Prezzo:

Domenica 29 | 18.00

Emigrazione artistica dai laghi insubrici alla laguna veneta

Arte

Luganese

A Morcote  Antonio e Giuseppe Sardi, architetti morcotesi nella Venezia del Seicento

 

“EMIGRAZIONE ARTISTICA DAI LAGHI INSUBRICI ALLA LAGUNA VENETA” Questo il titolo della mostra promossa dal Comune di Morcote in collaborazione con la Fondazione svizzera Pro Venezia.

Una vera celebrazione a 400 anni dalla nascita dell’architetto Giuseppe Sardi (1624-1699) che si compone di un racconto composto da testi e foto e suddiviso in 16 pannelli che descrive la storia del padre e del figlio Sardi, attivi a Venezia nel 1600.

La mostra è frutto dello studio dell’architetto Paola Piffaretti, relatrice della conferenza di domenica 10 novembre presso la Sala Maspoli del Comune di Morcote nonché vicepresidente della Fondazione svizzera Pro Venezia

La mostra è visitabile dal 10 novembre al 15 aprile 2025:

· dal 10 al 21 novembre sarà esposta presso la Sala Sergio Maspoli, Municipio di Morcote - su prenotazione - durante gli orari di apertura della cancelleria

Lunedì14.00 - 17.00

Martedì08.00 - 12.00 e 14.00 - 18.00
Mercoledì14.00 - 17.00
Giovedì14.00 - 17.00
Venerdì14.00 - 16.00
 

· dal 23 novembre al 15 aprile 2025 all’aperto presso lo Spazio Garavello 7, sulla terrazza dell’autosilo, Riva dal Garavéll, Morcote

Per raccontare Giuseppe Sardi dobbiamo tornare indietro nel Seicento in una Repubblica veneziana ricca ma che già mostrava i primi segni di decadenza nella quale molti erano stuccatori, lapicidi e scultori di origine ticinese, giunti in laguna attirati dalle numerose possibilità di lavoro offerte da una committenza benestante, desiderosa di esteriorizzare la propria posizione rinnovando edifici pubblici, privati, civili e religiosi.

Fra questi (spesso purtroppo oscuri) artigiani spicca la figura dell’architetto Giuseppe Sardi (1624 – 1699), nato a Venezia ma originario di Morcote, del quale quest’anno ricorrono i 400 anni della nascita.

Formatosi nella bottega di tajapiera (=lapicida) del padre Antonio (emigrato da Morcote a Venezia agli inizi del Seicento), Giuseppe Sardi dimostrò subito di possedere una notevole capacità tecnica nella lavorazione della pietra, tanto da essere eletto, appena trentatreeenne, gastaldo, cioè capo responsabile, della corporazione dei tagliapietra. A conferma della sua abilità, diversi sono i casi dove la sua presenza fu richiesta come perito; celeberrimo rimane l’episodio del raddrizzamento, nel 1678, del pericolante campanile dei Carmini, presso l’omonima chiesa che custodisce il sepolcro della famiglia Sardi a Venezia.

Le conoscenze tecniche e statiche però non bastano a spiegare la notorietà raggiunta dal Sardi. Come testimoniano gli altari, i monumenti sepolcrali e le facciate per edifici civili e religiosi, l’architetto ticinese sviluppò una buona sensibilità artistica, ben gradita ai gusti sfarzosi della società di allora. Anche la Serenissima dimostrò la sua stima per il Sardi, affidandogli nel 1683 la prestigiosa carica di Proto della Procuratia di S. Marco de Supra, a cui competeva la tutela della Basilica di S. Marco.

Giuseppe Sardi collaborò spesso con i più famosi scultori operanti a Venezia, come il fiammingo Giusto Le Court, i tedeschi Tommaso Ruer e Enrico Merengo, il ticinese Bernardo Falconi, che fornivano l’indispensabile contributo plastico alle sue opere.

Ma la figura che più ha influenzato l’attività del Sardi rimane quella di Baldassarre Longhena, l’architetto della chiesa della Salute, legato alla famiglia morcotese da un rapporto di lavoro e anche di amicizia. I suoi edifici erano fonte di ispirazione per il più giovane Giuseppe, che ne riprese a volte gli elementi stilistici e decorativi.

Il Sardi non deve però essere ricordato unicamente come epigono del Longhena: con il suo capolavoro, la facciata di S. Maria del Giglio, può essere annoverato tra i protagonisti del Seicento veneziano. Aspramente criticato nell’Ottocento, il barocco e le sue più esuberanti manifestazioni sono oggi letti più obiettivamente come un prodotto dei sentimenti del Seicento, periodo ricco di teatralità e fantasia.

L’opera del Sardi, che così abilmente seppe capire e concretizzare in pietra le aspirazioni e le necessità artistiche del suo tempo, merita dunque di essere degnamente rivalutata e conosciuta nelle sue diverse espressioni.

 

La mostra è gratuita e visitabile dal 10 novembre al 15 aprile 2025:

· dal 10 al 21 novembre sarà esposta presso la Sala Sergio Maspoli, Municipio di Morcote - su prenotazione - durante gli orari di apertura della cancelleria

· dal 23 novembre al 15 aprile 2025 all’aperto presso lo Spazio Garavello 7, sulla terrazza dell’autosilo, Riva dal Garavéll, Morcote

Maggiori info su www.visitmorcote.ch

Info Evento

Per tutti

da Lunedì 11 Novembre 2024
a Martedì 15 Aprile 2025
tutti i giorni
dalle 18.00

Indirizzo

, Morcote

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