Il Consiglio di Stato risponde all'interrogazione del deputato Robbiani su un annuncio di lavoro
BELLINZONA - Il tema era chiaro: la pubblicazione su una rivista sindacale (per una disattenzione di chi ha compillato la pagina di offerte di lavoro) di un annuncio chiaramente discriminatorio: “Azienda di Lugano cerca impiegata frontaliera possibilmente esperta settore metalli e plastica. Inglese e tedesco fluente”. Un gran bell’esempio di etica imprenditoriale sul quale il deputato laghista Massimiliano Robbiani ha costruito il mese scorso un’interrogazione, chiedendo anche al Governo se non sia possibile vietare la pubblicazione di annunci del genere.
In questi giorni è arrivata la risposta: “Condividiamo le preoccupazioni per annunci che potrebbero avere ripercussioni negative sul mercato del lavoro, dovute all’atteggiamento poco sensibile di qualche imprenditore – scrive il Consiglio di Stato. Siamo consapevoli della forte pressione a cui è sottoposto il mercato del lavoro ticinese, confrontato soprattutto con le conseguenze della difficile situazione economica che tocca le vicine province italiane”.
Le diverse misure messe in atto per lottare contro le distorsioni del mercato del lavoro, si legge ancora nella risposta, testimoniano l’attenzione accresciuta, la sensibilità e il fattivo impegno dell’esecutivo cantonale in questo campo.
“Annunci come quello riportato nell’interrogazione non possono che preoccupare, in quanto acuiscono potenzialmente una concorrenza dannosa sul mercato del lavoro, con un serio pericolo di speculazione salariale e di condizioni lavorative. Non possiamo che deplorare quindi queste pratiche, contrarie alle norme dell’etica e frutto del comportamento mirante esclusivamente alla contrazione dei costi di qualche imprenditore. Auspichiamo poi che le aziende attive in Ticino facciano preliminarmente capo alla manodopera locale, segnatamente per le professioni nelle quali il nostro sistema formativo è più performante”.
Sulla proposta di vietare la pubblicazione di annunci di lavoro discriminatori, il Governo osserva che non è possibile dal punto di vista legale e che l’opzione ipotizzata appare comunque poco efficace: la selezione potrebbe infatti avvenire al momento dell’assunzione, o la ricerca avvenire tramite un inserzione pubblicata all’estero.
Non vi sono dubbi, conclude il Consiglio di Stato, che il caso segnalato sia “sintomo di un’etica imprenditoriale criticabile e che desta preoccupazione. Essa dev’essere, di conseguenza, monitorata con la dovuta attenzione come già accade nelle indagini sul mercato del lavoro”.
red