Prezzo: 15/13/10/5 CHF
Lunedì 17 | 18.30
Cinema
Locarnese
BUBA (URSS/Georgia, 1930) 39’
Regia e sceneggiatura: Nuza Gogoberidze
Fotografia: Sergej Zaboslaev. Bianco e nero, film muto con didascalie in inglese
UJMURI (URSS/Georgia 1934) 54’
Regia: Nuza Gogoberidze Sceneggiatura: Šalva Dadiani e Nuza Gogoberidze
Fotografia: Šalva Apakidze
Interpreti: Kote Daušvili (Parna), Merab Čikovani (Qavtari), Nutsa Čkeidze (Mariami), Ivlita Djordjadze
(Tsiru), N. Iašvili (Gocha), O. Gogoberidze (Iagundisa), M. Tsitlidze (Kitsi), I. Slutsker (Gvada)
bianco e nero, film muto con didascalie in inglese
Nuza Gogoberidze nacque nel 1902 nella provincia georgiana di Saingilo (ora Azerbaigian). Suo padre, un insegnante, incoraggiò tutte e sei le sue figlie a frequentare l'istruzione superiore. Parlava correntemente georgiano, russo, tedesco e francese, s tudiò filosofia a Tbilisi e poi a Jena (1923-1925). Al suo ritorno in Georgia incontrò il giovane leader bolscevico Levan Gogoberidze, che sposò, nonostante l'opposizione della sua famiglia. Fu assunta dallo studio cinematografico di Tbilisi, e con Mikhail Kalatozov (nato Mikheil Kalatozishvili) co-diresse un breve documentario contro il governo menscevico della Repubblica Democratica di Georgia (1918-1921), Ikh tsarstvo (Il loro regno, 1928). Il suo primo lungometraggio, l'impressionante Buba (1930), ha una somiglianza familiare con Sol Svanetii (Sale per la Svanetia), il documentario di Kalatozov dello stesso anno. Il film è stato bandito quasi immediatamente. Archiviato negli archivi di Gosfil'mofond, è stato riscoperto nel 2013 e ha fatto scalpore ai festival cinematografici. Il suo secondo film, Ujmuri (1934), subì le ripercussioni dello scioglimento dell'Associazione degli scrittori proletari (RAPP) il 23 aprile 1932. La sua sceneggiatura non piaceva più al gusto del momento. Sergej Ejzenštejn, Viktor Šklovski j e Aleksandr Dovženko intervennero ma il film fu vietato, poi perso. È stato ritrovato nel dicembre 2018 a Gosfil'mofond. Nel marzo 1937 suo marito Levan Gogoberidze, su ordine di Beria fu giustiziato. Licenziata dallo studio, Gogoberidze si guadagnava da vivere traducendo i racconti di Perrault, sotto falso nome. Fu arrestata alla fine del 1937 come "parente di un nemico del popolo" e condannata a 10 anni di esilio, prima in un campo a Potma, in Mordovia, poi in un campo per donne a Vorkuta. Quando tornò dal gulag, trovò lavoro nel dipartimento di linguistica dell'Università di Tbilisi. Morì nel 1966, dopo aver apparentemente passato il testimone a sua figlia, Lana Gogoberidze, un'importante regista sovietica della generazione del disgelo (e che si riferisce a sua
madre nel suo film del 1978, Ramdemime interviu pirad sakitxebze - Alcune interviste su questioni personali). Sua nipote Salomé Alexi, diplomata a La Fémis a Parigi, ha realizzato il suo primo lungometraggio, Kreditis limiti/Line of Credit, nel 2015. (Irène Bonnaud, Bernard Eisenschitz).
"Ujmuri è uno dei primi lungometraggi sovietici diretti da una donna. Montaggi espressivi contrastanti, composizioni di immagini e personaggi forti determinano la narrazione, che affronta la collisione tra tradizione e modernità, più precisamente con il prosciugamento delle paludi nella regione del Samegrelo. Le credenze popolari locali incontrano la modernizzazione sovietica. Ujmuri è il nome di una dea che, secondo la leggenda, vive nelle paludi e resiste agli intrusi. Il divieto del film dopo la sua prima mise immediatamente fine alla carriera di regista di Nuza Gogoberidze. Un'altra forza della natura, un ghiacciaio a oltre 4000 metri di altitudine, ha già dato il titolo al primo lavoro da regista di Nuza Gogoberidze: Buba, un "film cult" del 1930. Il progetto speranzoso di un futuro meccanizzato si contrappone alla dura vita quotidiana e al lavoro della gente della regione di alta montagna di Racha. Ciò che colpisce in mezzo alla rappresentazione delle difficoltà esistenziali è l'umorismo che attraversa il film". (Gaby Babić, Barbara Wurm, Filmmuseum Vienna, gennaio 2024)
LIVE MUSIC con NUTSA
Rebecca Minten ha conseguito un Bachelor of Arts e un Master in Music Performance presso l'Università delle Arti di Berna, dove ha studiato fino al 2023 nella classe di Ernesto Molinari, specializzandosi in clarinetto basso e contrabbasso. Il lavoro della Minten si concentra sulla nuova musica, sulla creazione transdisciplinare e sulla libera improvvisazione. Si occupa anche di jazz e musica folk. Ha co-fondato vari gruppi e partecipato a svariati festival in tutta Europa. È stata artist-in-residence alla Biennale Arcipelago Mediterraneo di Palermo nel 2022 nell'ambito del programma Art4T. Ha ricevuto borse di studio da Hirschmann Stiftung (2022), Fondation Nicati-de-Luze (2022-23) e Ammann Falb Stipendium 2023.
Natalie Peters è una cantante con focus sulla musica improvvisata. Inoltre lavora in ambiti interdisciplinari nell’area del teatro e della poesia. Ha iniziato la sua carriera quale attrice di teatro e di cinema sperimentale, stabilendosi a Berlino nel 1998, dove è entrata in contatto per la prima volta con la musica improvvisata, che è poi divenuta la principale ispirazione per il suo lavoro. Da allora ha iniziato a sviluppare spettacoli con diversi musicisti, accorgendosi poi dell’enorme potenziale che possiede la voce umana, plasmando la propria in modo molto personale. Lavorare con il proprio corpo è da sempre stato l’elemento fondamentale per approcciarsi ad un uso fresco e creativo della propria voce, trasformata a tutti gli effetti in strumento musicale, superando qualsiasi barriera stilistica. Nel 2014 si è diplomata ad Heidelberg all’Istituto Feldenkrais, con la tesi “Scopri la voce – un percorso verso la musica improvvisata”. Dal 2004 Natalie vive a Locarno e lavora nel suo atelier Panelle 10, uno spazio aperto per musicisti, attori e altri artisti. Attualmente si esibisce in solo, in duo con la violoncellista Sara Käser e con l’Ensemble Sous -sol, di cui è direttrice artistica. Dal 2021 ha creato l’associazione Carovana091 e cura ed organizza la rassegna Frequenze libere. (https://www.nataliepeters.ch/ ; https://www.carovana091.ch/)
Sheldon Suter è nato nel 1971 a Locarno, figlio di un batterista professionista. Di professione fotografo, ha iniziato da autodidatta a suonare la batteria. Ha poi frequentato la Swiss Jazz School a Berna con Billy Brooks quale docente. Dopo una parentesi a Parigi (1997-98) ha in seguito perfezionato e differenziato le tecniche di esecuzione, estendendo la batteria con l’aggiunta di piccole percussioni e approfondendo la sua ricerca sonora, che oggi è volta a fondere generi apparentemente inconciliabili di epoche diverse in una musica contemporanea cosmopolita. Molto apprezzato come sideman, è inoltre responsabile quale co-leader delle produzioni del duo Lost Socks e del quartetto Big Bold Back Bone. Ha iniziato la collaborazione con la danzatrice Butoh Flavia Ghisalberti e dal 2010 al 2012 è stato direttore artistico de “La Fabbrica” a Losone. È dal 2015 che ha iniziato a sviluppare un programma da solista, collaborando con una nutrita serie di gruppi, spesso “ad hoc”, per lo più Jazz e musica improvvisata. Inoltre ha lavorato in ambito teatrale. Vanta collaborazioni con, tra gli altri, Urs Leimgruber, Co Streiff, Jean- Paul Brodbeck, Sonny Simmons, Danilo Moccia, Roberto Pianca e Michael Jaeger. Attualmente è membro del già citato Big Bold Back Bone, quartetto internazionale e dei Lotus Crash con Tommy Meier, Marco Von Orelli e Luca Sisera. Di recente ha pubblicato il disco solo Berceuses et Nocturnes. Il suo interesse interdisciplinare gli permette collaborazioni come musicista di scena con ensembles di teatro, danza e performance
Marina Tantanozi (1985) è una musicista, flautista e improvvisatrice nata a Thessaloniki in Grecia. Vive attualmente a Basilea dopo tappe a Berlino, Maastricht e Zurigo. È attiva in una miriade di progetti legati alla musica improvvisata, alla musica libera, al Jazz contemporaneo. Appassionata di lavoro interdisciplinare e collaborativo, si impegna regolarmente nella ricerca e lavora con artisti provenienti da campi diversi, come la danza, il teatro e le arti visive. Ha una collaborazione continua con i ballerini / coreografi Sonia Ntova e Manel Salas Palau. Nel 2019 ha realizzato l'installazione sonora "the third space", per Unfrozen Education o How to Relearn (Grigioni). Ha co-curato la serie di musica improvvisata KlangBang a Basilea, dal 2015 al 2019, e ha co-fondato l'organizzazione AdhocArts ad Atene nel 2021. (https://www.marinatantanozi.com)
Info Evento
Lunedì 17 Marzo 2025
dalle 18.30
Indirizzo
GranRex
Via Bossi 2
6600, Locarno
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