La sfida giocatasi tra Monte Boglia e liberali radicali si è tradotta anche in uno scambio di consensi tra le due liste, a vantaggio della Lega. Ecco i preferenziali esterni di partiti e candidati
BELLINZONA – All’alba del giorno dopo, mentre prosegue lo spoglio per il Gran Consiglio, il verdetto uscito dalle urne per il Consiglio di Stato è quello di uno status quo raggiunto al cardiopalma. Con i risultati in arrivo da Lugano solo nel tardo pomeriggio, le ultime fasi di spoglio hanno infatti visto un testa a testa nella sfida tra Lega e PLR per il titolo di partito di maggioranza relativa, presto risolto in favore della prima, e soprattutto fra Michele Bertini e Christian Vitta per la corsa al seggio liberale radicale, andato poi al capogruppo.
Sfide, soprattutto la prima, che si sono risolte anche in un fluire di voti da un partito all’altro. I dati di panachage mostrano infatti un passaggio di voti importante soprattutto fra i due partiti al centro di quest’ultima cordata elettorale. Scambio che si è risolto in favore della Lega, con circa 10mila voti in arrivo dal PLR. Quasi 8'500 invece, quelli in arrivo per quest’ultima dagli elettori del movimento di Monte Boglia.
Corposo poi, per entrambe, l’apporto dato dal PPD: quasi 5'800 i preferenziali andati al PLR, mentre oltre 7mila quelli confluiti verso la Lega. Un flusso andato in entrambe le direzioni: sono infatti entrambe nell’ordine delle 7mila le preferenze arrivate ai popolar democratici da radicali e leghisti.
Un flusso, questo registrato tra PLR, Lega e PPD che apre anche uno scenario curioso. Visto quanto sono riusciti a raccogliere Gobbi e Zali tra liberali e pipidini (e quest’ultimo anche dal PS, vedi più avanti), sembrerebbe che all’interno del PPD lo stesso Beltraminelli abbia raccolto meno consensi di quanto ci si sarebbe potuti attendere.
Mentre i Verdi, quarto partito ad aver ricevuto il maggior numero di preferenziali fra altri schieramenti e schede senza intestazione, hanno registrato soprattutto l’apporto da parte della Lega, con oltre 7'700 preferenze. E sempre dalla Lega è arrivato il maggior numero di ‘crocette extra lista’ per La Destra: poco più di 5mila.
Interessanti anche i dati di panachage dei singoli candidati. Su tutti spicca Claudio Zali. Delle oltre 83 mila crocette raccolte da ‘Mister voti’, come è stato in breve soprannominato per lo strepitoso risultato personale raggiunto, più di 25 mila arrivano infatti da altre liste (comprese quelle senza intestazione). Fra gli elettori di altri partiti sono soprattutto i PLR ad aver espresso una preferenza per Zali, con oltre 5mila voti. Ma importanti sono anche gli afflussi di voti da PPD (oltre 3mila), Verdi (più di 2mila) e PS (quasi 2mila).
Più concentrati invece i voti esterni in arrivo da altri partiti per il secondo ministro leghista, Norman Gobbi, che ha raccolto preferenze soprattutto tra PLR (oltre 3'800) e PPD (più di 3mila). Uniche anche a superare l’ordine delle migliaia.
Notevole il risultato personale raggiunto da Sergio Savoia, i cui oltre 26 mila voti sono soprattutto il frutto delle preferenze giunte da altre liste. Soprattutto dagli elettori leghisti, tra cui ha raccolto circa sei mila preferenze.
In casa PLR, come detto, la sfida si è giocata sul fil di rasoio tra Michele Bertini e Christian Vitta. Poco meno di due mila voti, lo scarto che ha portato quest’ultimo ad occupare il seggio liberale radicale. Ma, nell’ordine di qualche centinaia in più, è Bertini ad aver raccolto il maggior numero di consensi esterni, soprattutto dai leghisti: 3'500, contro i 2'400 di Vitta, che ha avuto però maggior sostegno da parte di PPD (2mila contro 1'800) e PS (circa 1'400).