CORONAVIRUS
Coronavirus in Ticino. Gobbi: "Situazione preoccupante, ma non fuori controllo". De Rosa: "Ecco la seconda ondata". Bertoli: "Le scuole funzionano"
Il presidente del Governo: "Lockdown non sostenibile sotto tutti i punti di vista". De Rosa: "Periodo difficile. Dobbiamo fare di tutto per evitare un secondo confinamento"
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BELLINZONA – Forte aumento dei contagi da coronavirus in Ticino. Numeri che preoccupano popolazione e autorità. Vista la delicata situazione epidemiologica, le autorità cantonali sono tornate a riunirsi oggi, a Palazzo delle Orsoline, per aggiornare la popolazione circa l'emergenza sanitaria nel nostro Cantone. 

Presenti all'incontro informativo il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, il Direttore del DECS Manuele Bertoli, il direttore del DSS Raffaele De Rosa e il Medico cantonale Giorgio Merlani.

La cronaca della conferenza:

"Lockdown non sostenibile"

Gobbi: "Le scelte giuste ci proteggono. È il nuovo messaggio che il Governo lancia ai cittadini per evitare un nuovo lockdown, che non sarebbe sostenibile sotto ogni punto di vista. Non siamo ancora in una fase rossa, ma la situazione ci preoccupa. Ma non è fuori controllo. Abbiamo già dimostrato di essere forti come comunità. Questa crisi, lo ripetiamo, non è uno sprint, ma una lunga maratona. Dobbiamo essere in grado di conviverci. Monitoriamo la situazione, valutiamo giornalmente la tendenza e soprattutto manteniamo la calma. Siamo pronti a compiere nuovi passi qualora la situazione lo richiedesse. Il Governo ha esteso l'obbligo di indossare la mascherina in tutta l'Amministrazione cantonale. La mascherina è uno strumento efficace per contenere la diffusione del virus".

Importante attenersi ai piani di protezione

Gobbi: "È importante attenersi ai piani di protezione. In Ticino non ci sono segnali che i grandi eventi siano un problema. 

"Seconda ondata, ci siamo. Anche in Ticino"

De Rosa: "La seconda ondata è iniziata, anche in Ticino. Oggi contiamo 255 nuovi casi, quasi il doppio rispetto a ieri. 35 sono i ricoveri, di cui tre ricoverati in terapia intensiva. Quanto la curva sarà alta dipenderà da noi e dai nostri comportamenti. È fondamentale rispettare le regole. Il virus lo conosciamo: è un vantaggio sul quale dobbiamo contare. Ogni volta che rispettiamo le regole stiamo proteggendo non solo noi stessi, ma anche gli altri. Dopo un'estate tranquilla, la situazione si è fatta ora seria e preoccupante. È diverso da marzo: oggi testiamo di più e i malati vengono presi a carico prima. Il tasso di positività preoccupa. Un secondo lockdown non possiamo permettercelo, ma sarà il virus a costringerci se non ci comportiamo con disciplina. Siamo consapevoli di chiedere molto a tutti i cittadini. Sentiamo la stanchezza di questa maratona, ma dobbiamo tenere duro e restare uniti. Il percorso che ci aspetta sarà duro, lungo e impegnativo. È importante trovare il percorso giusto e agire ora per l'interesse della saluta pubblica. Mi appello al senso di responsabilità di tutti. Comprendo la fatica. A preoccuparmi sono le visioni estreme senza evidenza scientifica. Mi preoccupa chi banalizza quello che sta accadendo. Dobbiamo prendere sul serio quanto sta succedendo. La paura può trasformarsi in panico e angoscia su ciò che potrebbe accadere. Sarà importante il contributo di tutti".

"Il sistema sanitario è pronto"

De Rosa: "Il nostro sistema sanitario è pronto. Lanceremo una campagna di prevenzione. Il senso del messaggio siamo chiamati a mettercelo tutti nel quotidiano. I numeri cresceranno ancora, ma dobbiamo agire ora per vedere i risultati tra un paio di settimane".

"La scuola non è un luogo di contagio"

Bertoli: "La scuola si è preparata con una serie di scenari. Da sempre abbiamo sottolineato l'importanza di tenere la scuola in presenza. Abbiamo per ora fatto solo un quinto della maratona. I piani di protezione funzionano. La situazione è sotto controllo. I casi positivi, su 50mila allievi, sono qualche decina. Non ci risultano casi di bambini o ragazzi ospedalizzati. Il virus non è portato dalla scuola, ma portato dall'esterno. La scuola non è un luogo di contagio. La scuola deve poter continuare, non mi stancherò mai di dirlo. Passare a un altro scenario comporterebbe delle difficoltà per gli allievi. Il vero problema è fuori dalla scuola. La responsabilità individuale gioco un ruolo prioritario. Per far funzionare la scuola sono importanti le azioni di tutti. I decorsi della malattia per i ragazzi sono normali e non ci sono ospedalizzazioni. Se pensiamo ai casi delle Medie, abbiamo avuto una ventina di casi che hanno generato qualche quarantena di classe. La nostra sfida è quella di seguire i ragazzi anche in quarantena. È un impegno importante".

"Scegliere con chi avere contatti stretti"

Merlani: "Sette nuovi ricoveri nelle ultime 24 ore. Il contact tracing c'è e svolge un lavoro straordinario, ma la crescita è stata tale che è impossibile stare al passo. Lo stiamo rafforzando. Penso che i ritardi siano più che comprensibili. L'evoluzione della crescita è chiara e non piacevole. I pazienti ricoverati oggi sono quelli che si sono ammalati settimana scorsa. Ad oggi ci sono circa 400 persone in isolamento. Dobbiamo scegliere bene le persone con le quali vogliamo avere contatti stretti".

"Ecco come indossare la mascherina"

Merlani: "La mascherina è fondamentale ma bisogna indossarla in un certo modo. Bisogna prima disinfettarsi le mani, si prende la mascherina dagli elastici, la si mette dietro le orecchie e la si indossa con il ferretto verso l'alto. Bisogna evitare di continuare a toccarla. Quando la si toglie, bisogna prenderla per gli elastici. Non bisogna tenerla con il naso di fuori".

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