CORONAVIRUS
La ristorazione in Ticino rischia di perdere 500 esercizi e 4'500 posti di lavoro
Sono i dati che emergono dal sondaggio lanciato a fine anno da GastroTicino. Un locale su cinque rischia di non riaprire
TIPRESS

TICINO – Il 31 dicembre scorso, GastroTicino ha lanciato un sondaggio destinato agli attori del mondo gastronomico nel nostro Cantone. Lo scopo era quello di rilevare le preoccupazioni degli esercenti in un contesto assai complicato come quello attuale. 138 soci (pari al 10% degli iscritti a GastroTicino) hanno partecipato al sondaggio per un totale di 61 ristoranti, 18 alberghi, 18 ristoranti con alloggio e pensioni, 14 bar e snack bar, 7 osterie e 3 grotti.

A rischio 500 esercizi e 4'500 posti di lavoro. È il dato inquietante che emerge dal sondaggio. "A fine dicembre – si legge in una nota di GastroTicino – la situazione era difficile, ma c’era ancora un forte spirito di resistenza dimostrato dai quasi 100 esercenti che dichiaravano di voler continuare, anche se in diversi casi a patto che arrivino aiuti economici. Il fatto che però in una trentina di casi ci sia forte insicurezza e previsioni di fallimento, significa che quasi 1 su 5 rischia di non aprire: il 20% paragonato al numero di esercizi pubblici in Ticino, ciò porta a prevedere che circa 480 locali sono a rischio. Per quanto riguarda i posti di lavoro, oltre un terzo degli interpellati indicano che hanno già licenziato o dovranno licenziare personale; considerando una media di circa 2 dipendenti rimasti senza lavoro per ognuno dei 2'400 esercizi ticinesi, possiamo stimare che oltre 4'500 persone rischiano il posto di lavoro".

"Le chiusure imposte dalle autorità cantonali e federali durante la prima e la seconda ondata, hanno provocato una forte perdita di cifra d’affari. Durante il 2020, infatti, 76 locali hanno accusato una perdita tra il 10 e il 50%, con addirittura 14 aziende che accusano perdite dal 50 a oltre l’80%. In totale sono colpiti 90 esercizi della ristorazione e albergheria, in pratica 2 su 3, senza contare quelli che hanno marciato sul posto. Solo 15 i locali che hanno segnalato un aumento della cifra d’affari; ma si tenga conto che in maggioranza si tratta di hotel o grotti, che hanno beneficiato del buon afflusso turistico estivo. Se si considera il solo mese di novembre 2020 con già in vigore diverse restrizioni, si nota che aumentano i locali che hanno avuto diminuzioni della cifra d’affari e, soprattutto, che si alzano le percentuali delle perdite con il raddoppio dei locali che hanno accusato diminuzioni tra il 50 e oltre l’80%. Dramma a dicembre 2020 con parte del mese in lockdown, dove solo 8 locali sono nelle cifre nere, 15 hanno marciato sul posto e ben 110 sono in perdita con 85 esercizi che accusano perdite dal 40% in su, e ben 53 casi con una diminuzione dal 60% in su (più di un terzo!)", continua la nota.

Secondo GastroTicino, "l'analisi dei risultati del sondaggio non fa che dimostrare con tutta evidenza la gravità della situazione sia sotto il profilo della futura chiusura di molti esercizi della ristorazione e alberghiera, sia sotto quello della massiccia perdita di posti di lavoro".

In conclusione, GastroTicino ribadisce che "se il sondaggio fosse stato fatto oggi i dati sarebbero molto più negativi, in quanto la maggioranza delle risposte è arrivata quando non si sapeva della probabile decisione di prolungare il lockdown della ristorazione dal 22 gennaio a fine febbraio 2021. Dopo quanto precede appaiono più che giustificate le richieste di GastroSuisse e GastroTicino per decisioni certe, aiuti rapidi e a fondo perso, con procedure di richiesta semplici".

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