L'annuncio del Governatore Zaia: fino a 11'000 al giorno. E chiede al Governo italiano nuove restrizioni: "Pronti al coprifuoco"
VENEZIA - Il Veneto lancia l’operazione tamponi a tappeto. E presto potrebbe essere seguito anche dalla Lombardia. Ad annunciarlo è stato il Governatore Luca Zaia che intende ispirarsi al modello adottato in Corea del Sud, come pure nei primi focolai della sua Regione, dove i casi oggi sono pari a 0.
I test per scovare il Coronavirus saranno fatti attiva per strada, davanti a supermercati e uffici postali. “La partita dei tamponi - ha detto Zaia in conferenza stampa - per noi è partita irrinunciabile. Mi spiace che ci sia qualcuno che dice che abbiamo sbagliato tutto. Ma noi sinceramente ce ne strafreghiamo. Potete scriverlo”.
“Questi sono gli stessi che - ha aggiunto - ci dicevano che le mascherine non servivano, che non ci hanno detto subito che la 'razione K' per affrontare questa emergenza era rappresentata da: respiratori, mascherine, ossigeno”.
“A Vo' - ha concluso il Governatore - abbiamo fatto i tamponi a tutti. Adesso Vo' è il più posto più sano d'Italia. È la prova provata che il sistema dei tamponi funziona. Qui c'erano i primi 2 casi, abbiamo fatto i tamponi a tutti, anche se i professoroni dicevano che era sbagliato: 3000 tamponi, abbiamo trovato 66 positivi, li abbiamo isolati 14 giorni, e alla fine c'erano ancora 6 positivi. Così abbiamo chiuso la partita”.
La Regione venente nei prossimi giorni mira ad effettuare 11’000 test al giorno.
Una scelta che divide
La decisione del Veneto, come ha lasciato intendere Luca Zaia, non fa l’unanimità nel mondo scientifico. Per l’Istituto Superiore di Sanità italiano: “Siamo inseriti in un contesto internazionale e abbiamo una continua collaborazione con l’Oms, il fatto che altri Paesi europei adottino le nostre stesse misure dà la dimensione che è importante essere coordinati. Il parere del comitato tecnico scientifico sull’uso dei tamponi è quello espresso a livello internazionale”.
Sulla stessa linea del Veneto però si schiera Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, tra gli esperti più ascoltati dall’inizio dell’epidemia. Galli esorta la Lombardia a seguire Zaia e a fare i tamponi anche agli asintomatici.
Più restrizioni
Intanto, sempre dal Veneto, si chiede al Governo italiano un nuovo giro di vite sulle libertà personali: “I nostri modelli vengono confermati giorno dopo giorno. Le restrizioni non bastano: ieri passeggiate collettive, iniziate in solitaria e poi diventate collettive. Questo non è isolamento. Io sono favorevole e chiederò al governo di poter fare ordinanze ordinanze ancora più restrittive. Il decreto scade il 25 marzo, fino ad allora chiederemo più restrizioni, non per essere persecutori, perché sappiamo quale sarà la prospettiva nelle nostre terapie intensive ed ospedali. Siamo pronti al coprifuoco”.