CRONACA
Il CEO della EFG parla del futuro della BSI dopo il terremoto: le prospettive, i tagli, i posti di lavoro e il marchio: "La piazza luganese è importante ma la nuova banca dovrà essere competitiva"
Joachim Straehle: “La nostra intenzione è quella di mantenere una posizione molto solida in Ticino: noi consideriamo Lugano come una base sostanziale delle nostre attività"
CRONACA

Terremoto BSI, l'atto d'accusa della FINMA. Confisca 95 milioni alla banca e chiama in causa Direzione e Consiglio di amministrazione: "Violate gravemente le norme sul riciclaggio"

24 MAGGIO 2016
CRONACA

Terremoto BSI, l'atto d'accusa della FINMA. Confisca 95 milioni alla banca e chiama in causa Direzione e Consiglio di amministrazione: "Violate gravemente le norme sul riciclaggio"

24 MAGGIO 2016
LUGANO – A poco meno di un mese dal terremoto che ha colpito la BSI, coinvolta nello scandalo del fondo sovrano malese, Joachim Straehle, CEO della EFG – l’istituto che sta acquistando la banca ticinese -, spiega le possibili ripercussioni di quanto è accaduto. Lo fa in un’intervista al Corriere del Ticino.

“Abbiamo analizzato la situazione e all’inizio eravamo perfettamente consapevoli di quali erano i rischi dell’acquisizione anche dal punto di vista delle procedure legali che sono state avviate nei confronti della BSI – dice -. Sono state incluse solide indennità e garanzie”.

E aggiunge: “BSI è sufficientemente solida per far fronte a queste sanzioni. Considerati comunque anche tutti questi elementi riteniamo che questo progetto di fusione tra BSI e EFG sia eccellente, c’è una buonissima combinazione di asset”.

Sul futuro legame della nuova entità bancaria con la piazza ticinese Straehle dice: “La nostra intenzione è quella di mantenere una posizione molto solida in Ticino: noi consideriamo Lugano come una base sostanziale delle nostre attività. Anche la nuova banca terrà in considerazione l’importanza della piazza finanziaria luganese, ma al contempo dovrà essere molto competitiva. Vedremo quindi come fare meglio il nostro business”.

Per raggiungere l’obiettivo di risparmio complessivo di 185 milioni, spiega il CEO della EFG, “dovremo poi eliminare alcuni doppioni di attività tra le due banche: questi tagli coinvolgeranno in ogni caso tutto il mondo, non solamente la Svizzera e non solo il versante di BSI. Per quanto riguarda i dipendenti cercheremo di ridurre i tagli al minimo. Comunque, o da una parte o dall’altra, ci saranno riduzioni di organico da effettuare. In ogni caso quello che noi intendiamo assolutamente fare è valorizzare le competenze presenti a Lugano: dal punto di vista dei dipendenti, in BSI, ci sono grande professionalità”.

Infine, sul marchio BSI: “Se rimarrà o no non posso in questo momento confermarlo al 100%: prenderemo una decisione alla luce di quella che sarà anche la nostra strategia. Indubbiamente c’è un grande valore che BSI porta con sé”.

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