CRONACA
Sul Tilo si viaggia in piedi e i passeggeri si lamentano. Le FFS: "La soluzione non è semplice"
Il Treno regionale "vittima" del suo straordinario successo: negli orari di punta lo vuol prendere troppa gente. Giovanni Poloni scrive alle FFS per segnalare le lamentele. E le ferrovie rispondono
MENDRISIO - I treni Tilo sono sempre più affollati. Talmente affollati che ad alcuni orari, e su alcune tratte, i viaggiatori sono costretti a viaggiare in piedi. Come è comprensibile, più di un utente, si è lamentato di questo disagio: d'altra parte uno paga il biglietto o l'abbonamento per viaggiare seduto. A questo aggiungeteci qualche ritardo di troppo, anche di 15 minuti, e il cocktail delle lamentele perfette è servito. Le proteste dei viaggiatori sono giunte anche al Consigliere Comunale di Mendrisio Giovanni Poloni che, per sostenere gli utenti del Tilo, ha scritto al Municipio di Mendrisio e alle FFS.E le ferrovie hanno risposto, con una circostanziata e-mail, in cui ammettono la problematica. Una problematica non di semplice risoluzione, come vedremo. "Come anche da lei osservato - scrivono le FFS - il successo di TILO è innegabile. L’aumento della capacità dei treni esistenti e l’aggiunta di nuovi collegamenti durante le ore di punta, oltre all’introduzione in passato dei moderni treni Flirt, sono sicuramente tra gli ingredienti di questo risultato. Sempre più gente utilizza il trasporto pubblico e questo ci rende felici. L’altro lato della medaglia è però la situazione di insoddisfazione e disagio su alcuni particolari treni, dove l’utenza è molto elevata ed è necessario viaggiare in piedi. Di questo ne siamo dispiaciuti. Negli orari di punta, in Ticino come nel resto della Svizzera (ma possiamo senza dubbio affermare ovunque), si sposta un elevato numero di persone, portando ad una forte occupazione dei treni. Questa tendenza è in aumento e la si può notare anche guardando l’aumento del traffico stradale"."I treni Flirt - spiegano ancora le ferrovie - sono concepiti per il traffico regionale e sono omologati per accogliere, oltre ai viaggiatori seduti, anche un certo numero di viaggiatori in piedi. Inoltre, nella convenzione tra le FFS e il Cantone per il traffico regionale, vi è l’accordo per cui, negli orari di punta, per un breve lasso di tempo (20 minuti circa), si accetta lo sfruttamento totale della capacità del treno, compresi i posti in piedi. Per far fronte alla forte domanda nelle fasce d’orario critiche, facciamo in ogni caso tutto il possibile per garantire il massimo dell’offerta: tutte le composizioni a disposizione sono in circolazione e vengono sfruttate al meglio. Inoltre, anche le tracce esistenti vengono sfruttate al massimo della disponibilità. Infatti, nelle ore di punta sulle linee S10 e S20 vi è un treno ogni 15 minuti".Fin qui l'analisi, chiara, della situazione. Ma come tentare di risolvere o per lo meno limitare i disagi? La risposta è complessa: "Per far fronte all’aumento dell’utenza e migliorare il confort dei nostri viaggiatori - scrivono le FFS - siamo in passato intervenuti con grandi investimenti. Due anni fa TILO ha infatti ordinato 11 treni Flirt a sei casse (vetture), che sono andati ad aggiungersi ai 16 treni a quattro casse già a disposizione. Per il futuro, anche nell’ottica dell’apertura della linea Mendrisio-Stabio-Varese, sono già stati ordinati nuovi treni Flirt a sei casse. Vanno inoltre considerati una serie di interventi mirati, possibili di anno in anno grazie ad un attento monitoraggio dell’utenza, sui treni più frequentati".Però c'è un però: "La domanda nelle fasce orarie di punta - spiegano le ferrovie - è cinque volte superiore al resto della giornata. Ulteriori potenziamenti possono essere presi in considerazione solo con investimenti non indifferenti, in quanto non sarebbe sufficiente acquistare nuovi treni per aumentare la capacità (un treno Flirt a sei casse costa circa 15 milioni di franchi), ma sarebbero necessari anche interventi a livello infrastrutturale (marciapiedi più lunghi, aumento dei binari, ecc.). Anche l’introduzione di treni a due piani sarebbe fattibile solo dopo l’adattamento delle sagome sulla linea, in modo da permetterne il passaggio. Un’altra soluzione, potrebbe essere una coordinazione a livello regionale del tempo di lavoro e di scuola. Per esempio scaglionando l’inizio delle lezioni e promuovendo presso le aziende, quando possibile, la flessibilità dell’orario. Al di fuori delle fasce orarie 6:30-8:00 al mattino e 16:00-18:30 il pomeriggio la sera, i treni hanno in media un’occupazione di solo il 30%. Distribuire su un arco di tempo maggiore l’inizio della giornata lavorativa o scolastica, basterebbe per poter ridistribuire meglio l’utenza sui mezzi pubblici. I costi economici e ambientali per la società sarebbero certamente minori".
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