittima difesa e che sono state assolte. Nessun rischio di Far West come paventato dal Governo! Per ottenere l’aiuto statale sarà indispensabile essere assolti, e chi viene condannato per essersi difeso in modo eccessivo e sproporzionato dovrà pagarsi interamente l’avvocato.

Il miraggio di un aiuto finanziario non avrà dunque alcun influsso su chi si troverà nella situazione di dover difendere sé stessi o terzi da un’aggressione, perché in simili casi si agisce di istinto e non v’è certo il tempo di pensare ai costi dell’avvocato. E poi non va dimenticato che già ora lo Stato si assume i costi dell’avvocato d’ufficio per tutti coloro che sono stati assolti per un qualsiasi tipo di reato, e non mi risulta che ciò abbia contribuito a “legittimare comportamenti violenti” da parte dei cittadini.

In fin dei conti l’iniziativa chiede che per i reati connessi alla legittima difesa questa prestazione statale venga estesa anche a coloro che preferiscono farsi difendere da un avvocato di loro fiducia, il quale ovviamente costa di più ma offre maggiori garanzie di successo. In tal modo anche i meno abbienti potrebbero usufruire di tale possibilità.

E perché mai – si chiederà qualcuno - limitare questo trattamento di favore solo per le fattispecie connesse alla legittima difesa e non per tutti i reati? Innanzi tutto, per una questione di buon senso e di costi, perché i reati commessi in stato di legittima difesa sono molto rari e quindi inciderebbero in misura impercettibile sulle finanze dello Stato, mentre che se tale prestazione venisse concessa per tutti i tipi di reato i costi sarebbero milionari.

Poi non si dimentichi che chi suo malgrado è stato costretto a ferire o uccidere qualcuno per difendere sé stesso o terzi da un’aggressione, si trova in una posizione ben peggiore e differente rispetto a chi, accusato ingiustamente di qualche reato, viene assolto per non aver commesso il fatto. Nel primo caso, infatti, un reato è stato in ogni caso commesso, e anche in caso di assoluzione esso peserà come un macigno nella vita e nella coscienza dell’incolpevole cittadino, il quale da vittima di un reato di aggressione si è trovato ad essere imputato. Aiutare chi viene a trovarsi in una simile situazione, che potrebbe capitare a tutti, è soprattutto una questione di solidarietà.

*Consigliere nazionale e membro del comitato promotore

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