CORONAVIRUS
Ticino, i dati del turismo sono meno disastrosi rispetto ad altre regioni. In generale, si registra un -47% nei pernottamenti
Gennaio e febbraio erano stati mesi positivi, con crescite rispetto al 2019, poi il Coronavirus e le conseguenti restrizioni hanno cambiato tutto, arrivando al -92,4% di aprile. Da maggio in poi timido miglioramento

BERNA - Nel primo semestre del 2020 il settore alberghiero ha registrato 9,9 milioni di pernottamenti in Svizzera, ossia una diminuzione pari al 47,5% (–8,9 milioni di pernottamenti) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La domanda degli ospiti stranieri presenta un calo del 60,1% (–6,1 milioni), registrando un totale di 4,1 milioni di pernottamenti. La domanda indigena, dal canto suo, ha generato 5,8 milioni di pernottamenti, pari a una contrazione del 32,4% (–2,8 milioni). A spiegare il bilancio negativo è il contesto straordinario legato alla COVID-19. È quanto emerge dai risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (UST).

In gennaio e febbraio 2020 è stato registrato un aumento di pernottamenti rispetto allo stesso periodo del 2019. Dal mese di marzo la domanda osservata è stata nettamente negativa. La contrazione maggiore è stata raggiunta in aprile (–92,4%; –2,5 milioni di pernottamenti).

Aumento della domanda in gennaio e febbraio

Nei due primi mesi del 2020, i pernottamenti sono aumentati nettamente (+6,3% in gennaio e +6,4% in febbraio) rispetto al 2019. In gennaio gli ospiti indigeni hanno generato un incremento del 7,0% (+99 000 pernottamenti) e i visitatori stranieri del 5,7% (+81 000). La domanda svizzera (+7,4%; +119 000) e quella straniera (+5,3%; +81 000) erano in aumento anche in febbraio, seppure in questo mese la domanda straniera cominciava a risentire dei primi effetti della COVID-19. Tuttavia è stata osservata una forte flessione della presenza di clientela asiatica (–27,7%; –68 000), più particolarmente di quella proveniente dalla Cina (–66,7%; –54 000).

Sempre in febbraio, tre regioni turistiche su tredici hanno registrato un calo di pernottamenti. La regione Lucerna/Lago dei Quattro Cantoni presenta la flessione più marcata in termini assoluti (–11 000 pernottamenti; –4,5%). A provocare il calo in questa regione è principalmente la clientela asiatica (–44,6%; –18 000).

Crollo vertiginoso della domanda nei mesi di marzo e aprile

In marzo, nel contesto della situazione «straordinaria» decretata dal Consiglio federale in relazione alla COVID-19 e dei provvedimenti restrittivi adottati, la domanda è crollata fortemente. Il totale dei pernottamenti del mese di marzo si è attestato a 1,3 milioni, diminuendo del 62,3% (–2,1 milioni di pernottamenti) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I pernottamenti di ospiti indigeni sono calati del 55,9% (–897 000) e la domanda straniera ha generato una diminuzione del 68,1% (–1,2 milioni). Nel mese di aprile, la domanda è crollata; sono stati contabilizzati in totale solo 205 000 pernottamenti (–92,4%; –2,5 milioni). Il calo generato dalla clientela svizzera è stato dell’87,4% (–1,0 milioni) e quello della clientela straniera del 96,3% (–1,4 milioni). Sia a marzo che ad aprile tutte le regioni turistiche hanno segnato una diminuzione netta dei pernottamenti.

«Timido» ma progressivo miglioramento della domanda svizzera in maggio e in giugno

Nel mese di maggio è stato registrato un totale di 625 000 pernottamenti, pari a un calo del 79,2% (–2,4 milioni di pernottamenti) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante l’introduzione dei primi allentamenti delle restrizioni legate alla COVID-19, la domanda svizzera (–56,2%; –694 000) è rimasta ancora fortemente negativa, anche se in maniera meno pronunciata rispetto al mese di aprile. La flessione della domanda straniera (–95,2%; –1,7 milioni), invece, è rimasta pressoché uguale a quella registrata in aprile.
In maggio la domanda si è mantenuta in forte calo in tutte le regioni turistiche. Tuttavia, i risultati osservati per le regioni Grigioni (–46,4%; –57 000) e Giura & Tre Laghi (–49,5%; –26 000) sono stati leggermente meno negativi rispetto a quelli delle altre.

In giugno, con l’ulteriore allentamento dei provvedimenti di lotta contro la COVID-19 a partire dal 6 del mese e con la revoca delle restrizioni di ingresso in Svizzera per tutti gli Stati Schengen a partire dal 15, il totale dei pernottamenti si è attestato a 1,4 milioni di unità, registrando una flessione del 62,0% (–2,4 milioni) rispetto a giugno 2019. Il calo della domanda indigena ha raggiunto il 24,7% (–384 000), che rappresenta la percentuale meno elevata dal mese di marzo. La clientela straniera, dal canto suo, ha contribuito con 274 000 pernottamenti (–87,8%; –2,0 milioni). Le tredici regioni turistiche hanno segnato forti flessioni, tranne quelle del Ticino (–32,6%; –87 000), dei Grigioni (–34,9%; –123 000), del Giura & Tre Laghi (–35,1%; –21 000) e della Svizzera orientale (–37,6%; –72 000), che hanno presentato una diminuzione relativa inferiore al 40%.

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