Morte della giovane eritrea caduta dal quinto piano a Bellinzona, parte una denuncia collettiva alla Procura contro i commenti razzisti sui social. Il sindaco Branda condanna le "affermazioni ignobili"
Oltre quaranta persone hanno firmato una segnalazione che verrà inviata al Ministero pubblico in relazione a due commenti razzisti pubblicati su Facebook
foto: TiPress/Gabriele Putzu
BELLINZONA - Oltre quaranta persone hanno firmato una segnalazione che verrà inviata al Ministero pubblico in relazione a due commenti razzisti pubblicati su Facebook il giorno dopo la morte della 24enne eritrea a Bellinzona, caduta da un balcone del quinto piano, forse per mano del suo compagno che è stato arrestato ma nega di averla uccisa. Lo riferisce la RSI.
"Tutto è partito dall'indignazione di un amico sui social, avevamo il desiderio di non girarci più dall'altra parte e dare un messaggio forte non solo agli autori di quei commenti ma anche ai politici, che devono abbassare i toni altrimenti tutti si sentono legittimati a dire qualsiasi cosa", ha spiegato la promotrice della denuncia ai microfoni delle Cronache della Svizzera italiana. Le persone segnalate sono donne. Si chiede la chiusura dei loro profili e in uno dei due casi si fa riferimento alla violazione degli articoli penali relativi a xenofobia e discriminazione razziale.
Il sindaco di Bellinzona Mario Branda, ex procuratore pubblico ed ex presidente della Commissione per l’integrazione degli stranieri, intervistato da LaRegione, condanna il razzismo strisciante che si manifesta sui social che si trasformano in una piazza, in cui ci si sente liberi di fare affermazioni ‘ignobili’. “Succede pure sui portali, con commenti a notizie cancellati in ritardo”, aggiunge.