L'odissea di ordinaria burocrazia di un ticinese che vive e lavora in Medioriente. Tutto inizia in maggio, con il radar di Vezia e una multa di 40 franchi. Ma lui viaggia su un'auto noleggiata a Malpensa. Scrive una mail alla Cantonale per autosegnalarsi.
Un lettore ci racconta la sua storia e solleva alcuni punti: "Possibile che la Polizia non risponda alle e-mail degli utenti? Possibile che nel 2017 una multa non si possa pagare online? E perché il conto multe è presso UBS e non presso BancaStato, che è la nostra banca?"
Foto: TiPress/Carlo Reguzzi
LUGANO – Un lettore, noto alla redazione, ci scrive per raccontarci la sua piccola odissea nel mare dell’ordinaria burocrazia. Al centro della storia ci sono un radar, quello fisso installato a Vezia, e una multa di 40 franchi.
I fatti risalgono ai mesi tra maggio e giugno scorsi. Il nostro lettore, che è ticinese ma lavora e vive in un paese del Medioriente, incappa nel radar il 23 maggio, durante un suo soggiorno in Ticino.
Tornato nel suo luogo di residenza, l’8 giugno scrive una mail alla Polizia Cantonale, nella quale spiega che viaggiando a bordo di un’auto noleggiata all’aeroporto di Malpensa (e indica il numero di targa) è probabilmente stato fotografato dal radar di Vezia. Un’infrazione di lieve entità, in quanto non andava molto veloce. Chiede quindi alla Polizia di verificare e di ricevere la relativa documentazione via mail in quanto, appunto, residente in Medioriente.
“A quella mail non ho mai ricevuto una risposta – racconta -. Ma… mesi dopo, e siamo a dicembre, la società a cui avevo noleggiato la macchina mi addebita una fattura di 50 euro, che con l’IVA salgono a 61, per spese di ‘gestione pratica’. Chiedo lumi, e l’agenzia di autonoleggio mi spedisce via mail copia del richiamo di pagamento della Gendarmeria che ha ricevuto il 2 settembre 2016. In quel richiamo vengono indicati i sistemi di pagamento: bisogna effettuare il versamento attraverso la banca e non si può pagare online…
Successivamente vengo inoltre informato dalla stessa agenzia di noleggio che i miei dettagli sono stati trasmessi alla Polizia cantonale, ma ad oggi sono in attesa di ricevere una comunicazione da parte della Polizia stessa”.
Questa la storia. Seguono le considerazioni.
“Trovo abbastanza riprovevole il fatto che una cosa nata semplice (una multa di 40 franchi) non possa risolversi in modo altrettanto semplice come con un pagamento facendo uso delle moderne tecnologie (nel paese in cui risiedo, in Medioriente, se prendi una multa per posteggio puoi comodamente andare online e pagare tramite carta di credito tramite il sito della polizia).
Penso che nel 2016, l’email dovrebbe diventare (anche in Ticino) una forma riconosciuta di comunicazione e la Polizia dovrebbe avere la cortesia di rispondere, se non altro per dare conferma di aver ricevuto l’email: non c’é bisogno che qualcuno fisicamente risponda alle email, basta impostare un sistema automatico di risposta che ti assegna un numero di protocollo per comunicazioni future.
Inoltre, non si capisce bene a che punto siamo con la procedura e cosa dovrei fare adesso. Da parte mia non ho mai ricevuto nessuna comunicazione; dall’altra a leggere il testo contenuto nel richiamo di pagamento inviato dalla Polizia all’agenzia di noleggio il tono è tutt’altro che cortese; che una persona per 40 franchi di multa venga inserito in un sistema informatizzato (qui l’informatica sembra funzionare..) di ricerca internazionale di persone e oggetti mi sembra alquanto sproporzionato!
Sarebbe interessante capire qual é il costo sostenuto dalla Polizia per arrivare a tanto. Probabilmente per incassare 40 franchi se ne spendono 10 volte in più fra lettere, richiami, disbrigo pratiche ecc. Rispondere all’email costerebbe infinitamente meno, s-burocratizzerebbe la procedura, permetterebbe ai gendarmi di occuparsi dei veri problemi del Cantone.
Inoltre quale immagine dà il Ticino di se stesso? Pagamento accettato solo tramite versamento bancario, il che - nel mio caso - equivale a spedire 38 Euro dal mio conto in dollari dagli USA (penso che il trasferimento bancario costi almeno quanto la metà della multa).
Poi ci sarebbe da chiedersi perché il Cantone non usi BancaStato bensì UBS per questi versamenti… ma forse è chiedere troppo… Troppo spesso in Ticino non siamo in grado di pensare le conseguenze di certe decisioni: mettiamo pure che UBS offra un servizio a minor costo, ma BS alla fine versa un dividendo al Cantone, no? Ed allora perché pagare delle spese a terzi quando potrebbero rientrare - almeno parzialmente, credo - in forma di dividendo...”.