CORONAVIRUS
L'UE vuole misure coordinate sui viaggi. Draghi: "La nostra scelta è per mantenere il vantaggio su Omicron"
Alcuni ticinesi avevano lamentato di essere stati fermati alla frontiera con l'Italia, le dogane hanno precisato che è avvenuto solo con coloro che non avevano il green pass e non rientravano nelle eccezioni dei 60 chilometri

BRUXELLES - Le misure italiane non piacevano molto all'UE, che contestava il fatto che non erano probabilmente state concordate. Nel Consiglio UE di oggi se ne è parlato e Mario Draghi ha ribadito le motivazioni del suo paese:  "Occorre mantenere un vantaggio au Omicron a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale. Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il coordinamento a livello UE deve essere guidato dal principio di massima cautela".

In ogni caso, molti leader europei pensano che ci voglia un coordinamento internazionale. Servono misure scelte a livello europeo per i viaggi, in modo da non ostacolare la circolazione.

Resta per l'UE fondamentale vaccinarsi e eseguire i richiami del vaccino stesso.

A proposito di misure italiane, qualche ticinese aveva raccontato ai media di essere stato respinto al valico perché senza green pass. La replica delle dogane è stata che si ferma chi vuole uscire in Italia per chiedere da dove viene e dove è diretto, e chi non rientra nel 60 chilometri di confine, per cui non servono tampone o green pass, viene mandato indietro. 

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